L'Asse Tosco-Emiliano per l'approdo di Badelj. Che può servire alla causa

31.12.2019 12:10 di  Claudio Colla   vedi letture
L'Asse Tosco-Emiliano per l'approdo di Badelj. Che può servire alla causa
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© foto di Federico De Luca

Partito alla grande tra fine estate e inizio autunno, come regista puro capace di innescare le iniziative dell'atipico tandem d'attacco Chiesa-Ribery, il playmaker croato Milan Badelj è poi rimasto sepolto, come d'altra parte la stragrande maggioranza dei suoi compagni di squadra, sotto le rovine del - non ce ne voglia - ennesimo fallimento tecnico-tattico di Vincenzo Montella, e della sua Fiorentina. Che ora guarda le rivali di dimensione simile, almeno sulla carta, dal basso della propria quindicesima posizione in classifica, solo tre punti sopra il Brescia attuale terzultima. E che, anche se magari ancora acerba per puntare fin d'ora a un piazzamento europeo, a qualcosa in più, rose alla mano, avrebbe potuto aspirare.

Trentun anni il prossimo 25 febbraio, Badelj, veterano di quella nazionale croata argento agli ultimi Mondiali di Russia, era tornato a Firenze lo scorso agosto, dopo un solo anno alla Lazio, schiacciato dalla concorrenza di un Lucas Leiva faro biancoceleste. Giocatore non particolarmente mobile, e dai ritmi talora fin troppo compassati per il campionato italiano, quel che certo non manca a Badelj è la visione di gioco: la capacità di trovare l'uomo giusto al momento giusto, libero dalle marcature avversarie, anche su distanze di 30-35 metri. Caratteristica che certamente al Toro attuale farebbe a dir poco comodo: Baselli e Lukic, riciclati in cabina di regia per assenza di alternative, sono però giocatori dalle peculiarità decisamente differenti da quelle di un playmaker vero e proprio. Mazzarri, si sa, tende a preferire figure spurie in tal senso (Palombo e Inler sono due esempi del recente passato che ben aderiscono anche alle scelte operate per l'attuale Toro); ma che il centrocampo granata stia soffrendo, fin dall'inizio della stagione, è più che palese.

Come appena sottolineato dalle nostre colonne (https://www.torinogranata.it/mercato/duncan-il-toro-c-e-ma-la-richiesta-del-sassuolo-non-cala-99379), quel Duncan che tanto piace a Mazzarri (peraltro in ottima compagnia, nel guardare alle sue prestazioni maiuscole in maglia Sassuolo) molto difficilmente approderà sotto la Mole. Quanto meno nell'immediato. Elevata la richiesta neroverde, folta e di prestigio la concorrenza. Badelj, rispetto al ghanese, garantisce un minor impatto atletico (per quanto non siano certo i muscoli ciò di cui la mediana granata è attualmente carente), una tendenziale maggior discontinuità nel rendimento. Ma è altresì valida, per il croato, la regola de "l'unione fa la forza": se chi corre per lui lo fa bene, Badelj il gioco della squadra in cui milita è in grado di migliorarlo e illuminarlo. E la Fiorentina, per farlo partire, potrebbe persino accontentarsi di un'opzione sullo stesso Duncan anche in vista dell'estate; per quanto il nuovo tecnico viola Iachini lo rivoglia subito, alla sua corte.

Al Toro spetterebbe rilevare il prestito oneroso del giocatore, per una cifra decisamente abbordabile, pari a 350 mila euro. Il contratto di Badelj con la Lazio, decisamente poco intenzionata a includerlo nel prossimo progetto tecnico, è in essere fino al giugno 2022. Riscatto fissato a 4 milioni e 300 mila euro: somma che, se il quadrimestre/pentamestre d'apertura del decennio 2020 sorridesse in termini di prestazioni, potrebbe anche finire per essere investita, per un regista puro certo non scevro da cali di rendimento, ma dalle caratteristiche sempre più rare nel calcio moderno. E forse, in prospettiva, anche agli ordini di un tecnico maggior estimatore del "genere".