Juric vuole giocatori esperti e il Torino sonda tanti giovani di belle speranze
Ivan Juric è croato, ma l’italiano lo parla e non stentatamente, anzi, per cui constatare che il Torino sondi tanti giovani di belle speranze da far crescere lascia a dir poco perplessi poiché l’allenatore predilige giocatori fatti e finiti, vale a dire esperti, e tra l’altro li vorrebbe subito già il giorno del raduno programmato per il 6 luglio, quindi fra dieci giorni. Dopo l’esperienza della scorsa estate con Giampaolo arrivato fra squilli di trombe presidenziali e poi non accontentato per i ruoli chiave con tanto di esonero e poi salvezza centrata da Nicola alla penultima partita, grazie anche all’aver chiesto e ottenuto Mandragora e Sanabria, è logico e lecito aspettarsi che non si ripetessero gli errori del passato e, invece, le premesse stanno mandando in onda un film visto e rivisto. Mercato in uscita difficile da sbloccare perché i giocatori che non rientrano nei piani tecnici sono difficili da collocare altrove per costo del cartellino e stipendi percepiti e questo tiene in scacco il mercato in entrata e anche per calciatori graditi a Juric e che hanno costi non esorbitanti, Messias su tutti con il Crotone che ha chiesto 12 milioni e i granata sono arrivati a offrirne 7 più Djidji, il Torino tira sul prezzo con il rischio di vederseli soffiare da altri club, la Fiorentina ad esempio è molto interessata al brasiliano. E intanto sono sondati appunto ragazzotti di belle speranze, che oltretutto in alcuni casi non sono poi neppure così poco costosi come ad esempio Supryaga per il quale la Dynamo Kiev chiede 9 mln.
La recente storia del Torino insegna che ben difficilmente i giovani di belle speranze che sono stati presi, soprattutto quelli arrivati dall’estero, sono poi sbocciati. Lo ha fatto Bremer, in parte Lukic mentre per Lyanco pesano i tanti infortuni che ne hanno condizionato le prestazioni e si vedrà se Singo si confermerà. Il più promettente di tutti è Buongiorno che arriva però dal settore giovanile, dove ha fatto l’intera trafila e poi è andato altrove per farsi le proverbiali ossa prima di tornare e sfoderare buone prestazioni anche in un’annata difficile come quella da poco terminata. Altri come ad esempio Millico si sono un po’ persi.
E allora che senso ha andare a sondare giovani che in buona parte oltretutto non conoscono il campionato italiano e che rischiano di fare la fine dei vari Damascan e Gojak? Perché un conto è prendere un giovane e inserirlo in un contesto nel quale tutto gira positivamente, tutt’altro è se si ritrova in una squadra dove i giocatori devono adattarsi a ruoli non del tutto nelle loro corde e l’allenatore è costretto a fare di necessità virtù. E la favoletta che tanto Juric è bravo a tirare fuori il meglio dai calciatori che ha a disposizione è meglio non raccontarla perché al Verona lo ha fatto, ma con giocatori come Gunter che erano del tutto funzionali al suo 3-4-1-2 e il difensore tedesco con cittadinanza turca aveva già giocato un anno in Italia al Genoa proprio alle dipendenze di Juric, anche se il tecnico era stato per poco tempo alla guida dei rossoblù, e prima il calciatore era stato al Galatasaray ed era cresciuto nel Borussia Dortmund, quindi in contesti calcistici di livello e in campionati di spessore, soprattutto quello tedesco.