Juric va, Juric resta, il Torino vuole una risposta entro la fine di aprile. Il tira e molla logora sempre e non fa bene al Toro

25.03.2023 11:30 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Ivan Juric
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Ivan Juric
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Il famoso 7° posto è un traguardo al quale è quasi impossibile che arrivi il Torino, non tanto aritmeticamente perché a undici giornate dalla fine ipoteticamente è ancora fattibile, ma per l’andamento che finora hanno avuto i granata con punti lasciati alle spalle che sarebbero dovuti essere conquistati, ma che tra infortuni e una rosa incompleta fin dall’estate e senza alternative di qualità e esperienza ai giocatori titolari nessuna squadra e nessun allenatore avrebbero potuto fare di più. Per concretizzare questo sogno dovrebbero contemporaneamente verificarsi due fattori: il Torino vince almeno l’80% delle restanti partite e Juventus, Udinese, Bologna e Fiorentina ne perdono almeno il 50%. E poi l’Inter deve vincere anche la Coppa Italia affinché il Torino approdi ai preliminari di Conference League. Troppo, bisogna essere realistici. Anche se è doveroso provarci, ovviamente.

Ma tutto questo quanto c’entra sulla permanenza o meno di Juric al Torino, senza che avvenga l’addio con un anno di anticipo sulla scadenza naturale del contratto senza che lui lo rinnovi? C’entra eccome. Perché se il Torino arrivasse al 7° posto e poi approdasse ai preliminari di Conference Juric resterebbe a raccogliere i frutti di un lavoro che sarebbe andato oltre qualsiasi più rosea immaginazione anche e soprattutto sua e sarebbe per lui una sfida vedere quanto avanti potrebbe arrivare in Europa. Certo avrebbe bisogno che gli venisse allestita una squadra che potesse competere e i precedenti non depongono a favore: né quelli suoi diretti delle due passate estati né quello del Torino quando l’ultima volta disputò l’accesso all’Europa League, dopo l’esclusione del Milan, e per conferme in quest’ultimo caso basta chiedere a Mazzarri o anche solo andare a vedere come si svolse il mercato nell’estate del 2019 prima della sconfitta agli spareggi con il Wolverhampton, a prescindere dal caso N’Koulou, per accedere alla fase a gironi dell’Europa League. L’andata con gli inglesi fu il 22 agosto, sconfitta in casa per 3 a 2, e il  ritorno 29 agosto, altra sconfitta: 2 a 1. Il 25 giugno ci fu l’addio con il direttore sportivo Petrachi e il 30 fu promosso a ds dal settore giovanile Bava. Il 30 maggio era stato ceduto Niang, il 17 luglio Damascan e De Luca, il 18 Butic, il 24 Procopio, Candellone e Fiordaliso, il 2 agosto Boyé, il 3 Kone e il 23 Segre e a parte Niang e Boyé erano state tutte operazioni di corollario che riguardavano giovani e fin qui poteva anche starci, ma il problema riguardò i nuovi arrivi: furono riscattati Djidji (7/6), Aina (11/6) e Bonifazi (20/6), rinnovati i contratti a Rosati (21/6), Segre (13/7) e Lyanco (26/7) e nulla più per cui non fu preso nessun giocatore. Arrivarono poi Laxalt in prestito il 31/8, Ujkani e Verdi il 2/9. E il 4 febbraio 2020 fu esonerato Mazzarri. Ovviamente non è detto che si ripeterebbero situazioni già viste, ma ricordare i precedenti è sempre molto importante.

Il Torino ha proposto il prolungamento del contratto a Juric, a prescindere dal piazzamento finale in campionato, ma lui non ha ancora dato una risposta e da voci che girano il Torino la vuole al massimo entro la fine di aprile. Nel frattempo si disputeranno le partite con Sassuolo (3/4 in trasferta), Roma e Salernitana (8/4 e 16/4 in casa), Lazio (22/4 in trasferta) e Atalanta (29/4 in casa). Aleggerà sulla squadra un clima sereno oppure ci sarà anche solo un po’ di apprensione per quella che sarà la decisione di Juric? In questo periodo usciranno sempre più insistenti voci di potenziali sostituti, al momento si parla di Paolo Zanetti dell’Empoli, ex giocatore e pallino di Cairo, Alessio Dionisi del Sassuolo e se dovesse lasciare la Fiorentina Vincenzo Italiano. E poi ci sono le altre voci su possibili approdi altrove di Juric: alla Fiorentina in una sorta di scambio con Italiano (vce questa però che non trova riscontri dalle parti della Viola), oppure all’Atalanta se Gasperini dovesse andare via, ma potrebbero ritornare in auge ancheclubs stranieri si era parlato di Nottingham Forest, Southampton e Wolfsburg. E chissà quante altri ne usciranno fuori, più o meno  veri. Ma se Juric lasciasse il Torino sarebbe una sconfitta perché verrebbe abortito l’ennesimo tentativo di progetto che poi non viene portato avanti e non per colpa dell’allenatore, come subdolamente già da parti diverse si è iniziato a insinuare, bensì della società. Se poi buona parte dei tifosi del Toro non va più allo stadio è anche per questo.