Juric fa autocritica sulla costruzione della squadra, che anche con la Salernitana ha lasciato punti per strada, mentre Cairo è possibilista sul 7° posto

17.04.2023 11:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Cairo e Juric
Cairo e Juric
© foto di Emanuele Pastorella

Con la Salernitana, che sta lottando per raggiungere la quota dell’aritmetica salvezza, il Torino pareggiando ha perso un’occasione importante, anche alla luce dei risultati delle dirette concorrenti come già accaduto altre volte in questo campionato, di avvicinarsi concretamente al 7° posto che potrebbe portare la squadra a disputare di nuovo le competizioni europee, passando dai preliminari di Conference League. Già perché la Juventus è rimasta ferma a quota 44, prima di questa 30ª giornata era settima e ha perso con il Sassuolo, che ha così scavalcato il Torino in classifica portandosi avanti di una lunghezza, e l’Udinese, che è stata sconfitta dalla Roma e aveva un punto in più, è stata raggiunta dalla squadra di Juric, ma poteva essere superata. In attesa di sapere che cosa faranno questa sera Fiorentina e Atalanta, ma se anche la Viola vincesse non andrebbe oltre il 7° posto raggiungendo la Juventus e il Bologna, che quest’ultimo pareggiando con il Milan ha fatto un altro passettino in avanti. Certo rispetto alla scorsa settimana il Torino ha accorciato di un punto, passando da 6 a 5, la distanza dal 7° posto, ma poteva, vincendo con la Salernitana, portarsi a tre.
Se poi si pensa che il Torino meno di due mesi e mezzo fa era settimo in virtù della penalizzazione di 15 punti della Juventus c’è ancora più da mangiarsi le mani perché allora, era il 7 febbraio 21ª giornata, l’Udinese e il Bologna avevano un punto in meno, la Juventus 4, la Fiorentina 6 e il Sassuolo 7 e il 6° posto, che porta direttamente in Conference e il 5° che fa accedere alla fase a gironi dell’Europa League, erano appannaggio di Milan e Atalanta che avevano sì 8 punti in più, ma in palio ve ne erano ancora 51 dovendosi disputare 17 giornate. In quest’arco di tempo il Torino però ha perso con il Milan, che aveva eliminato dalla Coppa Italia un mese prima, pareggiato con la Cremonese, che stava e resta nei bassifondi della classifica, perso con la Juventus, vinto con il Bologna e con il Lecce, perso con il Napoli, pareggiato con il Sassuolo, perso con la Roma e pareggiato appunto ieri con la Salernitana. Alla luce delle prestazioni, anche degli avversari, di queste partite sette punti in più il Torino poteva averli, vincendo con la Cremonese e il Sassuolo, pareggiando con la Roma e battendo la Salernitana e oggi avrebbe solo due punti in meno dell’Atalanta, che occupa il 6° posto e 5 in meno dell’Inter che è 5ª dovendo ancora giocare con entrambe.

Juric sia prima sia dopo la gara con la Salernitana ha fatto autocritica dicendo che si ritiene responsabile per quel che riguarda la costruzione della squadra che poteva essere formata meglio, anche se non sa, o forse non ha voluto pubblicamente dire tutto, cosa manca al Torino per essere davvero competitivo: “Non ho una risposta. In questa settimana abbiamo parlato un po’ di questo. La sensazione è che comunque noi le partite le facciamo, siamo competitivi veramente e lo siamo stati quasi sempre in questi due anni. Raramente siamo stati sovrastati, però è altrettanto vero che quest’anno abbiamo perso 10 punti su calci piazzati. 10 punti sono tanti sui calci piazzati, su angoli, rigori, falli laterali. Non siamo pari, ma abbiamo perso 10 punti. Poi pensi che non abbiamo uno che li batte bene, sono quelle piccolezze. Ho il centrocampo basso e anche gli attaccanti sono bassi e subiamo come l’alta volta quando è arrivata una palla leggera e quasi abbiamo preso gol.  Secondo, me questi sono particolari che determinano moto. Siamo una squadra media e nei particolari non abbiamo fatto bene nella costruzione delle cose, siamo stati poco attenti. Quando si perdono dieci punti così ci si fa delle domande. Ma sono d’accordo sul fatto che siamo sempre competitivi e riusciamo ad essere organizzati e applicati e fare le cose per bene, ma contro l’Empoli abbiamo preso  gol e contro il Verona anche su calcio d’angolo. Sono tante situazioni, nei particolari, dove abbiamo fatto molto male”. E ha anche detto: “L'anno scorso abbiamo fatto un lavoro strepitoso, soprattutto il mio staff in una situazione di una gravità enorme e abbiamo fatto veramente bene. Quest'anno è la prima volta dopo quattro anni che sento che potevo fare meglio come allenatore, come mio staff e come organizzazione. Dipende anche dallo staff medico e dal direttore, tutti quanti e per tutto ciò che ci è stato messo a disposizione, perché non possiamo sempre dare colpa al presidente, non abbiamo indovinato molte cose. Ci siamo indeboliti in certe situazioni, magari in futuro verrò smentito e i giocatori faranno meglio, ma potevamo fare di più e anch’io come staff. Globalmente la squadra ha fatto bene, tanto o poco, comunque ha fatto ciò che doveva, ma in tutto potevamo fare qualcosina in più. E mi riferisco a tutte le componenti". Il tecnico ha definito l’attuale situazione piatta: "Siamo proprio nella situazione che temevo dalla prima giornata: siamo in una situazione piatta. E' la realtà: non posso dire che adesso i giocatori non stiano facendo bene perché stanno facendo il massimo. Non devono esserci problemi di questo tipo, ma devono affrontare benissimo queste partite con grande spirito: chi vuole rimanere deve dimostrare veramente la volontà di rimanere. Voglio tanto da loro. Mi manca un po’ la crescita del gruppo quando si prendono gol sui piazzati, è vero che siamo piccolini, ma c’è un fattore anche caratteriale, di voglia di non prendere gol, di un legame tra di loro.  Sono ancora alla ricerca di questo, ho avuto risposte in una parte del campionato e poi questa voglia di non prendere gol l’abbiamo un po’ persa, come se non fosse una nostra caratteristica il “rubare” qualche partita così. Si vince uno a zero e poi si dimentica tutto, ma a noi non succede mai e questo vuole dire che c’è un problema di carattere del gruppo e voglio che crescano di più di quello che vedo adesso”. E dopo il match con la Salernitana Juric ha aggiunto: “E’ tutto scritto: siamo più o meno come l'anno scorso, forse abbiamo un punto in più, non ricordo, pur perdendo Belotti, Bremer, Mandragora, Pobega, Praet, Lukic, e mettendo giocatori nuovi che arrivavano da certe esperienze. Penso che i ragazzi meritino altro (riferendosi ai fischi e ai cori di disappunto dei tifosi, ndr), ma è chiaro che siamo a Torino ed è per questo che dicevo che non possiamo essere decimi perché a Monza sono felici, a Verona erano stra felici, a Udine sono felici, a Bologna fanno festa, mentre qui i miei ragazzi prendono insulti. Questa è cosa di una gravità allucinante. E si sapeva. E’ una cosa che sento da agosto, non da adesso. Ieri dicevo che dobbiamo lavorare tutti meglio, dobbiamo lavorare molto di più, fare scelte migliori e meno errori. Fare scelte di mercato molto diverse con attenzione superiore ai particolari per dare al pubblico ciò di cui ha bisogno. Siamo il Torino, non siamo altre squadre: è così. Altri per questa posizione in classifica sono felici, ma abbiamo gli stessi punti dell’anno scorso, anzi uno in più e questo la dice lunga su questi ragazzi e secondo me, se vediamo bene, stanno facendo cose bellissime”. Ma allora al tecnico del Torino è stato chiesto se l’attuale squadra sia più scarsa di quella dello scorso anno e lui ha risposto: "No, c’è un progetto di lavoro. Vedo Linetty e dico che l'anno scorso negli ultimi sei mesi non aveva mai giocato e quest’anno è diventato un uomo importante. I giocatori crescono, migliorano. Non è facile quando si cambiano giocatori forti e poi non abbiamo indovinato tutto. Ci sono state cose che abbiamo fatto bene, io sono sempre critico con il presidente e lo sono stato quando era il momento, ma per me questo signore ha messo soldi. Da gennaio in poi non è che abbiamo speso briciole. Per questo dico che magari tutti noi, tra me, lo staff, lo scouting e il mio staff di lavoro potevamo fare di meglio. Il grave era stato ad agosto dell'anno scorso che nell’ultimo giorno di mercato abbiamo preso tre giocatori e c'era una giungla. Il lavoro dell’anno scorso è stato una cosa pazzesca, ma da gennaio ci siamo mossi, però si poteva fare un po’ di più. La squadra sta facendo benissimo e chi pensa che dovrebbe fare meglio o che un determinato giocatore è meglio di Lukic o di Bremer si sgalia, non è così. Sono molto soddisfatto della squadra come gioco, anche se sono un po’ dispiaciuto perché ci tengo che ci sia crescita perché siamo il Torino. A Verona quando mi lamentavo del decimo posto, mi dicevano cosa vuoi e il pubblico applaudiva e tutti erano contenti e felici. Alla grande, relax e aperitivi. Qui i miei ragazzi hanno preso gli insulti e non è la prima volta: non va bene, secondo me. Non è una critica al pubblico, perché il Torino è il Torino e le altre piazze sono altre piazze. Noi come lavoratori del Torino abbiamo il dovere di fare di più per accontentare i tifosi. E, secondo me, potevamo fare di più, io incluso". E’ di conseguenza gli è stato chiesto che cosa potesse lui fare di più e ha detto: "Quando si è ambiziosi si vuole fare e ti fai delle domande su certe cose. Abbiamo portato la squadra ad innalzare i livelli, anche individuali tra Schuurs e Radonjic e anche altri. Abbiamo lavorato bene, ma abbiamo avuto troppi infortuni specialmente al soleo: dobbiamo vedere se è solo colpa del campo Fila che è troppo duro o se noi abbiamo sbagliato qualcosa. Mi pongo queste domane e penso che anche sulla gestione del prendere i giocatori abbiamo fatto cose buone e altre meno e mi rimprovero anche questo come l’aver permesso di fare in certe situazioni che non avrei mai dovuto permettere e avrei dovuto litigare di più ed essere più bastardo, ma non l’ho fatto. Anch’io ho fatto scelte che non si sono rivelate vincenti. Potete vederle su chi è andato via e su chi è venuto e ha dato un contributo minore. Queste sono cose, che noi tutti insieme in amicizia, nelle quali potevamo fare di più".

Sousa ha detto che Cairo ha costruito la squadra a immagine e somiglianza di Juric, ma è così? "La verità sta nel mezzo. Abbiamo perso 7 titolari più altri 6-7 giocatori che  subentravano e così si è  dovuto ripartire dall’inizio.  Quest'anno potevamo fare meglio io e Davide (Vagnati, ndr) nella costruzione della squadra, come sintonia  e nel pensare ai particolari con quello che avevamo a disposizione potevamo fare meglio tutti e due: questa è la mia sensazione". Sensazione che non sembra essere del tutto la stessa del presidente Cairo che al termine della gara con la Salernitana ha dichiarato: “Sono fiducioso per questo finale di stagione, nel 2013-2014 avevamo gli stessi punti di oggi alla trentesima giornata e poi chiudemmo settimi a quota 57”. E poi il presidente del Torino ha aggiunto: “Mai dire mai, tutto è possibile – rispondendo  a chi gli chiedeva se il Torino potesse ancora qualificarsi per un posto in Europa – ed è un peccato per questo approccio che ci è costato caro con la Salernitana: purtroppo è già successo ultimamente, ma poi la squadra ha fatto la partita e non ha più rischiato”.
In conclusione stando alle parole di Juric il Torino non sembra in grado di arrivare al 7° posto, mentre il presidente Cairo è possibilista, verrebbe da aggiungere soprattutto sperando che come nel 2013-2014 la giustizia sportiva cambi la classifica, allora infatti il Torino disputò l’Europa League arrivando fino agli ottavi perché il Parma fallì e oggi la Juventus è stata già penalizzata di 15 punti e potrebbe esserlo ulteriormente e forse anche altri club potrebbero fare la stessa fine. Vedremo che cosa accadrà, ma resta il fatto che questo Torino ha perso troppi punti per strada anche con squadre alla portata.