In ottica mercato ricorrono gli stessi nomi: certezza o limite?
Da Giovinco a Duvan Zapata, da Pinilla a Ilicic, passando per Pazzini, Ljajic, Barreto e Muriel o la suggestione Gilardino, tanto per citare i più gettonati, che nelle ultime sessioni di mercato sono stati più e più volte accostati al Torino. Questo può voler dire o che sono nomi fatti tanto per chiacchierare o che effettivamente sono obiettivi che finora la dirigenza non è riuscita a concretizzare oppure che sono giocatori che per svariati motivi non convincono al cento per cento, ma che tutto sommato andrebbero bene. Ora tocca a Ventura dire chiaramente che rinforzi vuole, e probabilmente lo ha già fatto, e Cairo e Petrachi, l’uno mettendoci i soldi e l’altro sfoderando tutte le abilità che possiede in fase di trattativa, devono procurarglieli.
Nel mercato di gennaio gli errori non sono ammessi perché non c’è il tempo per rimediare. Il Torino non può gettare alle ortiche una stagione poiché verrebbe compromesso il percorso di crescita intrapreso, una parziale battuta d’arresto può starci, ma non tornare indietro ai livelli del 2012-2013, quando i granata dopo tre anni consecutivi passati nell’inferno della serie B si erano riaffacciati nella massima divisione. E’ chiaro che bisogna intendersi sul significato di parziale battuta d’arresto: posizionarsi non sotto il dodicesimo posto e con un ampio margine in termini di punti da chi retrocederà, non meno di quindici dalla terz’ultima in modo che il divario con le squadre della parte sinistra della classifica non sia importante e possa essere colmato con una oculata campagna di rafforzamento estivo che potenzi veramente la squadra.
Mantenere certi livelli è fondamentale anche in ottica futura perché altrimenti la prossima estate i migliori giocatori dell’attuale rosa, primo fra tutti Darmian, saluteranno e faranno le valigie, non sarà semplice trattenerli comunque, però in caso di campionato finito in maniera anonima, per non dire peggio, renderà ancora più semplice gli addii di chi ha reale mercato e giustamente aspira a giocare in squadre che lottano per obiettivi importanti. Se i famosi nomi ricorrenti Giovinco, Duvan Zapata, Pinilla, Ilicic, Pazzini, Ljajic, Barreto, Muriel o anche Gilardino non sono obiettivi perseguibili dal Torino che si viri subito su altri che conoscano bene il campionato italiano, che non arrivino da periodi di inattività a causa di infortuni o scelte tecniche, se un allenatore mette ai margini un giocatore qualche motivo ci sarà, e che abbiano le caratteristiche caratteriali e fisiche che servono al Torino, in modo che vengano utilizzati subito da Ventura e non perché non c’è un giocatore migliore disponibile, ma perché il nuovo elemento rappresenta una scelta convinta che si rivela utile.