Imparare dagli avversari affamati a dare il 110%
Svegliarsi prima che la classifica molli dei sonori schiaffoni, questo deve fare la squadra granata. Determinazione, grinta, agonismo, senza scomodare il famoso tremendismo granata che sembra fuori dalla portata di questi giocatori che sono bravi ragazzi, educati, volonterosi, ligi al dovere, ma mancanti di quel quid in più che hanno i figli di buona donna. Il quid che permetterebbe loro di evitare di pensare che, essendo dotati di qualità superiore rispetto alla stragrande maggioranza dei colleghi che militano nelle altre squadre, quando le cose non girano nel verso giusto continuando a giocare come gli è stato insegnato con il passare dei minuti la partita può comunque essere aggiustata. Non è così perché nell’arco della gara il tempo non è sempre galantuomo e si finisce come è successo a Gubbio, Modena, Brescia e Empoli che gli avversari pur creando meno incamerano i tre punti.
Un po’ di sano orgoglio dovrebbe spingere i giocatori del Torino a non mettersi nella condizione di dover pronunciare dopo una sconfitta, e non solo, il mantra che gli avversari quando li incontrano danno sempre il 110 per cento, ma se gli altri danno il 110 per cento come mai loro che sono comunque in vetta alla classifica non sono capaci di fare altrettanto? Questa incapacità, se di incapacità si tratta, porta inevitabilmente a pensare due cose: o loro non sono poi così qualitativamente superiori agli altri o non ci mettono abbastanza volontà, in un caso e nell’altro va a loro discapito e pone seri dubbi su quanto potrebbero essere adatti alla serie A, non per niente la stragrande maggioranza di loro ha militato poco o mai nella massima divisione.
Ventisette sono i punti ancora a disposizione e il Torino deve affrontare: Reggina, Sassuolo, Bari, Crotone, Livorno, Padova, Pescara, Modena e AlbinoLeffe, cinque delle quali in casa, a partire dalle prime due e quattro in trasferta. Gli scontri per la A diretta sono due con il Sassuolo e con il Pescara, per il resto, tolta la Reggina che può ancora aspirare a un posto nei playoff, e discorso a parte per il Padova che è già in zona playoff, o sono formazioni come Bari e Modena, che stazionano a metà classifica o sono come Livorno e Crotone che con un po’ di attenzione non verranno coinvolte neppure nei playout o come l’AlbinoLeffe che è quasi retrocessa. Visto che le partite con Reggina e Sassuolo il Torino le disputerà in casa almeno quattro punti dovranno essere conquistati, altri quattro devono arrivare dalle gare con il Padova, sempre all’Olimpico, e il Pescara e poi dalle restanti partite solo vittorie per altri quindici punti, in teoria quindi ventitre punti da aggiungere entro la fine del campionato. Ammettiamo pure che ne arrivino solo diciotto o diciannove, ma questi sono obbligatori. Se fossero conquistati meno punti, anche se si vincesse il campionato, sarebbe comunque una nota negativa che andrebbe attentamente valutata e comporterebbe delle inevitabili bocciature in previsione futura, se la società vuole posizionarsi stabilmente in serie A. Dare il 110 per cento nelle prossime nove partite diventa l’imperativo categorico per tutti, nessuno escluso, nel Torino.