Il Torino poteva e doveva fare di più: c’è rammarico per il pari con l’Udinese

Valeri ha fischiato un fuorigioco a Berenguer e gli ha annullato il gol. Forfait di Falque al 17’ per un problema muscolare. Per i granata gran possesso palla e dominio del gioco nel secondo tempo.
16.09.2018 20:44 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Belotti e Baselli
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Belotti e Baselli
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Va subito sottolineato e puntualizzato che l’arbitro Valeri ha condizionato il risultato fischiando prima che la palla varcasse la linea di porta un fuorigioco inesistente a Berenguer, su segnalazione dell’assistente Caliari, e annullato la sua rete sullo zero a zero impedendo, quindi, al Var di intervenire e questo è un fatto incontestabile. Episodio identico successe lo scorso anno nella gara con il Bologna e poi era stato stabilito che l’arbitro e gli assistenti dovessero attendere la fine dell’azione e poi prendere una decisione dopo consulto con il Var, ma oggi a Udine è accaduto diversamente e a farne le spese è stato di nuovo il Torino. Detto questo il pareggio del Torino con l’Udinese va stretto perché la squadra di Mazzarri fin dal primo tempo ha fatto un possesso palla superiore a quella di Velazquez, nel complesso del match 67 per cento a 33, e nel secondo ha avuto per una mezzora abbondante il dominio del gioco, ma grazie a ripartenze efficaci l’Udinese al 28’ è passata in vantaggio con gol di de Paul e al pareggio di Meïté arrivato al 49esimo non è seguita nessun’altra rete da parte dei granata seppur i padroni di casa nella ripresa non siano quasi più riusciti a uscire dal pressing asfissiante degli avversari. Sul gioco offensivo dei Torino è pesata indubbiamente  l’assenza di Iago Falque che aveva iniziato la partita, ma ha dovuto abbandonarla dopo poco (17’) per un problema al flessore della coscia destra.

Mazzarri aveva optato per il 3-4-2-1 con Meïté e Baselli e gli esterni De Silvestri e Berenguer a centrocampo e in attacco Falque e Soriano a supporto di Belotti, ma dopo l’infortunio di Iago ha mandato in campo Zaza (18’), mantenendo un assetto tutto sommato molto simile, anche se chiedeva a Simone di affiancare di più il “Gallo”. Velazquez si è invece affidato al 4-1-4-1 con Behrami davanti alla difesa e Lasagna come unico vero punto di riferimento in avanti, modulo che però nei fatti diventava un 4-5-1 con quasi sempre dieci uomini che stavano dietro la linea della palla nella propria metà campo e affidandosi solo a ripartenze grazie alla rapidità di Fofana, Pussetto e de Paul. All’inizio il gioco è stato frammentato e con frequenti ribaltamenti di fronte perché le squadre chiudevano gli spazi e per evitare che gli avversari arrivassero dalle parti dell’area del proprio portiere si rifugiavano anche in fallo laterale. Il Torino con Berenguer imbeccato da un lancio di Falque era comunque riuscito a segnare (12’), ma l’intervento precipitoso ed errato dell’arbitro ha annullato un gol che era validissimo in quanto non c’era fuorigioco di Alejandro. Sul fronte dell’Udinese Lasagna pur provando a proporsi non risuciva a incidere ed era in balia dei difensori granata poiché troppo solo in quanto Pussetto e de Paul rientravano tanto e agivano molto larghi e Fofana non sempre lo supportava a dovere, malgrado le ripetute richieste del suo allenatore. La partita nel complesso era equilibrata. I granata hanno fatto pressing a centrocampo, ma quando i bianconeri riuscivano a passare trovavano ampi spazi per avanzare anche se poi sottoporta non erano precisi (4’ e 23’ Lasagna, 6’ de Paul e 14’ Mandragora). Il risultato si è sbloccato dopo un contrasto prolungato fra Meïté e Fofana (proteste dei giocatori del Torino che hanno chiesto il fallo) nella metà campo granata che ha favorito Pussetto che si è involato e ha servito de Paul che si è accentrato e da fuori area ha tirato di destro trovando la deviazione di N’Koulou che ha spiazzato Sirigu (28’). Il gran possesso palla del Torino è stato di fatto sterile poiché il gioco era prevedibile, abbastanza lento, non sempre le situazioni sono state lette al meglio, impreciso alle volte nell’ultimo passaggio e in alcuni tiri in porta (33’ Belotti Soriano va sul fondo e mette in mezzo per il “Gallo” che in mezza girata calcia debolmente su Scuffet, 37’ Meïté tiro velleitario dalla distanza con palla che finisce fra le braccia del portiere, 40’ ancora Meïté tiro dal limite debole e su Scuffet) o sfortunato (24’ De Silvestri approfitta di uno scivolone di Mandragora, entra in area e incrocia col destro ma la palla finisce di pochissimo oltre il secondo palo; 38’ velo di Belotti e tiro a giro sul secondo palo di Berenguer con il destro ma la sfera termina seppur di poco a lato) e in più l’intesa fra Zaza e Belotti è stata quasi nulla, ci vorrà tempo per affinarla.

Nella ripresa il Torino ha aumentato il pressing e si è impossessato del pallino del gioco arrivando subito al pareggio: Soriano ha servito Meïté al limite dell’area e il francese si è girato spedendo con il mancino la palla all’incrocio dei pali (49’). L’Udinese non è stata più in grado di mantenere le giuste distanze fra i reparti e non è quasi più stata capace di uscire dalla propria metà campo e ha faticato molto anche a uscire dalla propria area e il Torino avrebbe potuto sfruttare meglio il suo pressing segnando il secondo gol, ma pur provandoci non è riuscito nell’intento per qualche errore di troppo nei passaggi o nei tiri in porta. Punizione dalla distanza di Berenguer con palla a Scuffet (79’), tiro alto di Baselli (81’), azione personale di Aina (subentrato a De Silvestri uscito per un problema muscolare) con conclusione fuori misura (83’), Soriano finta e palla in mezzo per Belotti che non è riuscito a controllare spedendo il pallone altissimo (90’) e Parigini (entrato al posto di Berenguer) dopo aver saltato l’uomo ha crossato per Soriano che ha contro-crossato troppo forte, forse avrebbe potuto provare il tiro in porta (94’). Le rare ripartenze dei padroni di casa erano iniziative dei singoli, ma non erano supportate dalla squadra come nel primo tempo o non erano precise. Lasagna da pochi passi ha strozzato il tiro di sinistro mandando la palla sul fondo (53’), su sviluppo da calcio d’angolo colpo di testa di Behrami con palla di poco a lato (71’), azione nell’area granata dei padroni di casa con Sirigu che si è impossessato della palla evitando pericoli (82’) e lancio lungo di Teodorczyk (subentrato a Pussetto) per Machís (entrato al posto di Lasagna) che in area ha sbagliato il controllo (93’). L’uno a uno finale per ciò che si è visto in campo non può che lasciare rammarico ai tifosi del Toro.

A parte le sviste arbitrali e un campo più adatto a coltivare le patate che a giocare a calcio, Mazzarri dovrà, comunque, lavorare per fare sì che Belotti e Zaza interagiscano di più e con profitto, che in generale i suoi giocatori siano più incisivi e sperando che i problemi di Falque e De Silvestri non siano gravi. Zaza deve addentrarsi di più nel gioco granata, si vede che ha voglia, ma alle volte gira a vuoto. Belotti non è stato abbastanza incisivo, anche perché poco servito e ben controllato dai difensori avversari. Baselli, che ha avuto le chiavi del centrocampo, deve avere maggiori idee per essere padrone di questo ruolo. Berenguer ha dimostrato di essere efficace in fase offensiva, ma in quella difensiva non è del tutto affidabile. Bene l’intesa fra Soriano e De Silvestri che spingono e sono una spina nel fianco per gli avversari. Pregevole il gol di Meïté, al suo secondo centro dopo la rete all’Inter, che ha fisico, discreta tecnica, coraggio nel provare il tiro, determinazione nel pressing sul portatore di palla, ma deve ancora imparare a gestire certe situazioni come quella del contrasto con Fofana che ha portato al gol dell’Udinese. Il Torino dopo quattro giornate ha cinque punti in classifica, ma se avesse giocato meglio i primi tempi nelle tre gare iniziali pur affrontando Roma e Inter e se con l’Udinese avesse segnato il secondo gol adesso ne avrebbe di più, la sola vittoria e di misura con la Spal è un po’ poco per chi ha quasi l’obbligo di acciuffare un posto utile per l’Europa League.