Il Torino non ha fatto abbastanza e l’Udinese ha vinto: chapeau!

Gli uomini di Colantuono in dieci dal 64’ con il Torino che ha provato la mossa dei tre attaccanti. I granata continuano ad avere difficoltà a tirare in porta. Glik tenuto in panchina. I tifosi del Toro hanno fischiano la squadra.
21.12.2015 07:00 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
Il Torino non ha fatto abbastanza e l’Udinese ha vinto: chapeau!
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Complimenti all’Udinese perché ha giocato meglio del Torino affrontando i granata a viso aperto, almeno fino a quando è rimasta in undici, pur arrivando da una situazione in classifica decisamente delicata che la vedeva a ridosso della zona retrocessione, con una squadra colpita da parecchi infortuni e l’aver subito nelle ultime due partite di campionato sette gol, tre dalla Fiorentina e quatto dall’Inter, senza realizzarne nemmeno uno. Eppure nonostante tutto ha voluto provare a tirarsi fuori dalle difficoltà e chiudere l’anno con una vittoria e c’è risuscita. Il Torino doveva riscattarsi dopo la pessima figura fatta con la Juventus in Coppa Italia, ma pur giocando meglio rispetto a mercoledì, e ci voleva veramente poco, non si è adoperato a sufficienza per segnare e soprattutto ha dimostrato ancora una volta di avere difficoltà a tirare in porta, troppo spesso alla squadra di Ventura manca l’ultimo passaggio.

Il Torino ha meritato i fischi dei suoi tifosi a fine primo tempo e poi anche al termine della partita perché l’Udinese ha fatto tredici tiri con ben otto in porta e il gol di Perica al 41’ poteva essere incrementato dallo stesso giocatore in almeno quattro altre occasioni (10’, 16’, 30’ e 71’) e poi anche Badu (7’), Di Natale (16’) ed Edenilson (54’) hanno avuto un’opportunità a testa per chiudere definitivamente la partita. I granata, invece, di tiri ne hanno fatti solo sette e ben sei fuori dallo specchio, l’unico che ha impegnato Karnezis è stato Belotti (28’). Eppure hanno avuto l’indubbio vantaggio di giocare in superiorità numerica dal 64’ per l’espulsione di Wague per doppia ammonizione, ma non l’hanno sfruttata a dovere. L’esclusione di Glik, tenuto in panchina, è spiegabile in parte anche con l’esigenza di far giocare Jansson al rientro da un infortunio e forse il capitano aveva bisogno di allungare le prossime vacanze per avere sempre giocato finora. Il tentativo di pareggiare passando al tridente offensivo con in campo anche Maxi Lopez ad aggiungersi a Quagliarella e Belotti può essere una soluzione, ma funziona se il centrocampo e gli esterni supportano di più le punte che a loro volta devono essere molto mobili a smarcarsi in modo da trovare varchi nel muro difensivo degli avversari. L’Udinese è stata più padrona del campo e anche quando è rimasta in dieci, pur chiudendosi a proteggere il risultato, l’ha fatto con attenzione, l’unico appunto che si deve fare alla squadra di Colantuono è che ha sprecato troppe occasioni per raddoppiare e questo poteva costare molto caro e anche il secondo fallo di Wague poteva essere evitato, anche se Quagliarella al limite dell’aerea fa sempre paura.

A proposito di Quagliarella, la sua partita è stata generosa, è andato spesso incontro alla palla ed è proprio questo modo di giocare che lo sta penalizzando, non segna da tre mesi. I compagni devono essere loro a rifornirlo di palloni giocabili e lui deve stare più tempo a ridosso dell’area avversaria altrimenti finisce per disperdere tante energie e non segnare. Ventura deve trovare altre soluzioni di gioco altrimenti gli attaccanti finiranno per continuare a stare fuori dal tabellino dei marcatori e questo inevitabilmente pregiudicherà il numero di vittorie. A fine partita Ventura ha dichiarato che la sconfitta con l’Udinese è la conseguenza degli errori commessi nel derby e che alla squadra ieri in campo è mancata la serenità per la voglia di dimostrare di fare bene. E poi ha sottolineato che se il Torino avesse vinto con i friulani, che con rispetto erano un avversario alla portata, in classifica sarebbe salito a quota 25 punti e avrebbe stabilito un altro piccolo record. Si potrebbe anche pensarla diversamente: ogni partita fa a sé e quando se ne sbaglia una si deve rimediare nella successiva trovando motivazione proprio nell’aver fatto male. Se si è consapevoli dei propri mezzi non esiste la mancanza di serenità per dimostrare quello che si vale, si fa quello che si è capaci di fare e basta. I record servono se poi a fine stagione si raggiungono gli obiettivi altrimenti ottenerli serve a ben poco e finiscono per essere una beffa.
Le vacanze natalizie devono servire a riflettere e a ripartire con la giusta determinazione, correggendo gli errori e cambiando qualche cosa nel gioco in modi che tutti possano esprimere al meglio le proprie qualità.