Il Torino ha la stoffa ora, però, deve fare anche il salto di qualità

Con Spal e Genoa i granata sono chiamati a dare continuità alla vittoria sulla Roma.
21.12.2017 11:45 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Il Torino ha la stoffa ora, però, deve fare anche il salto di qualità
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© foto di Federico Gaetano

Se al Meazza disputi due buone partite con Inter, soprattutto, e Milan e all’Olimpico della Capitale a distanza di nove giorni batti la Lazio in campionato ed elimini la Roma dalla Coppa Italia significa che hai le carte in regola per essere una squadra di un certo livello e che l’obiettivo iniziale di conquistare un posto utile per l’Europa League non è eccessivo. Però, se poi quella stessa squadra fa fatica ad avere la meglio con il Benevento oppure non va oltre ai pareggi con Bologna, Sampdoria, Hellas Verona, Crotone, Chievo e Atalanta, tutte formazioni alcune qualitativamente inferiori oppure altre dello stesso livello o comunque non superori, allora non si può non chiedersi: ma il vero Torino è quello visto con Inter, Milan, Lazio e Roma oppure è quell’altro che non riesce a battere avversari alla portata?

Adesso senza guardare troppo in là sabato la squadra di Mihajlovic affronterà a Ferrara la Spal e poi il trenta dicembre il Genoa al Grande Torino ed è lecito pretendere due vittorie. E’ lecito perché se il Torino andato in campo con la Roma senza schierare tutti i titolari è riuscito a battere i giallorossi allora è impensabile che con Spal e Genoa non si ottengano delle vittorie. E’ assolutamente vero che per dieci undicesimi anche la Roma era infarcita di riserve o giocatori che rientravano da infortuni, ma la squadra di Di Francesco è stata allestita per competere per i primi posti in campionato, in Champions e anche in Coppa Italia, quindi, anche le riserve del Torino hanno disputato una partita di buon livello. Tanto più che nelle prossime due gare è lecito pensare che torneranno in campo sin dal primo minuto Sirigu, N’Koulou, Rincon, Baselli e Falque.

Bandendo l’ipocrisia verbale, non si può affermare che Milinkovic-Savic, Lyanco, Moretti, Acquah, Valdifiori, Obi, Edera, Berenguer e Boyè, questi ultimi due entrati nel finale della gara con la Roma, siano considerati titolari altrimenti giocherebbero sempre o quasi, invece, s’accomodano in panchina abbastanza spesso e chi più chi meno ci restano per buona parte delle gare o anche per tutti i novanta minuti più recupero. Per essere chiari, alcuni come Milinkovic-Savic, Lyanco ed Edera per la giovane età stanno facendo gavetta, Berenguer sta imparando a conoscere il calcio italiano e solo Obi a causa della sua fragilità muscolare è quello che spesso sta fuori per problemi fisici e che se, invece, stesse sempre bene un posto da titolare molto probabilmente lo avrebbe. Ma se comunque Sirigu, N’Koulou, Rincon, Baselli e Falque giocano quasi sempre vuole dire che i titolari sono loro e allora o Mihajlovic con il suo staff e la società hanno sbagliato ad individuare i titolari oppure effettivamente loro lo sono insieme agli attuali infortunati Ljajic e Ansaldi più all’ancora nebuloso Niang e a De Silvestri e Belotti, volendo si possono aggiungere anche Burdisso e Molinaro. Mentre tutti gli altri sono da considerarsi riserve alle quali vanno aggiunti Ichazo, Gustafson, Sadiq, De Luca e Bonifazi, altro che oltre a essere giovane è anche in infermeria. Discorso a parte per Barreca che è incappato in infortuni che ne hanno condizionato l’utilizzo e anche il rendimento.
La disamina serve per dire che il Torino o batte Spal e Genoa, con tutto il rispetto per entrambe le formazioni, oppure resta una squadra che pur avendone la stoffa non è in grado di fare anche il salto di qualità. E allora bisognerà capire chi è responsabile di tutto ciò e poi agire di conseguenza se effettivamente l’Europa League è un obiettivo, altrimenti si può tranquillamente continuare a vivacchiare accontentandosi di qualche vittoria ogni tanto.