Il Torino ha bisogno di aggiungere oltre alla qualità anche personalità alla rosa

04.07.2023 10:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Ivan Juric
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Gli arrivi di Popa, Bellanova e Haveri indicano che il Torino continua a percorrere la strada dei giovani di prospettiva  infatti il portiere rumeno compirà 23 anni il prossimo 12 ottobre, il terzino sinistro li ha compiuti lo scorso 17 maggio e l’albanese festeggerà 22 anni il 18 settembre.  A fare da contraltare il rinnovo di Djidji che in confronto ai tre è quasi un “vecchietto” visto che spegnerà 31 candeline il 30 novembre. Nella scorsa stagione l’età media del Torino era di 24,2 anni e solo il Lecce in Serie A era ancora più giovane della squadra granata con 23,3. Una rosa giovane ha margini di crescita e può portare a future plusvalenze, ma nell’immediato rischia di pagare lo scotto di una minore esperienza e di una personalità non elevata.

I non pochi punti lasciati per strada, anche con squadre che sono retrocesse o si sono salvate nelle ultime giornate, nello scorso campionato e le difficoltà incontrate quando era il Torino a dover fare la partita che ha portato soprattutto nelle gare casalinghe a raccogliere meno punti rispetto ai match in trasferta sono imputabili pure a ingenuità che si sono ripercosse sul perdere palla in fase difensiva con conseguenti reti subite che potevano essere evitate, letture delle situazioni di gioco che non sono sempre state le migliori possibili, ultimi passaggi errati e mira più di una volta imprecisa sotto porta con l’inevitabile conseguenza di segnare pochi gol. La giovane età della rosa e una personalità non abbastanza forte sono correlate inevitabilmente al fatto che il Torino pur provandoci fino alla fine non sia riuscito ad andare oltre il 10° posto proprio a causa dei punti lasciati per strada.

Anche mister Juric nel commentare l’esito di certe partite lo ha sottolineato con frasi del tipo: “Siamo incappati in una giornata dove sono state fatte tantissime belle cose, ma abbiamo sbagliato tanto, ma proprio tanto negli ultimi passaggi”. “Altre volte magari sbagliamo occasioni da gol o i portieri avversari stanno bene e parano tanto”. “Abbiamo preso gol sul primo cross, mettiamola così, ma non ci siamo scomposti e abbiamo fatto grandi cose e pareggiato. Potevamo gestire meglio certe situazioni nel finale con più serenità e tranquillità perché la partita era nelle nostre mani. Il rammarico è per il risultato”. “Sulle fasce in questi due anni siamo stati a un livello basso per cross, gol e concretezza. In passato ho avuto esterni più concreti e facevano più assist e più gol”. “In certe situazioni si doveva giocare più “sporco” sulle seconde palle perché le conquistavano tanto. Questo poteva essere gestito meglio sapendo che mancavano 7-8 minuti e dovevamo cercare di vincere, ma senza sbilanciarci”. “Ci sono state situazioni nelle quali abbiamo mancato clamorosamente l’ultimo passaggio, anche in contesti molto semplici. I gol si fanno con la tecnica. Poi è chiaro che se non ci metti il carattere, la voglia e la determinazione non c’è partita e per noi è sempre stato così: se ci mancano questi aspetti non siamo competitivi”. “E’ chiaro che qualcosa per fare di più ci manca”.
E quel qualcosa è aggiungere oltre alla qualità anche la personalità e per farlo servono giocatori esperti quindi di età un po’ superiore che affianchino i giovani di prospettiva così il Torino potrà alzare veramente l’asticella e non solo tentare, ma arrivare a disputare le coppe europee
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