Il Torino farà un mercato parsimonioso e allora ancora una volta bye bye squadra competitiva

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E’ inutile fare i diplomatici o usare giri di parole quando si parla di allestire una squadra che sia competitiva perché tutti sanno che se non si spendono bei soldini non si compreranno mai giocatori di un certo livello e l’unica alternativa è fare una programmazione a lungo termine investendo molto sul vivaio e formando in casa i giocatori validi, cosa che ormai avviene raramente nel calcio. E allora come si fa a conciliare un mercato parsimonioso, parole del direttore tecnico Vagnati, con avere una rosa competitiva che lotti, si badi bene, non per lo scudetto o la Champions, ma per un posto in Europa League?

Sarebbe facile rispondere basta essere molto bravi in sede di trattative. Certo, ma serve anche una rete di osservatori numericamente importante e capace di scovare veri talenti e non solo ragazzotti di belle speranze che poi rimangono di fatto tali o che hanno sì doti tecniche ma o fisicamente oppure caratterialmente sono fragili. E per avere un buon numero di osservatori capaci servono parecchi soldi, quindi, si è punto e a capo.

Vagnati non se la prenda se dopo le sue parole ai microfoni di Sky si è scettici sulla costruzione della rosa del Torino per la prossima stagione perché non è nulla di personale e non si vuole assolutamente mettere in discussione le sue capacità, ma il realismo porta a pensare che con la premessa di un mercato parsimonioso al più potrà essere allestita una squadra da metà classifica che non corre il rischio di lottare per non retrocedere, ma allo stesso tempo non lotta fino alla fine neppure per i preliminari d’Europa League.
Stra-felici se si sarà smentiti e pronti a riconoscere quanto saranno stati bravi Vaganti e Cairo se il Torino al termine della prossima stagione si sarà qualificato per L’Europa League, anche solo ai preliminari e senza esserci arrivato perché qualche altra squadra ne è stata esclusa.