Il Torino è alla ricerca di un nuovo equilibrio per avere una squadra solida
Come una rondine non fa primavera così due vittorie a inizio campionato non danno garanzie su quanto una squadra possa valere e neppure su dove potrà arrivare a fine torneo. Indubbiamente, però, è sempre meglio iniziare bene. Il Torino di quest’anno calcistico è rimasto pressoché invariato rispetto a quello dello scorso campionato, ma nonostante questo due fattori ne hanno alterato gli equilibri: il caso Nkoulou e l’arrivo di Verdi, decisamente meno quello di Laxalt non perché sia un calciatore di modesto livello, ma per il ruolo in cui agisce ed essendo un giocatore di fascia fa la differenza se gioca bene o male però non incide sull’assetto della squadra salvo cambiare completamente modulo e passare da una difesa con tre centrali a una a quattro con due terzini puri e due centrali.
L’assenza di Nkoulou in mezzo alla difesa ha tolto alcune sicurezze e prova ne sono i quattro gol incassati due dal Sassuolo e altri due dall’Atalanta e le quattordici parare fatte in queste due gare, sette a match, da Sirigu delle quali 2 decisive con i neroverdi e 4 con i nerazzurri. Bremer, Djidji e Bonifazi non hanno demeritato da far dire che non possono starci in questa squadra, ma non hanno la stessa esperienza e le stesse capacità del miglior Nkoulou. Come si risolverà il caso Nkoulou non è facile da dirsi, ma se anche oggi prima dell’allenamento pomeridiano fossero arrivare le scuse del giocatore, come chiesto da Cairo e Mazzarri, e se poi Nicolas fosse tornato ad allenarsi con i compagni ci vorrà del tempo, tanto o poco chissà, per rivederlo in campo al centro della difesa e, comunque, per quanto le scuse possano essere contrite e sincere fare come se nulla fosse accaduto non è semplice, qualche scoria anche se sotto le ceneri potrebbe rimanere. Senza Nkoulou in campo si è visto che Izzo debba fare oltre al suo anche da sostegno al difensore centrale dei tre di turno, che De Silvestri in fase difensiva arretri ad andare a fare il quarto e che Rincon debba stare davanti alla difesa a fare da frangiflutti. Tutto questo altera l’equilibrio della squadra e ne muta anche i movimenti.
L’arrivo di Verdi inciderà sicuramente sul reparto offensivo. Belotti resterà l’attaccante imprescindibile, ma appena si sarà inserito nel sistema di gioco che vuole Mazzarri anche Verdi se non proprio titolare inamovibile sarà uno che otterrà una maglia da titolare e gli spazi per Falque e Zaza inevitabilmente si ridurranno e ancor di più quelli di Berenguer, Parigini, Edera e Millico. Giocare con tre attaccanti vuole dire avere un centrocampista in meno e oltretutto per farlo la squadra deve avere una solidità che eviti lo sbilanciamento in avanti per cui l’equilibrio anche in questo caso va resettato. Mazzarri e i giocatori hanno da lavorare per ottenere una squadra che garantisca nel tempo risultati positivi.