Il Torino deve prendere decisioni su almeno cinque titolari più alcune riserve: il tempo stringe
Due settimane è il campionato sarà finito, ma da tempo il Torino è assestato a metà classifica senza possibilità di raggiungere posizioni più in alto. In questa stagione sono state poste le basi come ha detto mister Juric e l’asticella è stata alzata, ma per migliorare serve che arrivino i giocatori giusti nei ruoli dove si può ancora crescere. Concetti tutti detti chiaramente dall’allenatore che era stato preso l’estate scorsa per risollevare il Torino dopo due annate con salvezze giunte all’ultimo. Per il futuro ci sono da prendere decisioni chiave su almeno cinque giocatori titolari: il portiere, il difensore centrale, due trequartisti e l’attaccante. Quasi tutta la spina dorsale della squadra. E poi anche su alcune riserve. Eppure non c’è stato ancora un incontro per definire le strategie di mercato fra il presidente Cairo, il direttore tecnico e allenatore. Ma cosa si aspetta?
Bremer andrà via, ceduto per fare cassa. Trovare un sostituto alla sua altezza non sarà per nulla facile a costi non esorbitanti e Juric vuole un giocatore forte quindi non un ragazzo di belle speranze da far crescere come è avvenuto con Gleison. Berisha in quest’ultima parte della stagione è preferito a Milinkovic-Savic, ma se anche Juric non lo ha detto esplicitamente si è capito che vorrebbe un portiere più affidabile. Pjaca tra infortuni e prestazioni non brillanti si è rivelato non all’altezza delle aspettative e il suo riscatto non pare un’opzione. Brekalo dopo un approccio decisamente positivo nella seconda parte della stagione non è stato più incisivo come all’inizio e anche lui è in prestito. Seck è ancora molto giovane e si è affacciato alla Serie A solo dal suo arrivo in granata e non può ancora essere un titolare sulla trequarti. Resta quindi solo Praet che però è in prestito e se è l’uomo giusto, pur tenuto conto che incappa in infortuni, va riscattato dal Leichester o almeno va rinnovato il prestito. Su Belotti che è in scadenza c’è un punto interrogativo più grande della catena dell’Himalaya. Sanabria per quanto funzionale al gioco di Juric non segna abbastanza. Pellegri ha l’incognita della tenuta fisica e anche lui è in prestito. Warming, al suo primo anno in Italia, è stato utilizzato pochissimo e non si sa se possa essere considerato anche solo una riserva valida. Zaza sono quattro campionati che non convince. A loro si aggiunge che Pobega, uno da considerarsi titolare, a fine campionato tornerà al Milan.
Non secondaria è la questione che riguarda altri ruoli e giocatori. Difensore di centro-destra: Izzo rimarrà? Quest’anno in campionato il campo lo ha visto solo 10 volte per un totale di 512 minuti e al massimo lo potrà calcare altre due. Djidji e Zima bastano per alzare l’asticella? Singo e Vojvoda sono diventati i titolari sulle fasce, ma per quel che riguarda le riserve Aina è candidato ad essere ceduto e Ansaldi è a fine carriera. Per quel che riguarda il centrocampo, Lukic è il punto fermo, scatta l’obbligo di riscatto per Mandragora, Ricci dal suo arrivo a gennaio ha fatto vedere che come alternativa ci sta per cui si dà per scontato che il Torino saldi il conto con l’Empoli e lo faccia diventare definitivamente un granata. Alla luce di tutto ciò sere almeno un uomo di fascia che possa agire sia a destra sia a sinistra, ipotizzando una permanenza di Ansaldi.
Di sicuro il budget del Torino per il mercato non sarà cospicuo, il club granata viene da quattro esercizi di bilancio in rosso, e la cessione di Bremer per quanto possa essere allestita un’asta che permetta di incassare una cifra cospicua non basta per finanziare il resto del mercato per allestire una squadra che competa almeno per la Conference League. Si può in parte sopperire percorrendo la strada di giocatori poco famosi, ma funzionali al gioco di Juric e dei prestiti, ma di giocatori integri fisicamente e di qualità. Per riuscirci però bisogna battere la concorrenza. Il tempo stringe.