Il Torino deve darsi una svegliata: troppi gol subiti e pochi fatti

Undici reti realizzate e altrettante subite zavorrano la classifica e non sono in linea con l’ambizione di conquistare un posto utile per l’Europa League.
24.10.2018 10:55 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Belotti e Baselli
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Belotti e Baselli
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Dare i primi giudizi dopo nove giornate non è affrettato perché il quadro è abbastanza ampio e variegato in quando il Torino ha già affrontato squadre sulla carta e anche nei fatti sia più forti, Roma, Inter e Napoli, sia più deboli, Spal, Udinese, Chievo Frosinone e Bologna, sia una che, più o meno, è della sua forza, Atalanta. Al netto delle decisioni arbitrali oggettivamente sfavorevoli, i tredici punti in classifica e il conseguente nono posto in coabitazione con Genoa e Parma non soddisfano. Non si tratta solo di posizione in graduatoria o di punti conquistati, ma delle prestazioni troppo altalenanti e macchiate da atteggiamenti ed errori individuali e collettivi non consoni a una squadra che punta a un posto in Europa League.

In queste prime nove partite non ce n’è stata una dove il Torino non abbia deluso sotto qualche aspetto. Approcci iniziali non adeguati, amnesie che hanno portato a rimonte degli avversari, possesso palla per lunghi tratti sterile, scarsa precisione sotto porta, incapacità di chiudere la partita mantenendo il risultato in bilico fino al fischio finale. E non sono solo impressioni di chi valuta dall’esterno perché a suffragare ci sono dati incontrovertibili: undici gol fatti e altrettanti subiti. I granata per capacità a segnare sono la dodicesima squadra della serie A e per attitudine a non subire reti la nona a pari di Parma e Milan. La posizione in classifica è quindi in linea con questi dati e di conseguenza è deficitaria rispetto alle ambizioni perché si realizzano un po’ pochi gol e se ne incassano troppi.

Trovare soluzioni è doveroso prima che sia troppo tardi. Mazzarri potrà e dovrà apportare correttivi e inventarsi schemi, ma sono poi i giocatori che in partita hanno l’obbligo di attuare quanto provato in allenamento e devono farlo senza commettere errori e, soprattutto, devono avere approcci iniziali e non solo che risultino costantemente redditizi. La mancanza di mentalità vincente è il difetto che sta alla base di tutti gli altri, allenare la testa dei giocatori è la cosa più difficile, ma è possibile purché da parte di tutti i calciatori ci sia la volontà di voler superare questo deficit. Già sabato sera con la Fiorentina i giocatori più esperti e con maggiori qualità, da Sirigu a Belotti passando per N’Koulou, Izzo, Moretti, De Silvestri, Rincon, Soriano, Zaza e Baselli, che siano titolari, che subentrino o restino in panchina dovranno impegnarsi molto di più e trascinare i compagni più giovani aiutati da chi come Falque finora ha sempre fatto il suo.