Il Torino deve dare un segnale forte sul futuro e sulle ambizioni
Non basta che Cairo nell’intervista di ieri a Tuttosport abbia detto che punti fermi dai quali ripartire per il futuro sono: Sirigu, N’Koulou, Falque, Moretti, Ljajic, Edera, Bonifazi, Barreca, Baselli, Rincon e Belotti, e poi sollecitato abbia aggiunto che non vuole vendere Belotti. Certo forte dei contratti in essere il Torino può impuntarsi e anche a fronte di offerte allettanti non cedere i suoi giocatori migliori, però, poi cosa accade se i suddetti giocatori sono scontenti o comunque non felici di restare? Se nelle intenzioni c’è veramente costruire una rosa che permetta alla squadra di lottare e ottenere un posto utile per l’Europa League allora servono giocatori convinti che si possa ottenere quell’obiettivo. Sia ben chiaro quando si parla di posto utile per l’Europa League non s’intende il settimo che eventualmente si ottiene se la vincitrice della Coppa Italia in campionato si piazza fra le prime sei e se … millanta altri fattori che non dipendono direttamente da ciò che farà il Torino in campo, ovviamente, s’intende puntare al quinto posto che garantisce l’accesso diretto alla fase a gironi, massimo il sesto che significa secondo turno preliminare, ma solo se il campionato avesse un andamento molto elevato. Fatta chiarezza su questo punto è doveroso farla anche sui giocatori.
I giocatori di qualità, più o meno elevata, e che disputano stagioni di discreto-buon livello e che non sono a fine carriera oppure ragazzini di belle speranze non si accontentano di una squadra che arriva a metà classifica, possono farlo per un anno o due e poi vogliono andare altrove perché hanno mercato e sanno che possono ambire a traguardi più prestigiosi. Oltretutto un calciatore si rende conto nel giro di poco se un nuovo compagno è di buon valore oppure non tanto. Tutti sanno che se c’è un divario eccessivo tra titolari e riserve prima o poi qualche problema accadrà. Ancor di più se qualche reparto non è completato adeguatamente perché sono stati presi giocatori che debbono rilanciarsi poiché arrivano da infortuni o da stagioni mediocri. Poco o nulla conta che tecnicamente un giocatore abbia qualità se poi non le esprime in campo o le mette al servizio della squadra solo a sprazzi.
Il Torino inteso come società è adesso che deve convincere i propri migliori giocatori che sarà allestita una squadra adeguata. Fissare chiari obiettivi, congedare chi non rientra nel progetto tecnico di Mazzarri, pretendere che i giocatori sui quali si vuole puntare dicano chiaramente se vogliono restare e in caso di risposta negativa aprire subito trattative di cessione, intavolare trattative con calciatori che innalzino il tasso qualitativo della rosa (nell’ambiente si viene sempre a sapere se una società si sta muovendo oppure no) e rinnovare eventuali contratti che fra un anno andranno in scadenza. Questi sono segnali forti e, soprattutto, concreti che indicano qual è la strada che s’intende prendere per il futuro, tutto il resto sono solo chiacchiere che illudono e finiscono per trasformarsi in vorrei ma non faccio nulla per ottenere.