Il possesso palla va rivisto: com’è non garantisce attacco e difesa
Il Torino quando è in campo, quasi sempre, fa maggior possesso palla della squadra avversaria, ma non riesce altrettanto spesso a tradurlo in maggiore attacco alla porta avversaria e neppure in una superiore protezione della propria area. I dati forniti da Panini Digital e pubblicati sul sito della Lega di serie A sono chiarissimi e fotografano perfettamente la situazione attuale del Torino che si trova in una posizione di classifica non preoccupante, ma neppure esente da accurate riflessioni in quanto la squadra di Ventura è sopra la linea di galleggiamento, però non ad un’assoluta distanza di sicurezza dalle posizioni a rischio coinvolgimento nella lotta per la salvezza.
Nelle prime dodici giornate il Torino ha avuto un minor possesso palla solo con Roma (Torino 21’:22’’-Roma 32’:44’), Juventus (25’:08’’-27’:06’’) e Milan (24’:48’’-29’:04’’) e in tutte e tre le gare le percentuali di attacco alla porta altrui (Torino 40,7-Roma 60,9; Torino 22,8-Juventus 59,2; Torino 34-Milan 54,3), pericolosità (Torino 41,5-Roma 46,8; Torino 50-Juventus 55,1; Torino 34-Milan 54,3) e protezione della propria area (Torino 39,1-Roma 59,3; Torino 44,9-Juventus 50; Torino 45,7-Milan 66) sono state superiori per gli avversari, anche se i granata hanno perso solo con i bianconeri e pareggiato le altre due volte e curiosamente giocavano sempre in casa. Per un’analisi più completa va aggiunto che nelle altre nove partite, dove il Torino ha avuto un possesso palla superiore agli avversari, in quattro con Cagliari, Livorno, Bologna e Atalanta ha avuto una percentuale superiore di attacco alla porta altrui (Torino 40-Cagliari 39; Torino 51,4-Livorno 43,6; Torino 47,5-Bologna 39,5; Torino 57,5-Atalanta 55,4) rimediando una sola vittoria (Bologna) un pareggio (Livorno) e due sconfitte (Cagliari e Atalanta). Anche in termini di percentuale di pericolosità i granata si fermano sempre a quota quattro con Inter (Torino 68,7-Inter 51,7), Verona (58,9-49.1), Bologna (52,2-40,5) e Sassuolo (54,2-39) però in questo caso i punti conquistati sono stati decisamente superiori, otto (pareggi con Inter e Verona e vittorie con Bologna e Sassuolo). E sempre in quattro partite la percentuale di protezione della propria area ha visto il Torino in vantaggio sugli avversari con Cagliari (Torino 61-Cagliari 60), Livorno (56,4-48,6), Bologna (60,5-52,5) e Atalanta (44,6-42,5) a fronte di quattro punti raccolti (sconfitte con Cagliari e Atalanta, pareggio con il Livorno e vittoria con il Bologna).
I dati oggettivi portano a concludere che il possesso palla del Torino non è molto redditizio perché quando è stato inferiore e sempre con squadre più forti, quindi sulla carta favorite per la vittoria, non ha prodotto un grande svantaggio visti i due pareggi su tre partite e quando è stato superiore si è concretizzato in due sole vittorie quattro pareggi e tre sconfitte, finendo per pagare con l’Inter che qualitativamente è superiore ai granata ed è stata bloccata sul pareggio e con Bologna e Sassuolo che hanno perso, però sono meno forti del Torino. Nulla è servito con Cagliari e Atalanta, lasciando perdere il Napoli che è più forte, e non ha fatto la differenza con Livorno, Sampdoria e Verona, soprattutto con le prime due che qualitativamente e tecnicamente non sono sicuramente superiori ai granata. Va da sé che l’impianto di gioco del Torino va rivisto, poiché, nonostante gli errori arbitrali e gli infortuni, finora non ha prodotto tanto quanto avrebbe dovuto. Che sia il modulo, che siano le caratteristiche tecniche dei singoli giocatori, che sia l’amalgama del collettivo, che sia la mentalità o che sia un po’ ognuna di queste cose Ventura e i giocatori devono correggere il tiro, oggi la situazione è ampiamente migliorabile a patto che non si perseveri, altrimenti è a rischio la serenità di tutto l’ambiente oltre che la classifica, poi a gennaio con la riapertura del calciomercato se la società vorrà e potrà innalzerà il tasso qualitativo risolvendo le lacune dell’organico, magari con l’innesto di un giocatore per reparto.