Il momento del Torino è critico ma non si può gettare tutto alle ortiche

Il calo di rendimento e di risultati nelle ultime undici giornate ha fatto svanire la possibilità di lottare per l’Europa League, ma la squadra resta a metà classifica e ha un attacco di prim’ordine.
25.02.2017 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Il momento del Torino è critico ma non si può gettare tutto alle ortiche
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© foto di Federico Gaetano

Tenendo sempre ben presente che il Torino é a metà classifica e che non rischia di essere coinvolto nella lotta per non retrocedere, non si può ignorare che l'obiettivo d’inizio stagione di provare fino alla fine a ottenere un piazzamento utile per l'Europa League é sfumato. I problemi che c'erano a inizio campionato sulla fase difensiva non sono stati superati e, infatti, il numero dei gol subiti é sempre alto e si é anche incrementato nel girone d'andata, anche perché gli infortuni a Rossettini e Castan oltre a quello di Carlão hanno ridotto al lumicino le possibilità per l’allenatore di avere alternative nella scelta di chi mandare in campo. Hart é un ottimo portiere, ma non può fare miracoli. 

Non avendo più obiettivi le motivazioni per fare bene si affievoliscono e l’eventualità che l'impegno in campo sia minore é una possibilità sommata al fatto che quando i risultati latitano c'è il rischio da una parte dello scaricabarile delle responsabilità e dall'altra che ognuno pensi a se stesso, senza più mettere al primo posto la voglia di lottare per il bene comune. Se poi si aggiunge che le critiche o anche solo i minori consensi si moltiplicano é facile capire che inizia a serpeggiare nell'ambiente granata un malumore crescente nei confronti di tutti. Della società per non aver fatto abbastanza in sede di mercato. Dell'allenatore reo di trascurare troppo la fase difensiva e di essere stato troppo diretto in alcune critiche rivolte in pubblico ad alcuni giocatori, che, però, obiettivamente stavano deludendo e lo stanno facendo tuttora. Dei giocatori che s’impegnano poco o sono dei mercenari pronti ad andare a cercare fortune e contratti d’oro altrove.     

La criticità del momento del Torino è obiettiva poiché nelle ultime undici partite sono stati conquistati solo dieci punti, però, non deve finire per rovinare tutto. I granata sono pur sempre fra le squadre che hanno un attacco importante, il quarto grazie al trio Belotti, Falque e Ljajic, alcuni giovani di prospettiva come Barreca e Lukic che non vanno bruciati e soprattutto un progetto che aveva l'ambizione di riportare il Torino a stabilirsi fra le squadre di vertice della serie A. Arrivare al punto di creare un distacco incolmabile fra società, allenatore, giocatori e tifosi fará solo il male del Toro perché tutto sarà gettato alle ortiche e come nel gioco dell'oca si dovrà tornare alla casella iniziale per cominciare tutto da capo. I giocatori forti se ne andranno, le casse societarie si riempiranno di soldoni grazie alle plusvalenze e dovranno essere trovati un nuovo allenatore e giocatori per costruire un nuovo progetto con tutte le incognite che comporta. Con un po' d'impegno da parte di tutti, invece, si può tenere insieme quello che c'é di buono, indietreggiando sì di qualche casella, ma senza ripartire dal via.