I tifosi del Toro meritano molto di più
Forza vecchio cuore granata, mai come oggi questa frase assume un valore assoluto perché il tifoso del Toro negli anni ha dovuto subirne di cotte e di crude. Ha sopportato sconfitte, ha vissuto un fallimento della società che gestiva la squadra per cui tifava, si è dovuto turare il naso per la pochezza di ciò che vedeva in campo, però nonostante questo non ha mai abdicato dalla dignità, anzi vi si è rifugiato con l’orgoglio di chi è nel giusto ed è costretto a subire ingiustizie. Il tifoso del Toro, quello vero, che da sempre porta avanti i valori granata non è avvezzo a compromessi e pretende che chi lo rappresenta o dovrebbe rappresentarlo, dirigenti, allenatori, giocatori, si comporti sempre in modo da poter andare a testa alta e se non lo fa allora vuol dire che non è degno di appartenere al Toro e non onora il colore granata. I fischi e gli insulti che si sono levati da tutti i settori dello stadio Olimpico mercoledì sera durante la partita fra Torino e Genoa erano l’esternazione dell’indignazione dei tifosi del Toro per ciò che accadeva in campo, dove i giocatori delle due squadre avevano abdicato dal giocare a calcio pensando solo a non farsi reciprocamente del male in modo da portarsi a casa il punticino che al novantanove per cento significherà la permanenza in serie A.
In un calcio ormai votato solo al business il concetto di dignità viene senza troppi scrupoli accantonato perché quello che conta è il restare in serie A, categoria che garantisce utili e grande visibilità. I tifosi che sono considerati dei clienti non solo devono pagare il prodotto, ma non devono neppure lamentarsi più di tanto perché questo infastidisce chi si pone al di sopra di tutto forte del fatto che se non ci fosse non esisterebbe neppure il Torino o nella migliore delle ipotesi il Torino agonizzerebbe in chissà quale sottocategoria del calcio locale. Che sia ben chiaro i tifosi del Toro sono assolutamente felici che la loro squadra con due giornate d’anticipo abbia praticamente ipotecato la permanenza in serie A, che nessuno si sogni anche solo di pensare per un istante che avrebbero preferito perdere contro il Genoa piuttosto che vedere il nulla in campo. I tifosi del Toro non sono masochisti e hanno ben presente la differenza fra la miseria della mediocrità e l’ottenere un risultato conquistandolo profondendo le proprie forze e sfruttando appieno le proprie capacità.
Questa stagione che è stata definita da mister Ventura anno zero, che deve o dovrebbe porre le basi per far sì che dal prossimo campionato il Torino si posizioni stabilmente nella prima parte della classifica, ormai è archiviabile come un’annata con alti e bassi iniziata con una formazione che presentava delle lacune che sono state sopperite in parte con il lavoro quotidiano, la buona volontà e il sacrificio e in parte dal basso livello qualitativo di questo campionato che ha visto molte squadre ottenere risultati inferiori alle iniziali aspettative. Sul fatto che si siano poste delle solide basi per il futuro è tutto da vedersi, forse con grande umiltà sarebbe meglio dire che si è spianato il terreno per erigere le fondamenta. Il difficile sarà confermare quanto si è ottenuto in questa stagione, farlo è possibile a patto che gli errori che sono stati commessi vengano tenuti in debita considerazione e ci si adoperi concretamente per risolverli senza scendere a compromessi e mettendo al primo posto, a pari merito, il business con quella dignità che i tifosi, nonostante tutto, conservano e pongono alla base di tutto.
Il recupero della dignità come la conquista dei punti che garantiscono l’aritmetica permanenza in serie A devono avvenire già domenica con il Chievo e poi nell’ultima giornata con il Catania, se avverranno entrambe le cose allora sì che il primissimo strato di fondamenta sarà stato posto e saranno fondamenta solide che non potranno essere scalfite dalle prime avversità che inevitabilmente ci sono sempre in qualsiasi progetto. I tifosi del Toro meritano che si passi dalla precarietà del presente alla serenità di un futuro fatto di stabilità.
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