Granata e nerazzurri colpiti dagli infortuni, ma il Toro vuole battere l’Inter

Ventura alle prese con problemi in difesa, mentre Mazzarri in attacco. Il Torino riprende la preparazione senza Cerci e l’Inter senza i suoi undici nazionali. Il mister granata dovrà decidere se utilizzare una difesa con tre centrali o a quattro.
15.10.2013 11:59 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Granata e nerazzurri colpiti dagli infortuni, ma il Toro vuole battere l’Inter
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La difesa del Torino è a dir poco in emergenza poiché non sono disponibili Glik, che deve scontare un turno di squalifica, e Rodriguez e Bovo, che devono superare i rispettivi infortuni, in più anche Maksimovic è acciaccato, forse il serbo riuscirà a recuperare, per saperlo con certezza però si attende l’esito dell’ecografia che dovrebbe giungere in giornata, quindi Ventura come difensori centrali di ruolo ha solo il giovane Scaglia dalla Primavera aggregato alla prima squadra. Senza dimenticare che anche in attacco il mister granata deve fare a meno di Larrondo che è alle prese con il recupero dalla frattura del piede. In questi giorni anche i nazionali Cerci non si allena, per ovvi motivi con i compagni. Certo che se il mister granata è alle prese con problemi di formazione anche quello nerazzurro, Mazzarri, in materia qualche grattacapo ce l’ha, infatti, Milito è infortunato e solo al rientro dagli impegni con le rispettive nazionali saprà in quali condizioni sono i vari Palacio, Campagnaro, Icardi, Taider, Kovacic, Handanovic, Ranocchia, Nagatomo, Guarin, Pereira e Jonathan, mentre per quel che riguarda Alvarez solo domani si saprà, dopo ulteriori accertamenti clinici, se sarà a disposizione per domenica sera.

 

Ventura, viste le defezioni in difesa, dovrà decidere se continuare con il 3-5-2 oppure se passare a una diga composta da quattro uomini davanti a Padelli, decisione assolutamente non facile poiché cambiare il modulo quando l’avversario è di rango, come nel caso dell’Inter, è una scelta che non si fa a cuor leggero e che implica, in caso il risultato non sia positivo e soprattutto se la prestazione in campo non fosse convincente, l’esporsi a critiche. Il mister granata potrebbe utilizzare Darmian, Moretti e Pasquale o Masiello, mantenendo così una difesa a tre oppure optare per D’Ambrosio, Darmian, Moretti e sempre uno fra Pasquale e Masiello o anche arretrare la posizione di Gazzi o Vives così da tenere D’Ambrosio più avanzato come esterno di centrocampo davanti a Darmian o sulla sinistra. Se invece Maksimovic riuscisse a recuperare e se Ventura lo ritenesse pronto per andare in campo dal primo minuto allora la situazione sarebbe più semplice poiché il serbo è un difensore centrale di ruolo. Discorso simile per Filippo Scaglia, ma pensare che Ventura per affrontare l’Inter possa affidarsi a un giovane da pochi giorni aggregato alla prima squadra pare piuttosto fantascienza, non è nelle corde del mister lanciare giovani in queste situazioni.

 

Un’idea intrigante, per quanto inedita, sarebbe un Torino schierato con il 4-3-3: Padelli, Darmian, Gazzi, Moretti, Pasquale, Brighi, Vives, D’Ambrosio, Cerci, Immobile e Barreto con la possibilità di inserire in caso di necessità o di avvicendamento Basha, Bellomo, El Kaddouri, Farnerud (questa mattina non presente all’allenamento) e Meggiorini o anche Masiello e Scaglia o Maksimovic, se dovesse recuperare. Chiaramente sarebbe un azzardo, ma come recitano tre proverbi fare di necessità virtù, chi non risica non rosica e la fortuna aiuta gli audaci se non si prova quando la classifica è positiva (nono posto, anche se in coabitazione con Atalanta e Parma, dopo sette giornate) e si è all’inizio del campionato, quindi con tanto tempo davanti e molti punti a disposizione per centrare non solo l’obiettivo primario (salvezza), ma anche le doverose aspirazioni (decimo posto), quando si dovrebbe tentare qualche cosa di nuovo? In fin dei conti è meglio essere criticati per aver osato, oltretutto in emergenza, piuttosto che esserlo per una partita scialba perché non si è avuto il coraggio di esporsi puntando a un pareggio che comunque porta un punto e magari all’ultimo ritrovarsi con neppure un punticino.