Granata dalle stelle alle stalle castigati da una tripletta di Amauri
Partita molto equilibrata nel primo tempo, caratterizzato per i gol non realizzati, poi nella ripresa il Torino sembra trovare la giusta via della vittoria, ma quando il Parma è in svantaggio e pare incapace di ribaltare la situazione scatta nei ducali l’orgoglio che li porta prima al pareggio e poi a dilagare con i granata inermi e senza la grinta che dà la forza per reagire. Se nel primo tempo il pareggio sarebbe stato giusto e all’inizio della seconda frazione di gioco era il Torino quello che meritava la vittoria, alla fine è sacrosanto che abbia vinto il Parma.
Il Torino si è presentato al Tardini con un 4-2-3-1 non consueto se la difesa con D’Ambrosio, Glik, Ogbonna e Masiello e mediana a due con Brighi e Gazzi non erano una novità l’attacco con Birsa, Vives e Santana alle spalle dell’unica punta Bianchi quest’anno non lo si era ancora mai visto. E’ chiaro che con le assenze per squalifica di Cerci, Meggiorini e Diop e con Jonathas, appena ristabilito da un infortunio, Ventura doveva trovare delle soluzioni alternative per contrastare il 3-5-2 di Donadoni che per tornare alla vittoria, che mancava dal sei gennaio, si è affidato a Benalouane, Paletta e Lucarelli in difesa, Rosi, Marchionni, Valdes, Parolo e Gobbi in mediana e a Biabiany e Amauri in attacco. Le soluzioni tattiche iniziali però non hanno premiato i due allenatori, infatti, Torino e Parma nella prima parte della gara si sono contraddistinti soprattutto per i gol mancati. Dopo quattro minuti un retropassaggio di Ogbonna trova Gillet non prontissimo a controllare la palla e prima Amauri e poi Biabiany mancano di un soffio il riuscire a spingerla in rete anche perché il portiere granata si riprende subito e con i piedi evita la beffa. Al 14’ il Torino potrebbe passare in vantaggio grazie a un contropiede sfruttato da Birsa che serve splendidamente Bianchi tutto solo in area, ma il capitano non stoppa bene la palla e la fa clamorosamente finire fra le mani di Mirante che ringrazia per lo scampato pericolo. Un minuto dopo Amauri si libera di Glik, ma calcia male senza inquadrare lo specchio della porta e non vedendo Biabiany che era in ottima posizione per riceve e insaccare. In seguito altre occasioni per entrambe le squadre che non vengono capitalizzate: Santana (22’), Parolo (23’), Rosi (27’), Bianchi (‘31), Biabiany (42’), Amauri (43’). E’ negli ultimi due minuti che il Parma potrebbe andare al riposo in vantaggio, ma nella prima occasione Gillet si supera e in tuffo evita che con una rovesciata Amauri spedisca la palla nella sua rete e poi tocca a Vives, quasi sulla linea di porta, spazzare via e negare ad Amauti la gioia del gol.
Nella ripresa il Parma ha assoluto bisogno che la partita s’incanali su binari differenti e così Donadoni cambia il modulo e passa al 4-5-1 togliendo Valdes che fungeva da regista arretrato e mandando in campo al suo posto Mesbah per avere maggiore spinta sulla fascia sinistra e più copertura in difesa arretrando la posizione di Gobbi. Con l’uscita di Valdes il Torino poteva usufruire meglio di Vives non più impegnato a marcare il cileno. Indubbiamente il Parma ha iniziato il secondo tempo con maggiore determinazione, ma senza riuscire a concretizzare la voglia di vittoria e il Torino si è chiuso in attesa del momento migliore per colpire. Al 50’ occasione per Amauri che con un colpo di testa non sorprende Gillet. Passano cinque minuti ed è il Torino a sbloccare la partita. Birsa entra in area saltando due avversari e scodella la palla sui piedi di Santana che indisturbato la calcia in rete. I granata subito hanno l’occasione per raddoppiare, però non la sfruttano: il protagonista è ancora Birsa che con un tiro potente colpisce il palo, la palla respinta dal montante finisce sui piedi di Bianchi che la insacca, ma il capitano era in fuorigioco e la rete viene giustamente annullata. Il Parma sembra accusare lo svantaggio e si allunga concedendo ampi spazi di manovra al Torino che al 60’ ha un’altra occasione per chiudere la partita: cross di Birsa, Paletta devia leggermente e Bianchi sul filo del fuorigioco prova la botta a rete, ma è bravo Mirante ad allungarsi e a deviare.
Si sa che quando non si chiude un match il rischio di essere beffati c’è e puntualmente il Torino finisce per esserlo, anche perché Donadoni non ci sta a collezionare l’ennesima sconfitta e cambia di nuovo il modulo passando al 4-3-3 togliendo Rosi e inserendo Sansone che con Palladino, entrato anche lui nella ripresa, vanno a supportare Amauri. Al 77’ su cross di Palladino Amauri anticipa Ogbonna e trafigge Gillet. Il vice capitano granata da qualche minuto aveva segnalato di avere un problema al bicipite femorale della gamba destra e infatti subito dopo il pareggio del Parma lascia il campo sostituito da Rodriguez. Il pareggio galvanizza i gialloblu e demoralizza i granata che accusano troppo il non aver chiuso prima la gara e questo li mette nella condizione di subire la rimonta degli avversati. All’80’ Masiello commette un errore difficilmente perdonabile perdendo la palla sulla trequarti e Sansone ne approfitta subito e s’invola in area trafiggendo Gillet. Per tamponare la situazione e provare a ristabilire la parità Ventura, che in precedenza aveva sostituito Santana con Stevanovic, toglie Birsa e manda in campo Barreto passando al 4-2-4 o al 4-3-3 mascherato che dir si voglia, con Stevanovic e Vives sulle fasce e affiancando in attacco Barreto al capitano. La mossa però non sortisce gli effetti sperati, anche perché Birsa stava giocando bene e toglierlo lasciando in campo nel ruolo di esterno Vives che si adatta a farlo non è parsa la soluzione più idonea. Il Parma non è ancora sazio e soprattutto Amauri è scatenato così si esibisce in altre due perle: 84’ da centrocampo parte in progressione e senza che Rodriguez, Masiello e Glik riescano a fermarlo sigla il suo secondo gol della giornata; 91’ ormai la difesa granata è in bambola e per lui è semplice realizzare la sua terza rete.
Parma-Torino finisce quattro a uno e la sconfitta dei granata non è imputabile all’assenza di Cerci che prima della squalifica stava vivendo un momento positivo, ma è colpa di tutta la squadra che non capitalizza quanto costruisce, difetto questo che già c’era lo scorso campionato in serie B e che non è stato ancora risolto e probabilmente per questa stagione non lo sarà, per farlo si dovrà agire in sede di calciomercato quest’estate, ma questo è un altro discorso.
Ventura e i giocatori dovranno riflettere sul finale di gara al Tardini e il Torino dovrà trovare immediate soluzioni valide all’evidente momento no che sta vivendo, altrimenti saranno dolori con Lazio e Napoli e non si facciano illudere dalla sconfitta odierna del Napoli da parte del Chievo o da quello che potrà accadere questa sera alla Lazio con la Fiorentina, perché se giocheranno come hanno fatto con il Palermo e il Parma sicuramente non bisseranno i pareggi dell’andata in trasferta a Roma e Napoli e finiranno con le ossa rotte. Per fortuna ci sono otto punti che separano il Torino dal Siena terzultimo un po’ di margine di sicurezza c’è, ma pensare di vivere di rendita potrebbe rivelarsi un errore clamoroso e molto rischioso, i tifosi non meritano un finale di stagione al cardiopalma con l’assillo di vedere la propria squadra scivolare sempre più vicina alla zona rossa della classifica. Ci vuole determinazione per vincere le partite e approcciare nel migliore dei modi senza concedere l’iniziativa di parti della gara agli avversari. Se non si ha grinta con le squadre alla portata come il Parma, il Palermo, il Cagliari e la Sampdoria è impensabile che si riesca con quelle che sono qualitativamente molto più forti.