Giampaolo si arrabatta, Belotti è stanco, Cairo ha portafoglio e bocca cuciti e il Torino langue nei bassifondi della classifica

07.01.2021 07:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Urbano Cairo
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Urbano Cairo
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Oh sì il Torino ha pareggiato con l’Hellas Verona ed è al quarto risultato utile consecutivo però dopo sedici giornate ha 12 punti, media 0,75 a match, ed è terzultimo con il Parma, appena una lunghezza sopra il Genoa e tre sopra il Crotone, ma due sotto lo Spezia, che ieri ha battuto il Napoli, e il Cagliari. Entrambe non stanno veleggiando con il vento in poppa, soprattutto i sardi che hanno perso le ultime tre partite, ma comunque hanno pur sempre due punti in più. Ovviamente la situazione dei granata è un po’ migliore di quando due giornate fa erano ultimi in solitaria, ma questa piccola striscia di risultati positivi a che cosa è realmente servita? A ben poco, purtroppo. E per essere onesti intellettualmente se Faraoni non avesse sbagliato e finito per indirizzare la palla a Bremer che poi ha segnato anziché di vittoria si starebbe parlando di sconfitta con il Verona, anche perché l’assalto finale dei granata è stato più di nervi che ragionato ed infatti non ha prodotto alcun gol.

Un paio di considerazioni sulla partita di ieri del Torino vanno fatte. La prima è che Giampaolo si sta arrabattando con i giocatori che ha a disposizione e la seconda riguarda Belotti, che pur encomiabile per quanto fa è evidente che fisicamente sia stanco e per questo è molto meno lucido sotto porta. Entrambe le considerazioni sono la diretta conseguenza di un mercato estivo insufficiente che ha la lasciato squilibri nella rosa e il non aver ancora preso nessun rinforzo in questa nuova sessione di calciomercato. E’ vero che il mercato cosiddetto di riparazione è iniziato solo da tre giorni, ma quando una squadra palesa problemi multipli si corre subito ai ripari e non si attende neppure un giorno.
Tornando a alle considerazioni di partenza, Giampaolo per la gara di ieri non ha convocato Zaza ed Edera seppur non avessero problemi fisici portando solo tre attaccanti di ruolo Belotti, Verdi e Bonazzoli e tenendo inizialmente Verdi e Bonazzoli in panchina e mettendo a supporto di Belotti Gojak, che però è una mezzala o comunque un centrocampista offensivo e non un attaccante, e Lukic facendolo partire dalla sua naturale posizione di mezzala. Partendo dal presupposto che il mister non sia masochista e neppure stolto se non ha convocato Zaza ed Edera per sua scelta tecnica vuole dire che non ritiene che debbano fare numero in panchina. Se inizialmente ha fatto accomodare Verdi e Bonazzoli in panchina avrà valutato che era meglio agire così visto che domenica si era giocato con il Parma e che sabato si affronterà il Milan, che vorrà subito mettersi alle spalle la sconfitta con la Juventus e mantenere la vetta della classifica, e poi lo si avrà di nuovo come avversario martedì in Coppa Italia. Fin da inizio campionato il mister ha chiesto a Rincon di fare il regista davanti alla difesa trovando nel venezuelano la massima collaborazione, però adattandolo visto che lui è un’incontrista è non ha le caratteristiche per impostare il gioco. Va poi ricordato che ha utilizzato anche Lukic da trequartista. E’ evidente che Giampaolo si sta arrangiando a utilizzare giocatori anche fuori ruolo per sopperire all’assenza di specifici giocatori e alle mancanze qualitative di altri.
Capitolo Belotti, è commovente per tutto ciò che cerca di fare ossia il difensore aggiunto e il centrocampista quando occorre e poi anche di svolgere il suo ruolo naturale di attaccante per di più sdoppiandosi fra la prima punta e l’esterno, ma disperde tante di quelle energie che alla lunga si esauriscono e così diventa meno preciso e, soprattutto, meno incisivo sotto porta. Infatti, da cinque giornate non finisce sul tabellino dei marcatori, l’ultimo gol che ha realizzato è stato quello alla Roma il 17 dicembre scorso. Gli manca una spalla che gli tolga un po’ il peso di reggere l’attacco da solo e anche quando ha avuto Zaza, Verdi o Bonazzoli non ha ricevuto chissà quale aiuto. E poi avrebbe bisogno di un supporto anche dal resto della squadra in modo che non debba svolgere mansioni da centrocampista e persino da difensore. L’unico ruolo che non ha ancora ricoperto è quello del portiere!

E per concludere si deve affrontare il discorso Cairo. Ha voluto prendere Giampaolo come allenatore e pur sapendo che ha un’idea di gioco ben preciso non gli ha fornito i giocatori utili, su tutti il regista e il trequartista, e chiedendo cifre eccessive non ha contribuito alla cessione di chi non rientrava nel progetto tecnico del mister. E adesso con la squadra che continua a languire nei bassifondi della classifica non ha dato soldi e mandato a Vagnati, da lui scelto come direttore tecnico, per agire immediatamente sul mercato per rinforzare la squadra.
A tal proposito è giusto ricordare i commenti di Matteo Marani e Paolo Condò sulla crisi del Torino, che è conclamata dall’inizio del 2020, fatti dopo la sconfitta dei granata con l’Udinese il 13 dicembre scorso. “La risposta secondo me deve arrivare dal mercato e non si limita a Marco Giampaolo. La risposta deve partire dal presidente Urbano Cairo che ha fatto le scelte ed è lui che ha avuto la gestione complessiva di questi due anni. Il calcio è fatto in maniera molto chiara: chi comanda deve dare la linea, deve tracciare la guida e, secondo me, in questo momento il Toro non è guidato all’altezza del Torino. Parliamo di una squadra fondativa del calcio italiano che non può vedere l’Udinese sovrastarla in questo modo” aveva detto Marani. Mentre Condò aveva aggiunto rispondendo alla domanda se lui cambierebbe il direttore sportivo: “Io vorrei una continuità, un’idea perché tu sei passato da Petrachi e poi hai fatto un periodo breve con Bava e poi è arrivato Vagnati, ci sono stati troppi cambiamenti”. Paolo Condò aveva affermato: “Io so da alcuni procuratori che Cairo diceva chiamate me ed è stato evidentemente un grave errore”. Chiosando poi Marani aveva aggiunto:: “Ci sono troppi consiglieri. Troppe campane nel calcio non vanno bene. Il direttore sportivo deve essere l’uomo che rappresenta la società e lui deve dare i pareri. A Udine si chiama Pier Paolo Marino e, secondo me, ha fatto un lavoro eccellente e lo sta facendo: ha detto “ho fiducia in Luca Gotti”, che tutti consideravano ancora un semi sconosciuto”.
Sul fatto che Cairo sia insoddisfatto dei risultati della squadra non ci sono dubbi e al termine delle partite fa lunghi summit con Vaganti e Giampaolo nel ventre dello stadio, anche ieri è accaduto, però poi non si vedono mosse concrete per risolvere la situazione. E poi quando esce dai summit non vuole parlare con i giornalisti che lo attendono che ovviamente non si aspettano che spiattelli che cosa ha detto con direttore tecnico e allenatore, ma che almeno faccia sapere in che direzione intende agire per far sì che il Torino provi a risollevarsi. Ovviamente le sue parole non sarebbero a beneficio dei giornalisti, ma dei tifosi che hanno il diritto di sapere che cosa vuole fare per il Torino.