Giampaolo sfida il tabù Grande Torino: la vittoria interna manca da luglio

06.01.2021 09:15 di  Emanuele Pastorella   vedi letture
Giampaolo sfida il tabù Grande Torino: la vittoria interna manca da luglio
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Domani saranno cinque mesi di Toro, Marco Giampaolo vuole trovare il primo successo casalingo: l’Olimpico Grande Torino, infatti, è diventato un tabù per i granata. L’ultima vittoria è datata 16 luglio 2020, da quel Toro-Genoa è cominciata una striscia di nove partite consecutive senza i tre punti, un record negativo mai toccato nell’ultracentenaria storia del club. E domani, per evitare di arrivare in doppia cifra e per continuare a rincorrere la salvezza, a Giampaolo e ai suoi ragazzi servono i tre punti: di fronte l’Hellas Verona, una delle sorprese del campionato che giusto pochi giorni fa ha fatto un favore al Toro battendo una diretta concorrente come lo Spezia. 

Ma i granata hanno una bestia nera proprio negli scaligeri, imbattuti negli ultimi 15 anni di confronti in Piemonte. La buona prova di Parma sta convincendo Giampaolo a cambiare il meno possibile: “La squadra sa indossare l’abito del 3-5-2 e bisogna essere coerenti con questo” ha detto dopo lo 0-3 del Tardini, dunque sul modulo non ci sono grandi dubbi. Il vero ballottaggio, però, riguarda la spalla di Belotti: Verdi ha deluso e rischia l’esclusione, si giocano un posto Gojak e Bonazzoli, con Zaza sullo sfondo. Poi, considerando anche la vicinanza degli impegni con la doppia sfida contro il Milan di sabato e martedì tra campionato e coppa Italia, ruoteranno gli esterni di sinistra, dove si sfidano Rodriguez, Murru e Vojvoda, mentre per Ansaldi si preferisce aspettare qualche giorno per il completo recupero. In difesa si riparte dalle nuove, vecchie certezze: Sirigu è tornato su alti livelli, Izzo è reduce da due gol consecutivi, saranno loro i top player di una retroguardia completata da Lyanco e Bremer. 

Dopo tre risultati utili di fila, il Toro vuole conquistare il quarto per continuare la risalita: per trovare un filotto così lungo bisogna tornare indietro fino al 2019, quando Mazzarri arrivò a quota otto tra marzo e maggio.