Giù le mani da Gabionetta, va lasciato libero da pressioni

Una cosa deve essere subito chiara: non può essere il salvatore della patria e non bisogna addossargli l’obbligo di fare la differenza per il bene del Toro.
24.02.2011 18:14 di  Elena Rossin   vedi letture
Giù le mani da Gabionetta, va lasciato libero da pressioni
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© foto di Federico De Luca

Denilson Martinho Gabionetta conosce bene il calcio nostrano essendo arrivato in Italia nella stagione 2007-2008 ed aver militato nel Varese, Pisa, AlbinoLeffe e Crotone prima di approdare al Toro. Conosce anche bene Lerda che lo ha allenato lo scorso campionato e ha avuto il tempo di iniziare a conoscere il Torino perché arrivato sotto la Mole già da qualche settimana. Queste sono tutte premesse che tranquillizzano il giocatore, l’allenatore, i compagni, i dirigenti e i tifosi. Ma nonostante queste premesse è doveroso che tutti abbiano ben chiaro nella mente che Gabionetta da solo non può fare la differenza e non può risolvere i problemi del Toro.
 

Le caratteristiche di Gabionetta, che hanno spinto Lerda a chiedere di ingaggiarlo e la dirigenza granata a tesserarlo, sono che lui è un esterno offensivo capace di giocare sia sulla fascia destra sia su quella sinistra, la capacità di accelerare e di cambiare di passo e la lettura del gioco che lo porta a trovare soluzioni vincenti per sé e per i compagni. Va però ricordato, e per farlo basta rivedere qualche partita che ha disputato lo scorso campionato con il Crotone, che il brasiliano manca di continuità e dilaziona col contagocce nell’arco della partita le giocate estrose e i compagni dovranno farsi trovare pronti a coglierle e a concretizzarle. Lui dal canto suo dovrà impegnarsi al massimo e mettersi al servizio della squadra.
 

Caricare il brasiliano di eccessive pressioni sarebbe umanamente ingiusto e ragionando anche solo in maniera egoistica controproducente per il Toro. Se alla prima incertezza in partita di Denilson o al primo passaggio sbagliato qualche ben pensante iniziasse a storcere il naso e sottolineasse che non è Lionel Messi allora questo sapientone sarebbe, nella migliore delle ipotesi, un gufo maligno o, nell’ipotesi peggiore, un diavolo che vuole la rovina del Toro. Detto questo dal brasiliano ci si aspetta che, senza voler strafare, quando verrà schierato in campo, faccia ciò che gli si è visto fare in allenamento in questi giorni alla Sisport e che continui ad impegnarsi, come finora ha fatto, per riacquistare la forma migliore per poter giocare novanta minuti. I playoff e la serie A sono l’obiettivo di tutti, ma possono essere raggiunti solo se c’è serenità.