Falque va riportato ad essere determinate e Belotti deve segnare
L’Europa resta a portata di approdo, ma se non viene fatto un passo in avanti il Torino non sbarcherà in Europa League. E’ innegabile che mantenere raggiungibile l’obiettivo sia positivo, però, di giornata in giornata il tempo diminuisce e questo non va dimenticato perché non basta tenere il passo delle altre concorrenti serve accelerarlo per superare chi è davanti. Oltretutto la corsa a un posto utile per l’Europa League si è un po’ complicata da quando non hanno superato il turno dei quarti di Coppa Italia Juventus, Napoli, Inter e Roma e sono rimaste a contendersi la vittoria finale Milan, Lazio, Atalanta e Fiorentina. Infatti, l’Italia ha a disposizione due posti nella fase a gironi dell’Europa League – uno assegnato al vincitore della Coppa Italia e l’altro al quinto classificato – più un terzo posto per chi arriverà sesto in campionato, ma dovrà conquistarsi la fase a gironi superando tre turni di qualificazione. Nel caso il vincitore della Coppa Italia fosse già qualificato alla fase a gironi della Champions League, alla quale accederanno le prime quattro, o dell’Europa League per effetto del piazzamento in campionato, le posizioni andrebbero a scalare e di conseguenza la quinta e la sesta sarebbero direttamente qualificate in Europa League, mentre la settima accederebbe al turno di qualificazione. Oggi la classifica del campionato recita Juventus 63, Napoli 52, Inter 43, Milan 39, queste quattro andrebbero alla fase a gironi della Champions, e poi ci sono Atalanta, Roma e Lazio 38, Torino 34, Sampdoria 33, Fiorentina 32 e Sassuolo 30 che si contendono i due-tre posti dell’Europa League, ma se oggi il campionato fosse terminato e la Fiorentina avesse vinto la Coppa Italia i viola accederebbero alla fase a gironi dell’Europa League e a contendersi l’altro posto sicuro rimasto, il quinto, sarebbero Atalanta, Roma e Lazio in base alla classifica avulsa e chi risultasse sesta avrebbe la chance di disputare la coppa internazionale solo se prima superasse tre turni preliminari. Niente, invece, otterrebbe la settima che l’Europa League la vedrebbe in televisione stando seduta sul divano di casa. Ecco perché diventa indispensabile non solo tenere il passo, ma superare le dirette concorrenti.
E il Torino per superare le dirette concorrenti deve avere in grande spolvero i suoi attaccanti. Non subire tante reti è importante, ma è farli i gol che fa la differenza e da questo punto di vista i granata sono carenti. E conta anche relativamente poco che finora ben dodici giocatori differenti siano andati a segno: 7 Belotti (4 su rigore); 3 Baselli e Falque; 2 Izzo, Ansaldi, N’Koulou, Rincon e Meité; 1 De Silvestri, Ola Aina, Berenguer e Zaza più 1 autogol (Lafont della Fiorentina). Conta poco perché sono gli attaccanti a segnare con il contagocce, infatti, otto reti le hanno fatte i difensori, altrettante i centrocampisti e fanno sedici, mentre gli attaccanti sono fermi a quota undici. Mazzarri deve trovare una soluzione e deve trovarla subito, anche perché si è già alla ventiquattresima giornata da disputarsi.
Belotti corre e si sbatte su e giù per il campo partecipando tantissimo alla fase difensiva, il suo sacrificarsi è encomiabile, ma finisce per fare poco ciò che, invece, dovrebbe fare di più ovvero segnare. Falque nelle due passate stagioni ha sempre tirato la carretta segnando rispettivamente l’anno scorso dodici gol in campionato più due in Coppa Italia e fornendo otto e due assist e nella stagione ancora precedente aveva ottenuto lo stesso identico score in campionato, mentre quest’anno, di reti finora ne ha realizzate tre e di assist quattro più due in Coppa Italia. Complice anche un infortunio che lo aveva costretto a uscire anzitempo nella gara d’andata con l’Udinese e poi saltare le successive con Napoli e Atalanta e per scelta tecnica in quella con il Frosinone era restato in panchina così come più recentemente nel girone di ritorno con la Spal e con l’Inter era stato fatto entrare solo all’ultimo minuto, mentre aveva dovuto saltare il derby per un affaticamento muscolare. Con l’Udinese domenica scorsa è tornato ad essere titolare, anche per la squalifica di Zaza, non ha brillato come sa fare. Iago il suo contributo l’ha dato sia ben chiaro infatti si è visto negare la gioia del gol da una respinta fondamentale di Musso nella ripresa dopo che nel primo tempo prima Nuytinck aveva deviato in angolo un suo tiro di sinistro e poi Struger Larsen aveva intercettato in area con la mano un suo cross basso e l’arbitro non aveva concesso il rigore. Nonostante questi contributi non marginali, però, Falque è parso non ai suoi livelli migliori mancandogli un po’ di incisività nelle giocate, soprattutto nel saltare l’avversario, e intuito nella lettura di alcune situazioni. Zaza è stato utilizzato soprattutto da subentrante, cosa che un significato deve pur avercelo altrimenti vorrebbe dire che Mazzarri è un masochista, e anche quando ha avuto una maglia da titolare non ha convinto del tutto, con l’Inter era sembrato in miglioramento, ma poi nella gara successiva con la Spal avrà anche trovato pochi spazi, però, di suo non se li è neppure tanto creati. Adesso dopo aver scontato il turno di squalifica si vedrà se e quanto sarà utilizzato da Mazzarri per la sfida con il Napoli. Damascan è indecifrabile poiché non è mai stato mandato in campo da Mazzarri in una partita ufficiale. Millico, il bomber della Primavera, stava per entrare in campo con l’Udinese nel finale, ma poi le crescenti difficoltà incontrate dalla squadra hanno potato a preferire l’inserimento di De Silvestri per Ola Aina.
Il Napoli di Ancelotti è innegabilmente più forte del Torino, ma i granata per restare in lotta per l’Europa League, soprattutto, per fare l’indispensabile passo in avanti devono provare a fare punti al San Paolo e far sì che gli attaccanti non solo tornino a segnare, ma che in gol ci vadano con continuità.