ESCLUSIVA TG – Pistocchi: “Il Toro deve portare tutti gli anni due-tre giocatori del vivaio in prima squadra”
Maurizio Pistocchi è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Pistocchi è giornalista televisivo e dal 1986 lavora a Mediaset e attualmente fa parte della redazione News Mediaset. Con lui abbiamo parlato del momento del Torino che ha visto di fatto tramontare la speranza di essere ripescato per accedere ai preliminari d’Europa League, dello stallo della questione Petrachi e della squadra che sarà allestita per la prossima stagione.
Il Tribunale arbitrale internazionale dello sport ha aggiornato la lista delle udienze in programma fino al 14 agosto e non c’è quella per esaminare l'arbitrato Milan-Uefa relativo al ricorso presentato dai rossoneri lo scorso 24 dicembre. Per il Torino quindi non ci sono più speranze di essere ripescato per disputare i preliminari d’Europa League oppure esiste ancora una remotissima possibilità?
“Considerando il fatto che il secondo turno preliminare è fissato per il 25 luglio direi di no, a meno che il Milan stesso non richieda una procedura d’urgenza. Potrebbe essere lo stesso Milan a essere interessato a sapere prima di che morte deve morire, anche perché a carico del Milan ci sono già due procedimenti, non solamente uno e, quindi, sapere se disputerà l’Europa League o meno potrebbe consentire alla società rossonera di programmare la stagione e anche fare un certo tipo di scelte di mercato. Però a questo punto, ripeto, la procedura d'urgenza la deve chiedere il Milan e se non la chiede le cose vanno avanti così e, ovviamente, ci rimette il Torino che rimane escluso. Ci sono delle difficoltà per tutte le parti in causa perché il fatto di non decidere crea problemi a tutte le squadre che sono interessate direttamente e indirettamente”.
Questo potrà influire anche sul mercato del Torino e sul fatto che deve allestire una squadra che faccia un campionato ancora migliore rispetto all’ultimo?
“Cairo un po' di tempo fa aveva detto parlando di mercato che voleva tenere tutti i migliori e anche migliorare la rosa, quindi, credo che questo sia indipendente dall’Europa League. In ogni caso per migliorare questa rosa bisognerà investire perché quest'anno Mazzarri ha fatto un buon risultato e diciamo che è riuscito a tirar fuori il massimo da una rosa che aveva già molte incognite in partenza poiché c’erano giocatori di cui si sapeva poco o niente e che, invece, hanno dimostrato di essere giocatori da Toro. Ma a questo punto per fare un salto di qualità definitivo ovviamente bisogna investire. Ma non è detto che investire significhi comprare giocatori che costano tanti soldi, bensì significa anche, per esempio, fare delle scelte programmatiche sui giovani. Sarebbe anche ora che qualcuno della Primavera del Toro giocasse in prima quadra”,
Millico?
“Certo, è un ragazzo molto molto interessante. E’ un primo o secondo attaccante, un giocatore molto mobile che ha forza, ha tecnica e, secondo me, è ora che stia con i grandi. Un po' di anni fa un grande giocatore mi disse che aveva imparato di più lavorando con i grandi campioni che non disputando campionati dove la qualità media era più bassa. Penso che questa sia una giusta interpretazione perché, purtroppo, quasi tutte le squadre di Serie A usano le Primavere come elemento di plusvalenza per il bilancio, mentre invece sarebbe ora che le Primavere, che hanno il compito di forgiare giocatori per la prima squadra, fossero sfruttate per quello che devono fare cioè proporre giocatori alla prima squadra”.
Visto quello che ha fatto il Torino in questa stagione appena conclusa e viste le ambizioni per il futuro, quali sono i punti dove dovrebbe rinforzarsi?
“È un argomento molto difficile da affrontare perché bisogna cercare di capire quale sia l'idea di calcio che vuole esprimere il Toro e di conseguenza, in quest'ottica, le possibilità di miglioramento. Il Toro gioca con il 3-5-2 e il 3-4-2-1 a seconda delle partite, ma si basa su una difesa a 3 che in realtà è una difesa 5 perché giocava con Izzo, N'Koulou e Moretti e sugli esterni De Silvestri e Ansaldi, quindi, con cinque difensori. Davanti Belotti quest'anno ha fatto benino con un crescendo nel finale avendo segnato 8 gol nelle ultime 12 partite e Falque al netto degli Infortuni quando ha giocato titolare ha fatto bene e la sua prestazione è stata positiva. Sirigu si è confermato un portiere di alto livello e con Djidji e Bremer e il ritorno di Lyanco oltre agli altri nominati prima, escludendo ovviamente Moretti che si è ritirato, dietro è abbastanza coperto. Meité ha fatto bene ed è un giocatore interessante, anche se, secondo me, sarebbe più adatto per un centrocampo a tre. Per migliorare questa squadra bisogna fare delle scelte andando a prendere dei giocatori nei ruoli chiave, che sono sempre quelli del centrocampo, e che possano avere un rendimento superiore rispetto a quelli che hanno giocato quest'anno. È un lavoro che attiene alla società e il Torino in questo momento ha una questione aperta relativamente al direttore sportivo”.
La vicenda Petrachi e del cambio di direttore sportivo ormai dura da tempo e non è stata ancora risolta.
“Perdere il direttore sportivo non è mai una bella cosa perché è colui che durante tutto l'anno intraprendere le trattative, segue i giocatori e tiene i contatti. Il mercato non è un lavoro che si fa nel mese di giugno bensì si svolge durante tutto l'anno, quindi, non è una bella aver perso i riferimenti in questo senso e mi auguro che da questo punto di vista Cairo, che ha dimostrato nel suo lavoro di essere persona competente e capace, riesca ad ovviare alla perdita di Petrachi e che Bava sia un sostituto già pronto per un ruolo così delicato. Lo dico sempre che la prima cosa per il futuro dei destini della squadre sono le società, se funziona la società funziona anche tutto il resto, ma se non funziona anche il resto non va come si vorrebbe”.
Magari un attacco servirebbe qualche rinforzo poiché Zaza ha reso sotto le aspettative e che il giovane Millico è stato definito da Mazzarri un punto interrogativo per la prima squadra?
“Io su questo non sono assolutamente d'accordo con Mazzarri, che è un allenatore bravo e che stimo, però, bisogna avere il coraggio di far giocare i ragazzi e nella storia del Toro e anche nella sua tradizione c'è un grande settore giovanile ed è ora di finirla di non tirar fuori i giocatori del settore giovanile. A mio modo di vedere il Toro deve portare sempre due o tre giocatori nella rosa della prima squadra tutti gli anni perché solo così si può creare il futuro e anche il senso di appartenenza. Se un ragazzo viene al Torino e fa solamente il settore giovanile e poi viene sbolognato a qualche altra società nelle serie inferiori come fa a sentirsi parte del Toro? Bisogna ricostruire un'identità, un attaccamento alla maglia, anche se oggi si parla solamente i soldi e di super professionismo, però, secondo me i valori rimangono sempre forti, soprattutto, se alle spalle ci sono delle storie come quella del Torino. Quindi, mi auguro che da questo punto di vista Mazzarri, che è un bravo allenatore, capisca che quelle che sono anche le esigenze di un ambiente che ha una Storia particolare, che altri non hanno, e che va valorizzata al cento per cento”.