Ed è giunto il giorno di Vlasic: ora però il Torino deve completare la rosa per lottare per la Conference League

08.08.2023 12:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Nikola Vlasic
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Nikola Vlasic
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Visite mediche, firma sul contratto che lo legherà al Torino fino al 2027 e allenamento alle direttive di Juric. Questa è la giornata odierna di Nikola Vlasic che ha fatto ritorno a quella che considera la sua casa. Giusto in tempo per essere a disposizione per la partita di Coppa Italia con la Feralpisalò di lunedì, fischio d’inizio alle 21:15, dove riabbraccerà i suoi tifosi e tornerà ad esibirsi al Grande Torino Olimpico.

Con il ritorno di Nikola la trequarti è quasi al completo ora manca un altro elemento quell’artista del pallone che vuole Juric e che darebbe fantasia e imprevedibilità al reparto offensivo che finora nelle amichevoli di pre-campionato non si è dimostrato particolarmente prolifico, infatti solo Radonjic è andato in gol e nel complesso in quattro partite sono state segnate cinque reti e il capocannoniere è stato il difensore Schuurs con due, completano il quadro i gol di Savva e Bellanova. Il Torino per fare il salto di qualità ha indubbiamente bisogno di avere un attacco prolifico, si era evidenziato come punto debole anche nelle due passate stagioni.

Va riconosciuto alla società granata che sta facendo sforzi per non cedere i migliori, Schuurs e Ricci al momento non sono andati via, però serve qualche cosa in più e mancherebbe anche, oltre a un trequartista, un terzino sinistro e come ciliegina sulla torna un’altra punta in modo da avere sempre un’ulteriore alternativa a Sanabria e Pellegri.
Non è facile fare mercato e in questi anni il Torino non è riuscito mai ad avere una rosa veramente completa e competitiva. Giocatori che non hanno reso per quanto si sperava e in alcuni casi anche strapagati  sia come costo del cartellino sia come ingaggio, calciatori in prestito che dovevano rilanciarsi e che difficilmente pure quando riuscivano a risollevarsi venivano poi riscattati, qualche giovane di prospettiva che non sbocciava, alcuni elementi che non erano del tutto idonei al tipo di gioco dell’allenatore di turno e nuovi arrivi troppe volte presi all’ultimo. In questa sessione di mercato sembra che qualche cosa stia cambiando, però per ora il Torino è ben lungi da quello che dovrebbe essere il suo modello: l’Atalanta. I bergamaschi infatti negli ultimi 18 anni, ossia da quando Cairo è proprietario del Torino, non hanno mai vinto nessun trofeo però sono passati dalla retrocessione in serie B nel 2005 e la successiva nel 2010, dopo tre stagioni in Serie A, ad arrivare una volta all’8° posto (2022), una al 7° (2018), una al 5° (2023), una al 4° posto (2017) e tre volte al 3° (2019, 2020 e 2021) e questo ha permesso loro di accedere alle coppe europee 6 volte arrivando ai sedicesimi in Europa League (2017-2018), ai play off in Europa League (2018-2019), ai quarti di Champions League (2019-2020), agli ottavi di Champions (2020-2021), alla fase a girone di Champions e poi ai quarti di Europa League (2021-2022) e disputerà quest’anno l’Europa League e a giocare una semifinale di Coppa Italia (2017-2018) e due finali (2018-2019 e 2020-2021). Il Torino invece è arrivato due volte al 7° posto e grazie alla non ammissione di Parma e Milan ha potuto partecipare all’Europa League nel 2014-2015 arrivando agli ottavi e nel 2019-2020 fino agli spareggi e per il resto in Serie A non è mai andato oltre il 9° posto, mentre in Coppa Italia non ha superato i quarti per quattro volte (2008-2009, 2017-2018, 2019-2020, 2022-2023).

Il calciomercato chiuderà il 1° settembre alle ore 20 e quindi il Torino ha ancora tempo per consegnare a Juric la rosa al completo e di qualità che tanto agogna e poi starà a lui e alla squadra ottenere quel 6° posto che garantisce l’accesso alla Conference League.