E no! Il regista e il trequartista servono eccome al Torino. Non basta un mercato parziale
Gli stadi possono anche essere interdetti al pubblico, intanto una parziale anche se piccolissima apertura per mille spettatori da oggi c’è, ma le partite sono comunque sotto gli occhi di tutti grazie alla televisione e anche chi di calcio se ne intende pochissimo avendo visto agire ieri il Torino ha capito che il problema maggiore, ma non unico, della squadra continuano ad essere le carenze a centrocampo, dove non ci sono, di vero ruolo, né un regista che imposti l’azione né un trequartista che la rifinisca. Senza voler tirare la croce addosso a Rincon, Berenguer e Verdi poiché non si può attribuire solo a loro la sconfitta con la Fiorentina, ma nessuno di loro ha le caratteristiche tecniche per agire il primo da play davanti alla difesa e gli altri due alle spalle delle punte.
La colpa non è dei giocatori che sono utilizzati fuori ruolo e neppure tanto dell’allenatore che deve fare con gli uomini che ha a disposizione, ma di chi è preposto ad agire in sede di mercato. Certo i giocatori potrebbero rifiutarsi di giocare in ruoli a loro non consoni e l’allenatore potrebbe dimettersi se non gli viene fornita una rosa adeguata, ma tanto servirebbe a poco e ne scaturirebbero danni anche peggiori per il Torino. Però che almeno non si forniscano alibi nelle dichiarazioni (“Rincon mi dà garanzie. Il regista non è una priorità” e “Verdi e Berenguer per me sono trequartisti” ha detto nel commentare la sconfitta con la Fiorentina l’allenatore granata) che portino a non prendere i giocatori che sono indispensabili. Giampaolo sa benissimo che se l’organico sarà incompleto faticherà a dare un gioco alla squadra e se non arriveranno risultati al meno minimamente accettabili, un piazzamento finale tra il 13°-12° e il 10°-9° posto, il primo a pagarne le conseguenze sarà lui. Comprensibile se pubblicamente non chiede rinforzi adeguati, ma deve assolutamente farlo a quattrocchi con il direttore Vagnati e soprattutto con presidente Cairo.
Il teatrino su Torreira è già durato troppo a lungo, o la trattativa, sempre che sia veramente in corso, si chiude nelle prossime ventiquattro ore in modo che al massimo nella giornata di lunedì il giocatore arrivi a Torino e da martedì possa essere a disposizione di Giampaolo oppure si viri immediatamente su un altro giocatore. Torreira non è l’unico giocatore la mondo che giochi da regista basso e che abbia un po’ d’esperienza del calcio italiano e non sia reduce da infortuni, per cui basta darsi una mossa a trovarne un altro. Stesso discorso per il trequartista, ne va individuato uno che abbia costi ragionevoli e si attiva subito una trattativa chiudendola senza tira e molla nella speranza di ottenere uno sconticino.
Il passato ha ampiamente insegnato che le rose incomplete non portano a risultati veramente soddisfacenti e tanto meno duraturi. Infatti, basta pensare che neppure nelle annate migliori dell’era Cairo, due su quattordici, escludendo l’attuale, che hanno portato ai preliminari d’Europa League, ottenuta solo per la mancata iscrizione di altri e non per piazzamento derivato dai risultati ottenuti sul campo, hanno aperto un ciclo positivo, anzi di fatto ne hanno concluso uno: prova ne è che Ventura dopo il culmine raggiunto al San Mamés in quella stagione in campionato arrivò 9° e nella successiva 12° andando poi via e Mazzarri a seguito della cavalcata nel girone di ritorno di due campionati fa nello scorso finì la sua avventura in granata con il tracollo delle sconfitte con Atalanta e Lecce e con l’esonero. Il mercato va fatto, non solo parzialmente.