E adesso serve che Belotti torni a trascinare il Torino
Magari domani sera Andrea Belotti contro l’Atalanta, nella prima partita di questo nuovo campionato, non sarà in campo dal primo minuto visto che in Coppa Italia domenica scorsa ha dovuto lasciare il campo al 40esimo a causa di una botta rimediata alla caviglia destra e ieri per il primo giorno ha svolto solo una parte dell’allenamento con i compagni, ma comunque anche dalla panchina, se mister Juric deciderà di convocarlo, e magari subentrando potrà trascinare il Torino.
Lui è il capitano e se anche avesse deciso di non firmare il rinnovo ancora per questa stagione è un giocatore granata tanto più che per varie ragioni né al Torino né a lui sono arrivate offerte che lo abbiano fatto andare via. Il Torino resta una squadra incompleta e molto probabilmente lo sarà anche il 31 agosto quando chiuderà il calciomercato poiché a Juric non saranno stati consegnati tutti i giocatori che aveva chiesto e neppure saranno stati presi quelli che lui aveva indicato come prime scelte e forse si ritroverà anche con calciatori che non rientrano nei suoi piani tecnici perché la società non è riuscita a cederli. Ma proprio per tutto questo e in assenza di un addio negli ultimi giorni di calciomercato serve che Belotti svolga la sua funzione, come ha fatto in questi anni, di attaccante principale del Torino. Senza i suoi gol la squadra sarebbe oltremodo spuntata. Certo c’è anche Sanabria, ma dovrebbe riuscire ad avere quella continuità di finire sul tabellino dei marcatori che finora non ha mai avuto in carriera. E Zaza, infortuno a parte, se in tre stagioni non è mai riuscito a convincere è improbabile che ci riesca in questa e lo stesso discorso vale per Verdi, sempre che in extremis Vagnati non riesca a cederlo. E anche Pjaca non è di certo un giocatore offensivo che segni in abbondanza come dimostra il fatto che dopo le 19 reti messe a segno nei due anni alla Dinamo Zagabria non si più ripetuto e al massimo ha segnato 3 reti in 35 partite l’anno scorso nel Genoa.
Belotti in questo Torino è l’unico che possa garantire un numero di gol che tenga in piedi la squadra, senza ci sarebbe un doppio danno evidentemente per il Toro, ma anche per lui perché finirebbe in prima persona per pagarne le conseguenze. Infatti, avendo quasi 28 anni, li compirà il 20 dicembre, resterebbe un attaccante da media squadra di Serie A e in Nazionale al più una riserva. Il “Gallo” per se stesso e per il Toro deve continuare ad essere il trascinatore incrementando il più possibile i 105 gol, 92 dei quali in campionato, in 229 presenze finora segnati indossando e onorando la maglia granata.