Due possibili mosse strategiche per il mercato del Torino
Non esiste margine d’errore per Cairo e Vagnati altrimenti il Torino finisce in Serie B per cui il mercato, che aprirà i battenti fra sei giorni, può essere improntato all’insegna della mossa ad effetto, che non vuole dire azzardo, oppure di alcuni colpi mirati, ma in entrambi i casi ci sono pro e contro o per dirla in altri termini rischi d’impresa.
Nell’un caso o nell’altro alla base c’è a priori da sapere chi vuole andarsene fra chi è nell’attuale rosa. La difficoltà maggiore per il mercato sarebbe dover sostituire Sirigu, un portiere del suo calibro è difficile da trovarsi in estate figuriamoci nel mercato di riparazione, potrà aver avuto una prima parte di stagione sottotono però resta un top. La seconda problematica può derivare dal numero dei giocatori potenziali titolari che chiedono la cessione immediata. Infatti, se fossero più di uno per reparto imporrebbero una rivoluzione quasi totale della rosa. E questo condizionerebbe molto le strategie di mercato.
Fatta la doverosa premessa, si può ragionare su come dovrebbe agire il Torino per rinforzare l’organico con il fine di evitare la retrocessione. La mossa ad effetto sarebbe quella di prendere un giocatore dalle grandi qualità e dalla forte personalità, un po’ come ha fatto il Milan con Ibrahimovic, capace di trascinare l’intero gruppo. Per riuscirci Cairo e Vagnati hanno una sola strada da percorrere: affidarsi a un super procuratore che porti al Torino un suo assistito, che inevitabilmente sarebbe alle battute finali della sua carriera, e che accetta di finire in una squadra a forte rischio retrocessione, ma che vuole dimostrare di poter da solo fare la differenza. Ovviamente Giampaolo dovrebbe accettare di metterlo al centro del progetto e di modellargli intorno la squadra. All’apparenza potrebbe sembrare un azzardo agire così in sede di mercato, ma non lo sarebbe perché anche se l’attuale rosa del Torino non riesce a gestire le partite - prova ne sono i 23 punti in 14 partite gettati al vento da situazioni di vantaggio - non è un gruppo formato da giocatori così scarsi da non riuscire almeno a salvarsi, per cui l’immissione di un talento dalla forte personalità potrebbe dare la scossa che inverte la tendenza.
I colpi mirati rappresenterebbero un agire più convenzionale e dovrebbero quindi essere tre: uno per reparto. Un difensore che sappia giocare d’anticipo sugli avversari e impostare l’azione da dietro, tanto per capirsi uno alla Moretti. Un centrocampista che padroneggi sia la fase difensiva sia quella offensiva dettando geometrie e tempi di gioco, uno alla Seedorf. Un attaccante da affiancare a Belotti che garantisca una decina di gol e che sappia interagire con il “Gallo” andando a formare con lui una coppia, facendo le debite proporzioni, alla Pulici-Graziani.
Vedremo cosa sapranno e vorranno fare Cairo e Vagnati, il 4 gennaio è dietro l’angolo e la salvezza del Torino passa da loro due.