Due facce della stessa squadra: da Champions nei primi tempi, da incubo nelle riprese

24.11.2020 09:30 di  Emanuele Pastorella   vedi letture
Due facce della stessa squadra: da Champions nei primi tempi, da incubo nelle riprese
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

A San Siro la squadra di Giampaolo ha mostrato il miglior e il peggior volto di se stessa. Le assenze erano pesanti, ai forfait della vigilia di Lukic e Vojvoda si sono aggiunti quelli di Belotti nel riscaldamento e di Verdi a fine primo tempo, ma i granata hanno disputato la più bella ora di stagione: con il 3-5-2, il Toro ha messo sotto i nerazzurri alla Scala del Calcio. Il doppio vantaggio, ma soprattutto la solidità difensiva grazie al modulo del passato, e nonostante l’emergenza totale Giampaolo poteva dirsi più che soddisfatto dalla televisione di casa sua. Poi, l’ennesimo crollo: altre quattro reti prese in poco più di 20 minuti, le solite amnesie di Nkoulou, un’altra rimonta subita quando ormai la partita sembrava in pugno. "Se io e il mio staff tecnico non fossimo stabili di mente sarebbe da andare al manicomio" le parole di Conti, tanto simili a quelle di Giampaolo post-Lazio con le quali invocava un esorcista. E la differenza tra primi e secondi tempi ha del clamoroso.

E’ stata la tredicesima rimonta subita nel 2020, considerando anche quelle con Mazzarri e Longo. Restringendo il campo a questo campionato, il Toro ha perso 14 punti da situazione di vantaggio: è un record europeo, ormai sempre più consolidato. E oltre alle rimonte, c’è il problema dei secondi tempi, un incubo per Belotti e compagni. Se le gare durassero 45 minuti, i granata viaggerebbero a ritmi da Champions, con 14 punti conquistati e zero gol subiti in trasferta. Il dramma, poi, si concretizza durante le riprese: nessuno peggio della formazione di Giampaolo, appena due punti nei secondi tempi, e il 40 per cento delle reti prese arriva tra il 75’ e il 90’ (a volte pure oltre), vale a dire 8 su 20 gol, con quella di Sirigu che è diventata la porta più bucata del torneo insieme al Benevento. Tra testa e gambe, il Toro che rientra in campo dagli spogliatoi è spesso e volentieri irriconoscibile.