Dov’è finito il principio morale di Mihajlovic? Ritrovarlo per l’Europa
“Noi abbiamo due princìpi: quello morale e quello di gioco. Entrambi devono essere perseguiti in tutte le partite. I princìpi morali caratterizzano il Torino e fanno parte della sua Storia, con la squadra che lotta per novanta minuti, non si dà mai per vinta e cerca sempre di vincere per dare il massimo in modo da non tradire mai le qualità morali che distinguono il Toro nella sua Storia. E’ una grande responsabilità, come ho detto tante volte”. Questo enunciato espresso da mister Mihajlovic in più occasioni è fra le convinzioni dell’allenatore del Torino e dovrebbe esserlo anche fra quelle dei giocatori. In parecchie partite del girone d’andata chi è andato in campo ha dimostrato di possedere questa convinzione, mentre in altre, purtroppo no. Ultimo esempio, non l’unico, dell’assenza di questo principio è stata la partita con il Sassuolo: sessanta per cento del possesso palla del Torino; due parate di Hart (per la verità di ordinaria amministrazione) e una di Consigli; quindici tiri totali del Torino a fronte di sei degli avversari; due tiri in porta del Sassuolo e uno dei granata; quattordici tiri fuori dello specchio della porta per la squadra di Mihajlovic e quattro per quella di Di Francesco; otto corner per gli ospiti e uno per i padroni di casa; otto cross per i piemontesi e cinque per gli emiliani; sette assist per il Torino e tre per il Sassuolo; sei occasioni da gol per i granata e due per i neroverdi (come riportano le statistiche sul sito della Lega di serie A). Non ci sono dubbi che il Torino avrebbe potuto vincere e, invece, è tornato a casa solo con un pareggio.
Quando si affronta un avversario alla portata e nel complesso della partita si produce una mole di gioco superiore non ottenere la vittoria è un peccato grave. E’ quindi evidente che con il Sassuolo sono venuti meno i princìpi morali, mentre, soprattutto nel primo tempo, quelli di gioco ci sono stati, magari non da parte di tutti i calciatori - Ljajic ha perso un numero di palloni imbarazzanti, ben nove, per uno che potenzialmente può essere un top – però in generale il Torino ha creato molto di più dei padroni di casa. L’obiettivo Europa League diventa irraggiungibile se non si vincono certe partite. La squadra dovrà ritrovare la più presto i princìpi morali già giovedì sera contro il Milan a San Siro in Coppa Italia, l’occasione non va gettata alle ortiche perché andare avanti in questa competizione significa percorrere una strada parallela per raggiungere la meta e la squadra di Montella non farà sconti e come dimostra il quinto posto che occupa in campionato un’ipoteca sull’Europa League la sta già costruendo. Mihajlovic e il suo staff possono preparare al meglio la gara, cercare d’infondere grinta e determinazione, usare il bastone e la carota, ma sono i giocatori a dover in campo dimostrare che meritano d’indossare la gloriosa maglia granata e sono orgogliosi di farlo.