Dopo Pobega, Brekalo e Praet (oltre a Bremer e probabilmente Belotti), il Toro rischia di perdere anche Mandragora
Sarà un'estate di mercato particolarmente curiosa quella del Torino, un po' perché si cercherà di capire il modo in cui si troverà una soluzione alle partenze dei giocatori presi in prestito a cifra folle (per poi chiedere sconti che, logicamente, non vengono accorati) pur di accaparrare qualcosa nell'ultimo giorno di mercato dopo la sfuriata del tecnico Ivan Juric, e poi per capire come reagirà quest'ultimo agli eventuali movimenti in entrata. La certezza è che non ci sarà continuità, il Toro dovrà ripartire di nuovo da zero o poco ci manca, forse con un appeal maggiore proprio per la presenza del croato, ma pur sempre sostituendo nuovamente i calciatori nei ruoli cruciali (sarà un altro anno di transizione?). Alle partenza di Tommaso Pobega (il Milan lo tratterrà), Josip Brekalo e Dennis Praet (non riscattati, qualche speranza, non molte, sul secondo), si aggiungerà la cessione del pilastro difensivo Gleison Bremer, con il Gallo Belotti che ancora non ha deciso anche se una situazione del genere farebbe scappare chiunque altrove. A loro, per il momento si può aggiungere Rolando Mandragora, pezzo prezioso ed in crescita nel centrocampo granata, per cui non è scattato l'obbligo del riscatto a nove milioni, gli stessi che il Toro intende spendere per trattenerlo (errore, francamente, a monte, nella gestione della cosa), con i bianconeri che non intendono scendere al di sotto dei quattordici milioni richiesti con l'ombra, per ora solo ipotetica, dell'interesse di altre squadre.