Difendersi a oltranza non basta: al Torino per andare in Europa serve attaccare di più
Diamo a Mazzarri quel che è di Mazzarri e sposiamo la tesi che non si può sfidare alla pari un esercito molto più forte, quindi, il pensare quasi solo ed esclusivamente a difendersi con il Napoli era l’unica mossa possibile per non soccombere e, infatti, il Torino è uscito dal San Paolo con un punto e non a mani vuote. Complici anche i risultati delle altre squadre impegnate a lottare per l’Europa League i granata si ritrovano a sei punti dalla Roma che è quinta e a tre dall’Atalanta e dalla Lazio che sono sesta e settima, mentre la Fiorentina è tornata ad avere gli stessi punti e coabita all’ottavo posto. Sabato pomeriggio la sfida sarà proprio con l’Atalanta che non può essere definita un esercito, ma è una buona squadra che ha valori tecnici equivalenti e a livello di club un potenziale economico non superiore al Torino. Non sussiste, quindi, l’esigenza di pensare solo a difendersi e, anzi, è d’obbligo che per recuperare i tre punti di svantaggio dai nerazzurri i granata vincano e per farlo devono puntare a sviluppare il gioco offensivo e a segnare un gol in più dell’avversario. E’ lapalissiano, ma è così e in questo caso non ci sono strategie o chissà che altro da valutare o conti da fare. Alla fine di ogni turno il tempo che resta a disposizione diminuisce e se non si è colmato il divario si riducono le possibilità di farlo in seguito. Sarà una banalità, ma chi è davanti si trova in una posizione di vantaggio perché basta che non faccia peggio di chi sta dietro per raggiungere l’obiettivo.
Per la classifica, ma anche per il futuro è giunto il momento di fare chiarezza e comprendere se il Torino è squadra capace di gestire sia la fase offensiva sia quella difensiva con risultati positivi oppure o fa una o l’altra. Quando si ambisce a traguardi che non siano solo accomodarsi a metà graduatoria si deve essere completi e competitivi in tutto, non basta saper fare una cosa sola. Non ci sono dubbi che il Torino sappia difendersi bene, infatti, ha subito ventidue gol e con il Milan è la quarta forza difensiva della serie A e in questo ha un trend da Champions. Peccato che poi, e non solo con avversari più forti, non sia altrettanto capace in fase offensiva e conta ben poco che in alcune partite abbia anche creato parecchie occasioni da gol se poi queste occasioni non sono state effettivamente trasformate in reti e di conseguenza in punti. Il Torino con i ventotto gol che ha realizzato è la tredicesima forza offensiva del campionato e meglio di lui hanno fatto anche Sassuolo (34), Genoa (32) ed Empoli (30) che in graduatoria sono più in basso.
L’Atalanta da questo punto di vista sarà un ottimo banco di prova, anche perché dopo la sconfitta con il Milan e la vittoria della Roma nel posticipo con il Bologna non può permettersi altri passi falsi, tanto più con una diretta rivale com’è il Torino. I bergamaschi non si presenteranno, almeno è difficile che lo facciano, al Grande Torino facendo barricate con l’intento di difendere lo zero a zero iniziale, anche perché in caso di vittoria non solo manterrebbero la posizione, ma anche terrebbero ancor più distante il Torino. Non lo escluderebbero ancora dalla lotta per l’Europa League, ma gli complicherebbero e non poco i piani.
Con il Napoli Mazzarri ha tenuto per tutta la gara in panchina Falque e Zaza affidandosi a Belotti e Berenguer e i due non sono riusciti a creare neppure un’occasione da gol e tantomeno sono riusciti a fare un tiro nello specchio della porta, dati certificati dalla Lega Serie A. Nessuno vuole mettere la croce sulle spalle dei due giocatori, anche perché sarebbe ingiusto poiché la partita era evidentemente stata preparata per difendersi ad oltranza e al più provare a colpire con qualche ripartenza, come si è ampiamente visto. Gli attaccanti non possono essere penalizzati da un gioco non pensato per metterli nelle migliori condizioni di fare ciò che per caratteristiche sanno, o dovrebbero, saper fare meglio. Un tale atteggiamento oltretutto non danneggia solo i giocatori, ma tutta la squadra che non riesce a emergere dal centro classifica. Mazzarri è da anni nel modo del calcio ed ha accumulato esperienza da allenatore e sa benissimo che se la squadra non riuscirà a migliorare in fase offensiva finirà anche lui per pagarne le conseguenze. A questo punto non si può non iniziare a chiedersi se è il gioco a penalizzare gli attaccanti o sono gli attaccanti a non essere abbastanza prolifici e a impedire alla squadra di essere maggiormente propositiva senza pagare dazio in fase difensiva. L’una o l’altra o la somma di entrambe, però, in ogni caso il Torino non può continuare così altrimenti bisogna rassegnarsi, ma chi è veramente del Toro inorridisce al solo sentire pronunciare questa parola, a sognare l’Europa e a vedere le altre giocare stando seduti sul divano di casa.