Dare a Belotti il tempo di guarire bene e reimpostare la rotta per l’Europa

La lesione del legamento collaterale e capsulare mediale del ginocchio destro costringe il “Gallo” a uno stop di un mese. In classifica ci sono cinque squadre in lotta per il sesto e settimo posto.
03.10.2017 11:07 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Dare a Belotti il tempo di guarire bene e reimpostare la rotta per l’Europa
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La sosta del campionato dovuta agli impegni della Nazionale va sfruttata al massimo da Mihajlovic e dai suoi giocatori perché permette di far pesare un pochino meno l’infortunio di Belotti e dà la possibilità di trovare le soluzioni idonee a rimettere sulla giusta strada la squadra in modo che a fine stagione approdi in Europa League e non trasformi questo campionato in un altro di svaniti sogni di gloria.

L’infortunio di Belotti è una grande tegola sia per il Torino sia per la Nazionale, il “Gallo” ne avrà per un mese, stima attuale, Sul sito del Torino Fc, infatti, si dice: “Dopo indagini strumentali e consulti specialistici (a Torino con il dottor Renato Misischi e poi successivamente a Roma con il professor Giuliano Cerulli), per Andrea Belotti si è posta la diagnosi di lesione primo/secondo grado del legamento collaterale e capsulare mediale del ginocchio destro. Trattamento conservativo, la prognosi è attualmente stimabile in 4 settimane”. Se da una parte l’infortunio non è così grave da obbligare all’intervento chirurgico, dall’altra il trattamento conservativo deve portare al massimo risultato: far guarire perfettamente il “Gallo”. Affrettare i tempi del recupero sarebbe deleterio perché una ricaduta quasi certamente porterebbe all’operazione e di conseguenza a un nuovo stop di non meno di sei mesi e questo vorrebbe dire stagione pressoché finita per l’attaccante e di conseguenza i danni per il Torino e la Nazionale sarebbero altissimi. Anche avere un Belotti a mezzo servizio perché borderline tra il rischio di farsi nuovamente male e il cercare di giocare il più possibile non servirebbe molto al Torino, quindi, il giocatore, per il bene di tutti, va gestito in questo periodo senza la fretta di farlo ritornare in campo. Salterà scuramente le due partite di qualificazione al Mondiale dell’Italia con Macedonia e Albania e poi con il Torino le gare di campionato con Crotone, Roma, Fiorentina e Cagliari, quindi, se risponderà bene alla cure, è sempre soggettivo, dovrebbe poter essere a disposizione di Mihajlovic per la partita con l’Inter al Meazza il cinque novembre.

Il Torino dopo sette giornate ha conquistato dodici punti ed è al sesto posto in coabitazione con il Milan, ma alle spalle, con un solo punto in meno ci sono Sampdoria, Chievo e Bologna e i blucerchiati hanno una partita da recuperare con la Roma, che precede in graduatoria i granata di tre lunghezze. Non vi sono dubbi che la squadra di Mihajlovic sia in piena lotta per l’Europa League, ma la concorrenza è tanta ed agguerrita e le non convincenti ultime prestazioni, la pesante sconfitta con la Juventus, la rimonta del Verona nel finale fino al pareggio dei veneti, ma anche le difficoltà incontrate con l’Udinese con il grande rischio corso all’ultimo istante di veder sfumare la vittoria, hanno frenato molto gli entusiasmi iniziali intorno al Torino. Non vi è nulla di compromesso sia ben chiaro, a patto, però, che la gestione della palla e le disattenzioni in fase difensiva e sotto porta siano prontamente spazzate via. Continuare a lasciare punti per strada comprometterebbe il risultato finale, tanto più che si sono già verificate sviste arbitrali che hanno danneggiato il Torino, ma questo non sia un alibi poiché i granata ci hanno pensato da soli a compromettere l’esito di alcune partite.

Con l’infortunio di Belotti Mihajlovic dovrà trovare soluzioni alternative in attacco e Niang, Boyé, Berenguer e Sadiq dovranno dimostrare di essere all’altezza, un mese di tempo non è poco e quando si è in serie a, per giunta in una squadra che ha ambizioni e l’obiettivo dell’Europa, le chance vanno sfruttate quando capitano e se si fallisce si può solo recitare il mea culpa e la società deve prendere atto che certi giocatori non son quelli che servono. Mentre Ljajic e Falque dovranno tirare la carretta e assumersi la responsabilità del reparto poiché hanno l’esperienza e le qualità per farlo, anche per loro si prospetta una prova di carattere importante. Miahjlovic è uno che si esalta nelle sfide e questa, forse, è la più importante che gli è capitata da quando è al Torino. Sta a lui vincerla, i numeri per riuscirci li ha.