Dall’asta per Bremer al nuovo prestito di Praet passando per il sostituto di Belotti: in ballo c’è il Torino di domani
Garantire la solidità difensiva raggiunta senza più la deconcentrazione che porta a subire reti nei finali di gara e concretare le occasioni da gol trasformandole in reti: sono poi questi gli obiettivi da raggiungere che servono al Torino per passare dall’essere una squadra di metà classifica al diventare una che lotta almeno per un posto in Conference League, meglio andare per gradi poiché i doppi salti in avanti rischiano di trasformarsi in scivoloni all’indietro. Juric ha fatto tanto nel suo primo anno da allenatore del Torino, ma per proseguire nell’opera di rilanciare il Toro ha assoluto bisogno di essere maggiormente sostenuto dalla società che ha un’unica strada per farlo: consegnargli i giocatori che chiede, ma che siano integri fisicamente e abbiano nei ruoli chiave maturato una significativa esperienza.
Il Torino alla luce degli ultimi quattro bilanci in rosso non farà di certo spese ingenti e neppure importanti in sede di mercato, inutile illudersi. Per cui il direttore tecnico Vagnati dovrà arrangiarsi ed essere molto bravo a procurarsi i soldi vendendo bene per poi reinvestirli, almeno in parte, al fine di prendere i calciatori funzionali al gioco di Juric. Quindi asta per Bremer, che però molto probabilmente sarà gestita dal presidente Cairo, se non altro nello stabilire la cifra che vuole incassare e i rumor dicono che difficilmente si accontenterà di meno di 30 milioni di euro e non è detto che accetti contropartite tecniche al posto di una parte dei contanti. E poi toccherà a Vagnati trovare un sostituto che non lo faccia rimpiangere troppo. Intanto però il direttore tecnico può portarsi un po’ avanti con il lavoro in altri reparti. Uno di quelli fondamentali è la trequarti e si è visto che Praet quando è in campo fa la differenza: non è uno che segna tanto, anzi, ma fa segnare. Con lui le manovre non sono prevedibili, la squadra riesce a creare una maggiore superiorità numerica e l’attacco della profondità aumenta. Risultato il Torino segna di più e conquista più punti. Purtroppo ha problemi fisici che ne condizionano l’utilizzo, ma in mancanza di un budget sostanzioso è un elemento che va tenuto e così tocca a Vagnati riuscire a riottenere un altro anno di prestito e a strappare magari un riscatto a cifre decisamente inferiori agli attuali 15 milioni. Sempre stando in tema di gioco d’attacco, c’è da risolvere la questione prima punta. Il rinnovo di Belotti sa più di chimera che di possibilità per cui va trovato un sostituto che garantisca di andare in doppia cifra, raggiungendo un numero di gol che ragionevolmente non dovrebbe essere inferiore ai 15. Il giovane Pellegri ha potenzialità e non gli manca il fiuto del gol, ma i tanti e importanti infortuni che ha già avuto lasciano un punto interrogativo. Sanabria ha un gioco funzionale agli schemi di Juric, ma segna poco infatti arrivare in doppia cifra per lui non è facile. Di conseguenza occorrerebbe trovare un attaccante. Belotti teoricamente potrebbe anche rimanere, ma solo a condizione che sia lui stra convinto, per il bene suo e del Torino. L’ideale sarebbe che Vagnati scovasse un novello Belotti: quando arrivò dal Palermo nell’estate del 2015 fu pagato 7,5 milioni, cifra assolutamente ragionevole per uno che ha poi realizzato 110 gol tra campionato, Coppa Italia e preliminari d’Europa League. Potrebbe essere una mossa lungimirante anche blindare Lukic, è vero che ha un contratto fino al 30 giugno 2024, ma grazie a Juric è esploso ed è diventato indispensabile per il Torino. Il 13 agosto Sasa compirà 26 anni e potrebbe fare le fortune del centrocampo granata per ben più di un lustro e rivelarsi uno dei migliori affari dell’era Cairo visto che nell’estate del 2016 era arrivato al Torino per la modica cifra di 1,7 mln.
Il Torino è a un passo dal poter alzare l’asticella. Juric ha posto le basi per farlo, ma ora è la società che deve agire.