Da una parte Juric che vuole rimanere ma senza vivacchiare e dall’altra Cairo che sbotta e non vuole più sentire parlare del rinnovo del contratto del mister e in mezzo c’è il Toro

17.02.2024 13:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Urbano Cairo
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Urbano Cairo
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"Io non voglio lasciare, io voglio andare su – ha detto Ivan Juric al termine della gara vinta con il Lecce -. Non basta accontentarsi della parte sinistra, non ci sono altri discorsi, io voglio andare su. Voglio far capire a tutti che dobbiamo lavorare di più e meglio per raggiungere un obiettivo che questa società e questa piazza si meritano. La mia idea è questa, restare tanti anni, ma per ottenere obiettivi prestigiosi, non vivacchiare".

"Posso dire? Non me ne frega più un ca**o – è sbottato il presidente del Torino Urbano Cairo quando gli sono state riportate le parole dell’allenatore sul rinnovo del contratto che per scadrà a giugno -. Abbiamo parlato, riparlato, basta. Ora l’obiettivo è fare questo campionato, otteniamo gli obiettivi e poi ne parliamo, su questo contratto basta, è un argomento che non mi interessa più. Ha fatto un’apertura? Ma chissenefrega… Io voglio bene a Juric, lo stimo tanto ma poi nella vita si vive anche senza. Ne abbiamo parlato anche troppo. Chi ha preso Juric? Chi gli dà 2 milioni all’anno? Chi lo ha appoggiato in maniera pazzesca quando era in difficoltà? Io. Chi c'è che stima Juric più di me? Ne abbiamo parlato troppo, è un argomento superato. Ora raggiungiamo l’obiettivo dopodiché vediamo".

Juric si sa che è umorale così com’è schietto ed è anche uno che parla di getto, poi riflette e spiega il significato di ciò che ha detto, magari correggendo anche un po’ il tiro, e in seguito dopo aver lasciato sedimentare parole e idee specifica ancora. Ed è ovvio che se il tutto avviene dopo prestazioni della squadra non positive e con risultati che lasciano un po’ l’amaro in bocca da una parte difende pubblicamente sempre i suoi giocatori arrivando persino alle volte a fare pensare che abbia visto quasi un’altra partita, ma dall’altra può essere un fiume in piena. Mentre se il risultato è quello sperato, tradotto la sua squadra ha vinto, apre di più il suo cuore. E allora sul suo rinnovo del contratto prima ha detto vedremo, poi rimango solo se porto il Toro in Europa altrimenti non ha senso e infine voglio restare a lungo, ma senza vivacchiare.
E sul senza vivacchiare non si può che non essere più che d’accordo. Lo si invoca da anni ed è il sogno di tutti i tifosi, anche di quelli meno critici e più accondiscendenti con la proprietà, che per molti è rea di non fare abbastanza per allestire una squadra completa, di prendere quasi sempre i giocatori a fine mercato, di vendere i migliori giocatori per fare cassa e poi di non investire tutto il ricavato per ottenere il famoso salto di qualità. Stare attenti ai costi è lodevole, ma non il vivacchiare.

Cairo è uno che le parole le sa usare e quasi sempre è particolarmente attento a dosarle soprattutto in pubblico, così come è molto bravo nel dribblare gli argomenti scomodi, ma qualche volta non si trattiene e sbotta e quando lo fa forse escono le sue idee più vere senza la mediazione che è inevitabile quando si è un imprenditore di successo. Lui lo è, questo è innegabile.
Cairo è uno che fa in fretta ad accorgersi quando ha detto, in particolare con modi e toni, qualche cosa in maniera un po’ troppo diretta e allora velocemente aggiusta il tiro, anche perché neppure lui può prevedere il futuro e quindi non si sa mai quale sia la cosa più conveniente da farsi a distanza di qualche mese e di certo non vuole passare per quello che ha dovuto rimangiarsi quanto ha affermato in precedenza. Anche perché sa benissimo che le sue parole vendono conservate e che poi al momento giusto, pure a distanza di molti anni, riproposte in modo da sottolineare se ha fatto quanto aveva detto o se gli è convenuto cambiare idea. Tanto più non gradisce passare per quello che non ha l’ultima e definitiva parola, il capo e quello che ci mette i soldi è lui per cui tutto va fatto secondo i suoi piani. E di scuro non ama, per usare un eufemismo, sentirsi dire che non fa abbastanza e il vivacchiare da tanti anni del Torino è sotto gli occhi di tutti.

Per carità, che si parli forse un po’ troppo del rinnovo o meno del contratto di Juric è anche un tantino vero, però d’altra parte se dovesse effettivamente andare via non si può aspettare all’ultimo per trovare un altro allenatore, anche perché magari alcuni papabili nel frattempo si accordano con altri club e si è costretti a virare su seconde o terze scelte, un po’ come troppo spesso capita al Torino di fare con i giocatori, in questo caso di solito per spendere meno sia per il cartellino sia per l’ingaggio.
Juric resta o va via? Cairo lo tiene oppure lo cambia? Si vedrà, of course.