Da Gigi a Nicholas Lentini: un sogno granata per l’Europa

Il padre era un’ala il figlio un portiere, ma la tradizione granata dei Lentini prosegue. Nicholas è stato inserito come giovane proveniente dal vivaio nella lista Uefa che il Torino ha presentato per i play-off d’Europa League.
12.08.2014 12:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Da Gigi a Nicholas Lentini: un sogno granata per l’Europa
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© foto di Diego Fornero/TorinoGranata.it

Tra il 29 aprile e il 13 maggio 1992 il Torino visse il momento più fulgido della sua storia internazionale: la doppia finale della Coppa Uefa con l’Ajax. Due a due all’andata con doppietta di Casagrande (65’ e 85’) e per gli olandesi gol di Jonk (17’) e su rigore di Pettersson (76’), lo scenario era lo stadio Delle Alpi alla presenza di 65.377 spettatori. Zero a zero il ritorno a Amsterdam davanti a 42.000 persone, tante delle quali granata. In campo nella doppia sfida c’era Gianluigi Lentini, l’ala che faceva impazzire gli avversari quando ispirato scorrazzava sulla fascia. Da allora ne è passato di tempo, tanto, troppo, ma non forse invano perché nel frattempo il 20 agosto del 1996 è nato Nicholas, figlio di Gigi, è cresciuto e ieri compariva nella lista Uefa presentata dal Torino per il prossimo impegno nei play-off d’Europa League. Il piccolo Lentini, per età non certo per statura visto che è alto 188 cm, è un portiere, che aveva iniziato a giocare a calcio nel ruolo di attaccante, potrebbe chiudere il cerchio di famiglia, inteso come continuare quanto cominciato dal padre e dal Torino. Quella finale di oltre ventidue anni fa grida ancora vendetta con i due pali (25’ pt Casagrande e 30 st’ Mussi, complice una deviazione della difesa avversaria) e la traversa (42’ st Sordo) di Amsterdam che hanno negato al Torino di alzare la coppa.

 

Nicholas Lentini ha la stoffa per diventare un portiere ed aspirare a traguardi importanti. Il fhysique du rôle lo ha, la grinta pure, infatti, non teme nulla nella sua area, è abile fra i pali, ha una presa abbastanza sicura che si è affinata nel tempo, ha una più che buona agilità, ed è elegante nel gesto atletico e grazie al suo passato d’attaccante è abile con i piedi, come si richiede ai portieri moderni, soprattutto con il sinistro. Deve migliorare nelle uscite alte, ma i suoi non ancora compiuti diciotto anni giocano in tal senso in suo favore. Alcuni lo hanno paragonato a Francesco Toldo altri a Petr Cech, accostamenti sicuramente di buon auspicio, ma per lui sarebbe meglio essere Nicholas Lentini un piccolo granata che potrà fare grande il Torino, se ne sarà capace, come sembra, e se gliene daranno la possibilità. Al momento Padelli e Gillet, inseriti anche loro nella lista Uefa, e Avramov possono stare tranquilli, ma senza nulla togliere a loro i tifosi del Toro si augurano che un giovane del vivaio approdi finalmente in prima squadra, se è poi figlio d’arte tanto meglio.   

 

Padre e figlio calcisticamente sono creature del vivaio del Torino, il primo (dall’86 all’88, dall’89 al 92’ e dal 97’ al 2000) ha poi indossato la maglia granata in prima squadra, il secondo è l’attuale portiere della Primavera. Non è dato sapere se Nicholas approderà fra i grandi, ma sarebbe stupendo se un giorno, si spera abbastanza prossimo nel tempo, potesse difendere la porta del Toro e fosse proprio lui a mantenere inviolata la rete granata mentre qualche altro compagno magari il figliol prodigo Quagliarella - anche lui cresciuto nelle giovanili del Toro e andato via a causa del fallimento nell’estate 2005 e dopo nove anni d’esperienza altrove riapprodato alla casa madre - trafiggesse la rete altrui senza incappare in maledetti pali e traverse. E’ un sogno, ma è talmente bello che avrebbe il diritto di trasformarsi in realtà, se esiste un dio del pallone ci pensi e renda giustizia al Toro.