Cross sbagliati e palle perse sono il tallone d’Achille del Torino

I cross riusciti sono il 35,8% e le palle perse il 54,6.
17.02.2016 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
Cross sbagliati e palle perse sono il tallone d’Achille del Torino
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© foto di Federico De Luca

La vittoria con il Palermo può essere per il Torino l’inizio della rinascita oppure la classica rondine che non fa primavera. Indubbiamente non basta una partita, per giunta con un avversario in evidente difficoltà che ha lasciato ampi spazi per manovrare, per dire che la squadra di Ventura ha svoltato. Domenica con il Carpi e poi anche nelle successive gare ci vorrà continuità di gioco e risultati, solo così si potrà affermare che il passo dei granata è cambiato. Soprattutto dovranno sparire, o almeno diminuire notevolmente, cronici errori che rendono le prestazioni del Torino non convincenti. Due dati sono particolarmente significativi (statistiche riportate sul sito www.tgcom24.mediaset.it): quelli sui cross e sulle palle perse.     

I giocatori del Torino sbagliano il 64,2% dei cross che effettuano, su un totale di 405 non ne sono andati a buon fine 260 e troppo spesso perdono palla, infatti, con 521 la percentuale è del 54,6% a fronte del 45,4% delle palle recuperate, vale adire 434. Va meglio per quel che riguarda i dribbling perché su 239 quelli riusciti sono stati 177 equivalenti al 74,1 %, mentre quelli sbagliati 62 (25,9%). Sbagliare i cross e perdere toppi palloni finisce per incidere sulla prestazione e sul risultato non per nulla in molte partite il Torino ha fatto meno di quello che ci si attendeva e sono significative le sconfitte con il Chievo sia all’andata sia al ritorno, con il Carpi, con l’Udinese e con l’Empoli e i pareggi con Verona anche in questo caso sia in casa sia in trasferta, Genoa, Sassuolo e Sampdoria e non contando le partite perse e pareggiate con squadre più forti.

Il Torino ormai non ha molto da chiedere al campionato, anche se mancano tredici partite alla fine del torneo, perché il treno per l’Europa League è perso e non è in discussione la salvezza. Difficile quindi trovare stimoli se non nel dimostrare che il valore della squadra e dei singoli non è mediocre come l’attuale classifica evidenzia: l’undicesimo posto in coabitazione con il Chievo pone i granata in quella fascia di mezzo grigia e anonima di chi vivacchia fra uno scivolone e una rialzata. Essere più precisi nei cross e perdere meno palloni potrebbe essere il primo passo della tanto nominata crescita.