Ci vogliono cuore, muscoli e cervello per dare l’assalto all’Europa
Cinque giorni per il verdetto finale, sembrano un’eternità perché il Torino l’accesso all’Europa League ce l’ha avuto in tasca alle quindici e quarantadue minuti di domenica scorsa quando Immobile con grande determinazione e caparbietà ha segnato sotto la Maratona scartando prima Paletta, poi mettendo fuori causa Mirante costringendolo a un rinvio non efficace ed infine sbilanciando Lucarelli che è scivolato e di fatto ha lasciato il via libera a Ciro per depositare la palla in rete. Non fosse bastato questo alle sedici e diciotto Lucarelli veniva espulso e in superiorità numerica e per giunta in vantaggio i granata erano nella miglior condizione possibile per consolidare la loro posizione in solitario al sesto posto, con una giornata d’anticipo sulla conclusione del campionato. Ma non sarebbe stato il Toro se non si fosse fatto scivolare dalla tasca quello che si era conquistato sul campo nonostante tutto (infortuni durante la stagione e qualche partita gettata alle ortiche) e tutti (torti arbitrali), così è arrivata la rete di Biabiany e poi l’espulsione per doppia ammonizione di Immobile. Tutto perduto? Assolutamente no, perché il calcio dà e toglie, ma qualche volta lascia aperta la porta.
Il Torino ha un punto in più del Parma, due rispetto al Milan e al Verona e tre sulla Lazio, che però ormai è fuori dai giochi poiché se anche granata, gialloblù emiliani, rossoneri e gialloblù veneti perdessero aggancerebbero a quota cinquantasei il Torino, ma per gli scontri diretti non accederebbero comunque ai preliminari d’Europa League. Quindi il numero delle concorrenti diminuisce. Discorso simile per il Verona perché anche solo il pareggio dei granata con la Fiorentina lo terrebbe fuori dall’Europa, sempre per la classifica avulsa. Rimangono quindi Milan e soprattutto il Parma che giocheranno entrambe in casa ricevendo rispettivamente il Sassuolo già salvo e il Livorno già retrocesso e pensare che sia la squadra di Seedorf sia quella di Donadoni possano vincere è del tutto naturale. Se il Milan arrivasse a pari punti con il Torino (pareggio a Firenze dei granata e vittoria a San Siro dei rossoneri) la spunterebbero i diavoli perché nonostante gli scontri diretti siano terminati con due pareggi, due a due all’andata e uno a uno al ritorno, i rossoneri hanno segnato due reti all’Olimpico mentre i granata una al Meazza e questo basterebbe per la squadra di Seedorf. Anche se su una tale qualificazione peserebbe come un macinio la direzione di gara di Massa e dei suoi assistenti, che in occasione della partita d’andata non permisero la sostituzione nei minuti finali di Larrondo, a terra con un piede rotto, facendo rimettere in gioco la palla al Milan, malgrado Farnerud fosse prontissimo ad entrare in campo, che ha propiziato l’azione del rigore calciato da Balotelli per il definitivo pareggio dei rossoneri. Se fosse invece il Parma a chiudere la stagione alla pari con il Torino in Europa andrebbe la squadra di Donadoni, forte di una vittoria e di un pareggio. Diventa quindi evidente che ai giocatori di Ventura serve assolutamente la vittoria con la Fiorentina domenica sera per evitare eventuali beffe possibili in caso di parità.
Vincere a Firenze non sarà facile perché la viola anche se saldamente al quarto posto onorerà di certo l’impegno ed è giusto ed onesto che sia così e per di più il Torino sarà privo di Bovo e soprattutto del capocannoniere Immobile, che devono scontare un turno di squalifica. Ventura non dovrebbe avere particolari problemi a sostituire il difensore potendo contare su Rodriguez oppure riportando Maksimovic nel ruolo di difensore centrale e dando spazio a Vesovic sulla fascia. Discorso molto differente per l’attaccante poiché finora nessun’altra punta di ruolo ha segnato oltre a Ciro. Sarà dipeso da motivi differenti però è un dato di fatto che Larrondo (non ha quasi mai giocato a causa degli infortuni), Barreto e Meggiorini anche quando hanno avuto l’opportunità di scendere in campo la palla nella rete avversaria non l’hanno depositata. Toccherà a Cerci trascinare i compagni e tutti dovranno dare il massimo perché lasciarsi sfuggire un traguardo prestigioso e non preventivato a inizio stagione, però fino all’ultimo possibile, sarebbe un vero peccato. I tifosi del Toro hanno ampiamente dimostrato di meritarsi una squadra che dia loro soddisfazioni e non solo speranze di un futuro migliore: è giunto il momento di gratificarli!