Cairo: "Punto e a capo per ripartire"

Il presidente del Torino, che aveva rimesso in vendita al società, non si tira indietro dopo il flop della stagione appena conclusa e se ne assume le colpe. Alla presentazione del nuovo allenatore, Giampiero Ventura, sembra determinato come quando a
08.06.2011 18:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Cairo: "Punto e a capo per ripartire"
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© foto di Federico De Luca

Cairo ammette senza se e senza ma gli errori e dichiara di assumersi in prima persona le responsabilità senza fare distinguo pubblici su chi ha colpe e sull’entità delle stesse. La volontà di andare oltre, girando pagina, gli fa affermare che bisogna mettere un punto bloccando così il passato e ricominciare senza tanti proclami, ma con obbiettivi ben certi che in quanto tali sono anche obbligatori. “La passata stagione, evidentemente, non si è conclusa come speravamo e ne siamo dispiaciuti. I tifosi sono ancora più dispiaciuti di noi per un’annata altalenante terminata senza raggiungere l’obiettivo. Ho individuato quattro momenti della passata stagione: un inizio difficile coinciso con le prime undici gare, poi un periodo tra novembre e dicembre con un filotto di risultati utili, seguito però da un altro arco di tempo negativo, nonostante gli innesti con il mercato invernale di giocatori quali Antenucci, Budel e Pagano che erano funzionali. Infine un ultimo periodo, coincidente con il ritorno di Lerda, positivo dove in dieci partite abbiamo realizzato diciassette punti, ma che non è bastato per accedere ai playoff”. “Dire pubblicamente chi sono i colpevoli e i responsabili – prosegue Cairo – non mi piace, mi prendo io le responsabilità in quanto presidente, anche più di quanto non sia giusto fare, perché quando non si raggiungono neppure i playoff la colpa è di tutti, nessuno escluso. Presidente, direttore sportivo, allenatore, staff tecnico e medico e giocatori, loro in campo alle volte hanno fatto bene, ma altre sono stati disdicevoli, hanno tutti colpe. Se dopo la partita con il Piacenza ho deciso di mandare subito la squadra in ritiro, senza neppure permettere ai calciatori di andare a casa, voleva dire che qualche cosa era mancato. La percentuale di colpevolezza non è giusto dirla, così come non si può fare lo scaricabarile e tutti devono prendersi le proprie responsabilità”. Il presidente prosegue poi la sua analisi: “All’inizio della passata stagione avevo detto che si era allestita la squadra migliore da quando sono presidente, quell’affermazione era una battuta dovuta al mio ottimismo e non nego che è meglio essere ottimisti alla fine piuttosto che all’inizio, ma con in rosa giocatori come Bianchi, Ogbonna, e poi con l’arrivo a gennaio di Antenucci e tanti altri non si poteva proprio dire che la squadra non aveva alte potenzialità”.

A chi gli chiedeva se la società è tutt’ora in vendita Cairo ha risposto: “Vendo il Torino, ma chi me lo compra? Ho letto tante belle interviste di persone che dicevano la loro sulla vendita, ma non ho ricevuto alcuna offerta. Ho preso il Torino dopo il fallimento e ho sempre onorato gli impegni tenendo i conti in ordine. In serie A i giocatori hanno contratti differenti e quando siamo retrocessi, anche se certi calciatori potevano non rientrare più nei piani della società, sono stato costretto comunque ad onorare gli impegni contrattuali sottoscritti, se non lo avessi fatto avrei riportato il Torino al fallimento. In questi ultimi due anni ho tirato fuori di tasca mia 25 milioni di euro. La scorsa estate e anche nel mercato invernale ho rifiutato offerte importanti per Bianchi e Ogbonna perché volevamo raggiungere certi obiettivi e per farlo non si poteva smantellare la squadra, alla fine sono io che mi accollo gli oneri di tutto”.

Chiudere con il passato per ripartire è l’input presidenziale. “Bisogna mettere un punto e chiudere con il passato – afferma Cairo - e andare a capo. Capitolo nuovo. Non voglio spendermi in complimenti nella presentazione di Ventura, non ce n’è bisogno perché tutti sanno chi è il mister. Ventura si presenta da solo, per lui parlano i suoi successi. Siamo al primo atto di questa nuova stagione e non devono essere fatti proclami, perché al terzo anno di B non si può non avere che obiettivi chiari che però non vanno sbandierati”. Sull’impegno economico per allestire la nuova squadra il presidente non si sbilancia parlando di cifre, ma sottolinea l’intenzione di mettere a disposizione di Ventura una rosa adeguata. “Voglio fare una squadra che permetta al mister di sviluppare una rosa che ha un valore e si accresca grazie all’organizzazione e al lavoro. Prenderemo giocatori ovviamente mirati, funzionali alle necessità dell’impianto di gioco del mister”. Cairo di programmi e obiettivi non vuole parlare perché quando lo si è fatto non si sono raggiunti i risultati sperati. “Faccio con entusiasmo il presidente, però non voglio farlo a dispetto dei santi, ma se metto in vendita la società e poi non arriva nessuno a comprarla …… Non vorrei più sentir parlare che al Torino non c’è una struttura societaria. E’ arrivato il momento di decidere per la prossima stagione perché tutto quello che serve c’è: un allenatore, un direttore sportivo, un team manager, un segretario e un addetto stampa. E’ vero che non c’è un direttore generale, ma per prendere una figura che ricopra questo ruolo, ma che non serva a migliorare ancor di più, è inutile e servirebbe a creare solo un danno. Un direttore generale lo stiamo cercando, ma arriverà solo quando avremo individuato la persona più adatta. Giochiamo a calcio e non parliamo più di obbligo di vincere, perché qui non si vince un c…., scusate il termine. Il calcio non è uguale all’aritmetica dove uno più uno fa due. Pensiamo alla Sampdoria che a inizio stagione giocava i preliminari di Champions e poi è vero che ha venduto alcuni giocatori, ma è altrettanto vero che è retrocessa”.

Smentite le voci sul consiglio a Bianchi di cercarsi una squadra. “Non è vero che al procuratore di Bianchi, il fratello Riccardo con il quale personalmente sono in contatto, è stato detto di cercare una squadra. Giovedì scorso dovevo incontrare Riccardo, ma poi per una concomitanza di impegni non ci siamo visti, ma lo faremo domani. Voglio, insieme a Petrachi, incontrare Riccardo e Rolando Bianchi e guardarli negli occhi e sentire da loro quali sono i progetti che hanno, poi valuteremo tutti insieme se questi progetti sono in sintonia con quelli del Torino, solo dopo si potrà dire quale sarà il futuro del capitano”.

Un Cairo molto carico e motivato è quello che si è visto alla conferenza stampa del nuovo allenatore, pronto a ripartire con slancio verso la nuova stagione che ha un solo obbligo: il ritorno in serie A. Se il punto e a capo è stato realmente messo e si è ripartiti verso la meta con un nuovo slancio vitale e cosa accadrà durante il mercato estivo e soprattutto se l’unione e i sorrisi di oggi ci saranno anche a fine maggio 2012 lo stabilirà incontrovertibilmente il campo.