Cairo: "Ogbonna è incedibile e Bianchi non vorrei darlo via"

Siamo arrivati a Sappada con l'ottanta per cento della rosa, adesso dobbiamo completarla in tempi rapidi e con giocatori motivati. In sede di mercato bisogna non dire i nomi degli obiettivi e avere delle alternative.
19.07.2012 23:26 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Cairo: "Ogbonna è incedibile e Bianchi non vorrei darlo via"
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© foto di Luigi Gasia/TuttoJuveStabia.it

Le sue prime impressioni sulla squadra che nella prima amichevole ha vinto sul Sappada per 17 a 0.
“Direi bene, anche se oggi è stato un test non particolarmente attendibile, poiché i nostri avversari erano valligiani che giocano in prima categoria o giù di lì. Per altro però tutti i test hanno dell’attendibilità perché si gioca con persone che ci mettono l’anima e in ogni caso qualche cosa di buono si è visto. C’è da ricordare che siamo agli inizi: i giorni di allenamento sono sei e la squadra è arrivata a Sappada da sette ed evidentemente i giocatori sono molto carichi per le fatiche fisiche accumulate nei due allenamenti al giorno, sono un po’ provati e hanno le gambe un po’ imballate, ma è tutta benzina che si accumula per l’autunno e l’inverno. Ho visto alcune buone cose e giovani brillanti e mi ha fatto piacere assistere a questo primo test. Test che per me è diventato un’abitudine, infatti, ero venuto lo scorso anno e anche anni fa in occasione del mio primissimo ritiro nel primo anno di serie A, allora portò bene e quindi continuiamo a tornare”.

Ha assistito alla partita dalla panchina con il mister, il 4-2-4 le piace?
“Questo è un modulo del mister e devo dire che è molto efficace, redditizio e divertente e chiaramente ci vogliono gli interpreti giusti e li stiamo trovando sempre di più, per cui direi bene”.

A proposito d’interpreti il mister ha detto che servono ancora cinque giocatori, due di questi possono essere Ljajic e Tissone?
“Non faccio nomi perché oggi è meglio non farne ed è più opportuno dedicarsi agli obiettivi, più o meno, coperti e magari gli obiettivi sono dei nomi sui quali stiamo lavorando e non sono neanche mai usciti sui giornali e quindi non li dico perché li abbiamo tenuti gelosamente segreti. Oggi non è importante fare nomi, ma avere le idee chiare e cercare di chiudere le trattative nei tempi più veloci possibili. Siamo arrivati a Sappada con l’ottanta per cento della rosa, però adesso dobbiamo completarla in tempi possibilmente rapidi e con il mister ne parleremo dopo”.

L’agente di Ljajic ha ammesso i contatti e quindi è un giocatore che rientra negli interessi del Torino?
“Io ho sentito dire che la Fiorentina Ljajic non lo cederà per cui non vorrei parlare di un giocatore o dell’altro e penso che sia importante avere un obiettivo con delle caratteristiche utili a noi. Poi se sarà uno o l’altro si vedrà anche riguardo alla disponibilità del giocatore e della società per cui è tesserato. Bisogna anche avere in mente delle alternative a un giocatore che ci interessa in modo che se poi non venisse se ne prenderà un altro. Quello che conta molto in questa squadra, come si è visto l’anno scorso e anche quest’anno, è il tipo di gioco che esprime. Gli interpreti possono anche cambiare, però l’importante è che quando entra un giocatore in alternativa sappia interpretare il ruolo perché ha imparato e fatto tesoro di tanti allenamenti che sono certamente molto utili”.

Il Milan ha ceduto Thiago Silva, se si facesse di nuovo avanti per Ogbonna lei lo cederebbe?
“Ogbonna per noi quest’anno è un discorso chiuso”.

E’ incedibile per qualsiasi cifra?
“Sì è incedibile, e diciamo che non essendoci da parte nostra la volontà di cederlo e credo che questa cosa sia risaputa dalle altre società. Noi vogliamo tenere il giocatore, lui intende rimanere. Penso che sarebbe per lui molto utile fare una stagione con il Toro in serie A e poi magari anche di più, perché no, però certamente questa sì. L’obiettivo nostro in assoluto è: tenere Ogbonna”.

Bianchi come l’ha visto?
“L’ho visto giocare bene come sempre e direi che anche di lui se ne parla fin troppo, è un nostro giocatore, è importante, è il capitano e vedremo cosa accadrà durante il mercato. Io non ho voglia di cedere Bianchi, tant’è che l’ho sempre tenuto resistendo anche ad assalti dell’ultimo giorno di mercato. Questo è un fatto del passato, poi si tratterà di vedere la volontà di tutti, anche del giocatore”.

La volontà di Bianchi è di restare? Ha parlato con lui?
“Non è importante che parli con Bianchi, abbiamo comunque un direttore sportivo e non devo parlare io con il giocatore che ha un contratto con noi ed è felice, spero, di restare. Se non lo è, lo dirà o lo farà sapere e capire perché c’è modo da qui fino alla fine del mercato di comprendere se c’è questa forte volontà al di là della facciata”.

E’ deluso da Mesbah che ha detto di voler restare al Milan?
“Assolutamente no, anche noi se oggi avesse detto di voler venire al Torino non so fino a che punto saremmo stati contenti di prenderlo perché il giocatore aveva fatto capire che per lui era più importante rimanere al Milan e quindi, secondo me, quando si prende un giocatore è fondamentale che venga con lo spirito giusto e con la voglia di fare bene con noi. Lui evidentemente aveva in mente altre cose: il Milan, il Marsiglia. Tutto è legittimo e comprensibile, ma per noi conta di più avere gente veramente motivata a disputare il campionato con noi”.

Rodriguez anche lui non vestirà la maglia granata.
“Non era un obiettivo, ma un giocatore che abbiamo guardato, come tanti altri, e magari gli obiettivi nostri sono diversi. Come sempre in tutti i ruoli si ha più di un giocatore, più di un obiettivo e delle alternative e dopo di che la prima scelta poteva essere un’altra e non lui, altrimenti avremmo accelerato evidentemente”.

Qual è la sua posizione sul caso Pazienza poiché l’agente ha detto che il Torino è stato scorretto?
“Io non vedo nessun caso, l’agente D’Ippolito mi ha chiamato venerdì per sentire se c’era disponibilità da parte nostra a considerare l’ipotesi di Pazienza al Torino e gli ho detto che potevamo parlarne, ma non gli ho detto che l’operazione si sarebbe sicuramente fatta. Ci siamo poi visti con Marotta e di lì è nato un discorso, ma non era la giornata definitiva per chiudere la trattativa di pazienza al Torino, era un primo incontro. Ho detto anche che Pazienza ha un ingaggio proibitivo per quanto ci riguarda e comunque sia si stava ragionando in relazione a lui che è un ottimo giocatore, ma anche su altre alternative per quella che è la rosa che abbiamo. Non c’era nessun tipo d’impegno nostro e D’Ippolito, secondo me, è andato molto oltre rispetto a quello che era il discorso fatto: era una proposta che veniva da lui, è che io ho considerato, ma non era una considerazione definitiva per dire che prendiamo il giocatore bensì ragioniamo insieme”.

Qual è il suo sogno per questa stagione?
“Io credo che la cosa migliore sia procedere bene lungo il cammino iniziato lo scorso anno cercando di rafforzare molto quella che era la nostra società e la squadra per avere veramente un gruppo compatto. Non voglio dire che l’obiettivo è questo o quello, se la compattezza migliora ancora di più, se la squadra anche lei migliora e la società è a supporto dei giocatori e del mister credo che poi gli obiettivi si raggiungano. In tutte le aziende e anche nel calcio la cosa principale è la compattezza”.

Questi sono i buoni propositi, ma se dovesse far sognare i tifosi, un po’ come ha fatto il presidente De Laurentiis che ha detto che c’è voglia di scudetto, cosa direbbe?
“De Laurentiis ha detto questo e benissimo per lui ed effettivamente il Napoli ha fatto un buon campionato lo scorso anno, ma per noi oggi l’importante è non fare proclami, ma di svolgere, a mano a mano, quello che abbiamo in mente con la compattezza e il rafforzamento del gruppo”.

Prima parlava di gruppo, ma rispetto all’anno scorso qui a Sappada, è vero che non ci sono gli stessi giocatori e ne sono arrivati di nuovi, che spirito ha trovato? Ci sono delle differenze?
“Sono appena arrivato e non riesco ancora a percepire, quello che ho visto è stata la squadra in campo e mi è piaciuta. Non ho ancora parlato con la squadra perché quando sono arrivato i ragazzi stavano effettuando il riscaldamento, ma se c’era il gruppo lo scordo anno e ha vinto a maggior ragione si è ritrovato con la voglia di fare bene e con il piacere di ritrovarsi”.

C’è qualcuno dei nuovi che visto in campo l’ha colpita per qualche motivo?
“Ormai non sono più abituato a parlare dei singoli, quello che conta è parlare della squadra e credo che la cosa buona è che ho visto la squadra che ha giocato con intelligenza, ordine e con la ricerca di un certo tipo di gioco. Questo conta più di tutto e più del singolo che è parte di un tutto”.

Ventura le ha detto qualche cosa mentre eravate in panchina vicini a vedere la partita?
“Commentavamo le fasi di gioco e poi ci vedremo e parleremo dopo”.

Il campionato italiano le piace o non ha più appeal come dicono Mino Raiola e Ibrahimovic?
“Credo che Ibrahimovic avesse anche un po’ di dispiacere a lasciare il nostro campionato, perché è stato in Italia, è andato via ed è ritornato e forse è il campionato che piace di più anche a lui, persino di quello francese, poi per motivi economici ha fatto questa scelta insieme al Milan. Credo che il campionato più bello sia quello italiano”.