Cairo non lascia e riabbraccia Cola?
Cairo deve sapere di essere al minimo storico come presidente e ogni passo falso che farà, da ora in avanti, rischia di pagarlo a caro prezzo con la piazza infuriata per il terzo anno consecutivo in B. A parte il fallimento, peggio addirittura dell'era Cimminelli. Eppure con il fatto che non ci sia nessun imprenditore credibile all'orizzonte per prendersi carico del Torino, c'è il rischio che Cairo sia costretto a rimanere, anche se, chi non è nelle stanze dei bottoni, non può avere la certezza assoluta che non siano arrivati sul tavolo dell'imprenditore milanese delle richieste. Così, tra il malumore generale, c'è il rischio che avvenga la solita rivoluzione semestrale, con l'addio di Petrachi e Lerda e l'arrivo di un nuovo ds (si parla addirittura di Pradè, grosso nome della Roma, oppure Lucchesi del Pescara), con il clamoroso ritorno di Colantuono. Soprattutto la scelta del mister non sembra quella ideale per la piazza, anche se Cola nell'insieme è colui che è arrivato più vicino alla promozione.
Proprio riguardo al nome del mister, posto che difficilmente resterà Lerda, anche se la piazza accetterebbe meglio di avere ancora Petrachi e l'attuale allenatore piuttosto di vedere ancora Cairo al timone (c'è già sentore che molti tifosi non si abboneranno più e non compreranno più le riviste della Cairo Communciation, per protestare contro l'attuale massimo dirigente), ci piacerebbe suggerire un nome all'attenzione del Torino, quello di Alberto Malesani, che non ha rinnovato con il Bologna, ma potrebbe approdare al Genoa. Un tecnico che sarebbe in grado di scaldare il pubblico e che sa gestire al meglio i giocatori (chiedere all'ex Rubin). Il guaio del mister veneto è che non è un aziendalista e dice sempre ciò che pensa. Un brutto difetto per il mondo del calcio.