Cairo: “Amauri ha voluto il Toro, Cerci ha preferito andare via”
Il presidente del Torino Fc Urbano Cairo in occasione del rinnovo del contratto di sponsorizzazione con il main sponsor “Fratelli Beretta 1812” ha tenuto una conferenza stampa con il Commendator Vittore Beretta dove ha parlato del calciomercato che si è concluso ieri. Prima di rispondere alle domande dei giornalisti il presidente del club granata ha fatto alcune dichiarazioni.
“Sono qui insieme all’amico, prima che sponsor, Vittore Beretta. Prima Beretta mi chiedeva: “Che cosa diciamo sul nostro contratto?” e io gli ho risposto: “Diciamo che è un contratto eterno, perché il contratto di sponsorizzazione con il Torino Fc va avanti da tanti anni”. Vittore Beretta e la Beretta Salumi erano sponsor e vicini al Toro ben prima che io ne diventassi presidente, ai tempi addirittura di Pianelli, quindi direi che è uno sponsor legato al Toro e connaturato al Toro come nessuno. Io sono felice di essere qui con lui e con voi per parlare del rinnovo della sponsorizzazione della Beretta con il Torino per un altro anno come main sponsor del Toro in campionato, in Europa League e in Coppa Italia. Con Beretta e la sua azienda c’è una grandissima vicinanza, ormai più che uno sponsor si può dire che c’è una grande compenetrazione, fornisce prodotti, insomma di tutto e di più. C’è una persona che lo segue minuto per minuto e gli fa tante foto e credo che il suo archivio sia immenso (45.000 foto, ndr) e continua ad incrementarsi, bisognerà pubblicarle un giorno, magari come Cairo Editore faremo una pubblicazione di tutte le foto di questi tre anni, da quando è tornato ad essere lo sponsor. Il nostro è un rapporto strettissimo e questa è l’occasione per parlare di Beretta che è sponsor del Toro e del calciomercato visto che ieri si è chiusa la sessione estiva”.
Che voto si dà relativamente a questa sessione di calciomercato?
“Non mi do nessun voto perché non è giusto auto darselo, verrà dato dai giornalisti e dai commentatori che sono preposti a questo genere di cose, ma credo che il voto più importante sarà quello del campo, però per averlo bisogna avere un po’ di pazienza perché ci vuole il tempo di giocare la stagione. L’inizio è stato certamente positivo con la qualificazione del Torino ai gironi dell’Europa League e un buon inizio in campionato con l’Inter, la gara è stata buona e si sarebbe potuto fare anche di più, magari anche vincere e non solo pareggiare. Del mercato vedremo il voto che darà il campo, quello che dico avendo fatto un brevissimo conto sull’investimento fatto in questi due anni, da quando siamo ritornati in serie A, globalmente per l’acquisto dei calciatori nella stagione 2013-2014 e 2014-2015 è stato di 17 milioni e 50 mila euro nella stagione scorsa e in questa finestra di mercato estiva 22 milioni e 350 mila, quindi per un totale di poco meno di 40 milioni, mentre per quel che riguarda le entrate derivanti dalle cessioni di giocatori, prevalentemente con Ogbonna, D’Ambrosio, la metà d’Immobile e Cerci, per un incasso complessivo di 17 relativamente allo scorso anno e 25 milioni in questo che fanno 42 milioni. Nelle due stagioni abbiamo un bilancio positivo di 2 milioni e 600 mila per la precisione. Secondo me oggi in squadra abbiamo una decina di giovani di prospettiva, che è una cosa importante, e alcuni non abbiamo avuto ancora modo di vederli perché sono appena stati acquistati come Gaston Silva, Bruno Peres o altri che si sono visti pochissimo come Jansson e Sanchez Miño, quest’ultimo ci ha già dato qualche buona indicazione. Abbiamo riscattato Maksimovic, l’anno scorso avevamo riscattato la metà di Darmian, che era interessante per club che erano attratti da lui dopo la stagione eccellente che aveva fatto, senza scordare anche Glik che è un classe ‘88, abbiamo preso Jansson, Gaston Silva, la metà di Benassi, Sanchez Miño, Martinez, El Kaddouri è in prestito oneroso, ma abbiamo il diritto di riscatto al cento per cento e il Napoli non ha la possibilità del controriscatto. L’elenco dei giocatori giovani e di prospettiva è notevolissimo, sono dieci, e questo vuol dire per noi poterci lavorare e farli crescere. Padelli è stato convocato in Nazionale con Darmian e oggi è stato chiamato anche Quagliarella, quindi possiamo dire che Beretta porta fortuna al Toro e il Torino ai suoi giocatori. Abbiamo una rosa di giocatori di prospettiva e tanti altri che hanno maggiore maturità e che possono equilibrare bene il gruppo di più giovani che devono crescere, sto pensando a Vives, Bovo, Moretti, Molinaro, Nocerino, Gazzi, Quagliarella ed Amauri. Questo per dire che abbiamo anche tanti giocatori che possono dare l’esperienza e la maturità che ovviamente servono e questo per noi è un fatto molto importante oltre che avere giovani di grande prospettiva e di proprietà. Senza dimenticare che abbiamo provenienti dal nostro vivaio la bellezza di undici calciatori che sono stati dati in prestito tra la serie A, la B e la Lega Pro. Verdi all’Empoli, non proviene dal nostro vivaio, ma è nostro frutto dello scambio con Comi, Diop alla Ternana, Stevanovic (altro non proveniente dal vivaio, ndr) al Bari, Chiosa e Alfred Gomis all’Avellino, Lys Gomis e Aramu al Trapani, Barreca e Scaglia al Cittadella, Suciu al Crotone e Parigini al Perugia. Speriamo che di questi giocatori ce ne sia qualcuno in grado di poter giocare nel Torino in prima squadra. Ho detto tutto questo per fare un quadro generale di quello che abbiamo fatto fino ad oggi”.
Il primo obiettivo della stagione era l’accesso alla fase a gironi dell’Europa League ed è stato centrato, ma più in generale quali sono i traguardi che ha fissato per la squadra?
“Preferisco non specificare, abbiamo fatto un campionato scorso eccellente in cui siamo arrivati al settimo posto e che ci ha consentito di accedere ai preliminari, anche a causa dei problemi che ha avuto il Parma, poi però abbiamo superato due scogli, l’ultimo in particolare con una squadra (lo Spalato, ndr) molto ostica e abbiamo ricominciato il campionato. Preferisco per scaramanzia non dire nulla. Oggi a Roma c’è la conferenza stampa per la presentazione del programma di Floris (su La 7, ndr) e poiché non posso andarci mi hanno chiesto quale ascolto ci attendiamo per riferirlo nel caso fosse richiesto io ho detto di non dire neanche una mezza cosa nel senso che scaramanticamente non parliamo di nulla. Certamente abbiamo le nostre idee e sappiamo cosa vogliamo da quel programma e magari anche dal nostro campionato, però sono cose che ci teniamo gelosamente riservate. Come vi ho detto abbiamo fatto investimenti importanti e praticamente tutto quello che abbiamo incassato è stato reinvestito e i due-tre milioni rimasti erano pronti per un’operazione dell’ultimo momento sulla quale ieri abbiamo ipotizzato e ragionato e che poi non si è fatta poiché purtroppo non era possibile in quanto non c’era la disponibilità, ma c’era la volontà d’investire la differenza in positivo fra entrate e uscite. Sarebbe stato un di più anche utile, ma non è detto che non si faccia a gennaio perché oggi la nostra rete di osservatori è in pista e dobbiamo sempre andare a scandagliare mercati sud americani piuttosto che europei, dell’est o francesi, per avere sempre e costantemente nuove opportunità. Il fatto di cedere giocatori come Ogbonna, Immobile, Cerci non è una cosa che faccio volentieri, sono più compratore che venditore di aziende o in questo caso di giocatori, però poi c’è un fatto che non può non essere tenuto in considerazione: le legittime ambizioni e aspirazioni, voglia di cambiamento che non possono non essere tenute in considerazione. Ho sempre detto che non voglio essere io quello che tarpa le ali a nessuno, nel momento in cui il giocatore mi dice che vuole andare, se il calciatore rimane volentieri io lo tengo, soprattutto se è un elemento importante per noi”.
Tenendo conto degli investimenti di cui ha parlato quanto è stata rinforzata la squadra rispetto all’anno scorso?
“Questo lo dirà il campo, è come dire che voto ci diamo. Io posso avere un’idea, ma non la dico per scaramanzia. Secondo me la squadra di oggi è ottima, poi non voglio essere quello che dice che la squadra di oggi è meglio di quella di … o altro. Lasciamolo dire al campo. Sono quelle cose che è meglio non dire mai, aspettiamo perché ci sono giocatori che devono crescere. Bruno Peres che abbiamo tesserato ieri è un giocatore che per dare l’apporto che ci aspettiamo da lui ovviamente ha bisogno di un po’ di tempo. Maksimovic l’anno scorso ha avuto bisogno di qualche mese per poter diventare il giocatore che nel girone di ritorno ha disputato tante partite con risultati notevoli. Il Darmian del primo anno non è certamente il giocatore maturo, autorevole e perentorio che vediamo oggi. Il Padelli di un anno fa è adesso convocato in Nazionale. Il Glik dell’anno di B oggi ha fatto passi avanti. Gaston Silva (classe ‘94) è un calciatore che ha un grandissimo potenziale che però va sviluppato, stesso dicasi per Jansson (‘91), Martinez, Benassi (‘94). Avete visto Sanchez Miño con l’Inter, ma anche che cosa ha fatto El Kaddouri nella prima parte dello scorso anno e poi nella seconda. E’ una squadra che lavorandoci costantemente come farà il nostro mister con i suoi collaboratori, così come hanno fatto in modo eccellente in passato, potrà mano mano crescere. Vedremo poi dove arriverà. A questa squadra abbiamo aggiunto giocatori d’esperienza e qualità come Molinaro, Nocerino, Quagliarella e Amauri che sono di grande utilità secondo noi e che possono dare un grande contributo. Fra l’altro Amauri ha avuto una voglia incredibile di arrivare al Toro”.
Fino a qualche giorno fa erano in ballo altri giocatori per sostituire Cerci, perché avete scelto Amauri?
“Amauri è un giocatore che si adatta benissimo alle caratteristiche che ricercava il nostro mister, ha grande fisicità, sa giocare a calcio e in carriera ha realizzato quasi cento gol e nelle ultime due stagioni al Parma ne ha fatti dieci a stagione, quindi direi niente male. C’è stata quest’opportunità dopo un contatto con il suo agente e in seguito a valutazione lo abbiamo scelto. Attenzione che nell’operazione Cerci, anche se qualcuno pensa che il giocatore fosse stato venduto già da qualche tempo, in effetti solo domenica mattina alle 11 c’è stato un contatto con il presidente dell’Atletico Madrid che ha ipotizzato un’offerta, prima c’erano state tante parole e articoli di giornale che indicavano il Tottenham, l’Arsenal, lo United, il Monaco e il Milan però alla fine di offerte concrete non ne erano arrivate e neppure dall’Atletico che ha concretizzato poi la sua offerta ieri mattina. Alla fine non era così scontato e automatico che vendessimo Cerci e se non lo avessimo fatto saremmo rimasti con i nostri attaccanti Cerci incluso il quale avrebbe fatto la seconda punta adattandosi a un gioco meno suo, perché predilige giocare da esterno. Ribadisco, non era così scontato che Cerci sarebbe stato venduto. Il giocatore mi ha mandato tanti messaggi in cui mi chiedeva pur ringraziando il Torino, me e tutti quanti, di poter andare perché lui ci teneva in quanto questo era il suo assoluto desiderio. Io non volevo dirlo in maniera così esplicita e per questo quando il mercato era ancora aperto ho cercato di preservarlo anche perché non era scontata la sua cessione e speravo di poterlo convincere, ma i suoi messaggi non davano adito a dubbi sul fatto che volesse andare via. Quindi il tema è: Cerci non era affatto sicuro uscisse ed è per questo che è andato via l’ultimo giorno di mercato, tanti club erano interessati, ma alla fine non c’era l’offerta vincente, non dico a 20 milioni, e vi dico che in conclusione lo abbiamo venduto a 15 milioni dai quali bisogna sottrarre il cinque per cento di solidarietà che vuol dire per il Torino un incasso di 14 milioni 250 mila più una possibilità di bonus che come massimo può arrivare a circa un milione di euro, ma che non è certo. Quest’estate non ho ricevuto offerte scritte per Cerci, ma solo chiacchiericci. Non avendo la certezza di vendere Cerci non potevamo andare a prendere giocatori che potevano anche essere stati trattati durante la stagione, solo nel momento in cui abbiamo avuto l’idea di vendere il giocatore allora ci siamo cautelati con l’ipotesi che c’era relativa ad Amauri. Parlandone con il mister è stato molto soddisfatto perché Amauri è un giocatore che ha delle caratteristiche tecniche e fisiche che sono adattissime al gioco di Ventura che prevede le due punte”.
E’ intervenuto il Commendator Beretta che ha detto: “Si ricorda che le due volte che siamo andati a giocare a Parma alla fine delle partite le avevo detto che se l’Amauri l’avessimo avuto noi sarebbe … perché in quelle occasioni ci ha dato due lezioni di calcio. Forse anche questo ha segnato un po’ …”
Prontamente Cairo ha replicato: “Beh, no. Non è che prendiamo un giocatore solo perché ci ha fatto gol, altrimenti chissà quanti calciatori avremmo dovuto comprare. Il motivo vero è che noi eravamo in una fase in cui sapevamo che Cerci voleva andarsene via e questo era inequivocabile, dopo di che forse anche perché il Mondiale non era stato straordinario c’era tanto interesse, ma di offerte scritte come è arrivata ieri quella dell’Atletico non ce n’erano, solo telefonate, chiacchiere e incontri, ad esempio con Galliani ci siamo visti più volte, però il Milan non ha mai fatto un’offerta. A metà luglio Galliani mi ha chiesto se avrei venduto Cerci e io gli ho risposto “può darsi perché il giocatore vuole andare via e io non voglio tarpargli le ali e se ci sarà un’offerta adeguata lo venderemo” allora Galliani mi ha detto di tenerlo in considerazione, ma prima doveva cedere Robinho. Nel trascorrere dell’estate ci siamo rivisti però il Milan aveva sempre prima da cedere qualcuno e non mi ha mai fatto un’offerta vera e propria perché evidentemente aveva dei vincoli di budget o altro, così come altre società che erano interessate, ma non erano disponibili a fare investimenti di un certo tipo. Alla fine questo è stato e conseguentemente abbiamo ragionato su quelle che erano le possibilità e Amauri è piaciuto subito come idea al nostro mister e siccome negli ultimi tre anni tutto ciò che abbiamo fatto è stato condiviso al cento per cento con il mister, Petrachi e il sottoscritto poiché Ventura era così motivato nell’accogliere Amauri ci siamo mossi in tal senso e abbiamo visto una grandissima disponibilità da parte del giocatore a venire al Torino, per lui è una grande cosa e l’ho visto veramente super felice. Oggi poi sui giornali ha parlato di derby … incrociamo le dita. Certamente ha molta voglia di mettersi a disposizione quindi penso che sia un giocatore che potrà fare veramente bene. Sul fatto che abbia trentaquattro anni, ripeto, abbiamo una squadra con dieci-undici giocatori molto giovani di grande prospettiva ai quali per un fatto di equilibrio vanno associati calciatori più esperti come Amauri”.
Sembra strano che l’Atletico abbia concretizzato solo ieri l’offerta per Cerci poiché si trattava di un’operazione importante a poche ore dalla chiusura del mercato. Non avevate la possibilità di cedere Cerci prima, magari a un prezzo inferiore, ma con la possibilità di avere a disposizione più scelte per sostituirlo?
“Ho detto che non erano state fatte offerte scritte prima, se le avessimo avute ci avremmo ragionato su. Comunque sia le offerte che ci avevano fatto erano di molto inferiori a quella che abbiamo accettato. Diciamo che prima la trattativa non era mai decollata, penso che la possibilità di alzare l’offerta da parte dell’Atletico sia derivata anche dal contributo di un fondo, ma questo non lo so ho solo orecchiato questa eventuale possibilità che avrebbe aumentato di un buon cinquanta per cento l’offerta. Dopo la partita con lo Spalato abbiamo parlato con il mister e con Petrachi e abbiamo preso in considerazione seriamente la possibilità che Cerci rimanesse con noi, questo perché le offerte non erano ancora arrivate e i tempi erano ristretti. Se si attende l’ultimo giorno non sempre si riesce a chiudere una trattativa. L’offerta dell’Atletico che abbiamo accettato non è quella che avrei voluto, ma l’abbiamo accettata perché c’era una fortissima pressione da parte del giocatore e del suo procuratore, vi ho detto che ho ricevuto messaggi gentilissimi ed educatissimi, ma molto fermi per quel che riguardava il desiderio”.
I tifosi avevano accettato la cessione del capocannoniere Immobile e poi è arrivata anche quella di Cerci. A sostituirli sono stati presi Quagliarella e Amauri che hanno un età media di 32 anni e mezzo a fronte di 25 e mezzo di quella della coppia d’attaccanti dello scorso anno. Non c’è da stupirsi se in molti storcono il naso.
“Il mercato del Torino di questa estate non va visto solo per la giornata di ieri, ma nel suo complesso con l’arrivo di tanti giovani di prospettiva e altri giocatori d’esperienza e qualità, quindi ci sono stati dodici-tredici-quattordici innesti e ieri si è aggiunto Amauri. Ripeto, Amauri il nostro mister lo voleva e di conseguenza l’abbiamo accontentato, dopo di che diamo il tempo al campo. Ieri c’è stata la conclusione del mercato che però ha avuto uno sviluppo molto anticipato, infatti, moltissime operazioni le abbiamo fatte nel mese di giugno e abbiamo praticamente consegnato la squadra fatta alla metà di luglio, in genere gli ultimi giorni erano molto più pirotecnici con tanti arrivi che però poi non erano funzionali. Il mister mi ha sempre detto che per lui la cosa più importante è avere la squadra fatta al novanta per cento almeno per l’inizio del ritiro. E così abbiamo fatto. Il mercato va visto globalmente e abbiamo investito 22 milioni e incassati 25 e siamo pronti ad investire i rimanenti tre se ci saranno delle opportunità e ieri se n’era adocchiata una però poi non se n’è fatto purtroppo nulla, ma siamo sempre disponibili. Abbiamo operato tantissimo, abbiamo ceduto due giocatori, Immobile e Cerci, ma Ciro eravamo quasi obbligati perché non era nostro al cento per cento e a fine campionato il giocatore era determinatissimo ad andare via e con la Juventus che aveva bisogno di fare un plusvalenza cospicua e quindi abbiamo dovuto accettare la situazione. Per quel che riguarda Cerci, Alessio già lo scorso anno avrebbe voluto andare via, ma glielo impedimmo e così è rimasto ancora una stagione con noi, però era voglioso di andare. Come ho detto poteva accadere anche che restasse. Il nostro mercato è globale”.
Rimangono ancora dubbi sulla tempistica della cessione di Cerci e sulla possibilità che il Torino aveva di sostituirlo con altri giocatori come Facundo Ferreyra o Duvan Zapata, anche perché, ad esempio, il Milan ha preso Torres in quattro giorni e a costo zero.
“Mah, per quel che riguarda Torres non voglio entrare in quello che ha fatto il Milan. So che Zapata è un giocatore che il Napoli non dava, di lui si era parlato, ma comunque sia la nostra preferenza era più per Amauri. Inizialmente il Napoli avrebbe dato Zapata in prestito e forse neanche con diritto di riscatto, quindi si prendeva un giocatore più giovane sicuramente meno esperto del campionato di serie A e non si sarebbe costruito nulla dal punto di vista patrimoniale, mentre con Amauri abbiamo un giocatore che ha più anni e molta più esperienza e che ha fatto anche nei recenti due ultimi campionati cose egregie, quindi questo ci ha fatto decidere in un certo modo. Per quanto riguarda Cerci il mio desiderio era quello di non cederlo all’ultimo giorno, ma l’offerta è arrivata lunedì, il giocatore voleva andare all’Atletico e aveva dal club spagnolo una proposta importante, voleva cambiare, andare a giocare in Champions e l’ha anche scritto su Facebook che voleva dimostrare di non essere solo adatto a un piccolo club e di potersela giocare in una grande squadra con grandi campioni. Sono cose che ha detto lui nel suo messaggio finale e così abbiamo accettato questa offerta anche perché per il modo in cui oggi giochiamo Cerci avrebbe potuto solo fare la seconda punta, così come si era già deciso lo scorso anno con il 3-5-2, però in corso d’opera si era trovata una soluzione diversa con il 3-5-1 più Cerci, perché Immobile faceva reparto da solo e spaziava su tutto il fronte offensivo e Alessio, anche se partiva da seconda punta, poi andava sulla fascia”.
Non le ha dato un po’ fastidio che Cerci abbia scritto che il Torino è un piccolo club e che si aspettava una proposta che non è arrivata prima sotto-intendendo dal Torino e poi parlando in generale?
“Mah, di Cerci ho detto, sappiamo bene che cosa voleva lui, poi lo ha detto anche nella lettera, … nei messaggi … Ci si vuole lasciare bene perché alle volte qualche giocatore ritorna e succede come a D’Ambrosio domenica che è stato un po’ beccato (bordate di fischi al suo ingresso in campo e ogni volta che toccava palla, ndr). Si vuole rimanere in buoni rapporti con il popolo granata, ma alla fine il suo è un legittimo desiderio, però dobbiamo capire quella che è la realtà: voleva andare punto, poi ognuno può dire quello che vuole e va benissimo. Io gli faccio un in bocca al lupo, Cerci ha fatto due stagioni importanti con noi e credo che anche lui debba qualche cosa al Toro perché si è rilanciato alla grande. Gli auguro una grande stagione, gli sono anche affezionato, c’era un buonissimo rapporto, così come con Immobile. Diciamo che quando i giocatori hanno offerte e opportunità non guardano tanto per il sottile e vanno non dove li porta il cuore, ma qualche cosa d’altro, anche l’ambizione non soltanto l’aspetto economico”.
Non teme la “rivolta” dei tifosi sul web per l’arrivo di Amauri?
“Mi ricordo che anche lo scorso anno quando arrivò Immobile c’era un po’ di scetticismo. Amauri ha giocato in molte squadre diverse e credo che non si sia neanche lasciato benissimo con la Juve e forse non è stato neppure trattato benissimo, ma questo non m’interessa e non voglio entrare in casa altrui. L’ho detto, ma quasi dico “parola torna indietro” perché mi dispiace parlare di cose di altri. Penso che il sogno più grande che ha Amauri sia quello di fare un gol nel derby e, secondo me, per il tipo di fisicità e di strapotere fisico che ha è uno che può diventare un idolo dei tifosi del Toro. Diamo la possibilità al campo di dimostrare e di far vedere quello che lui può fare. Con la voglia che ha di giocare nel Toro e con la voglia che ha avuto di venire al Toro può essere un giocatore che ci darà delle soddisfazioni e gli faccio un in bocca al lupo”.
Quali giocatori fra i giovani potrebbero essere la rivelazione di questa stagione?
“Abbiamo tanti buoni giocatori e sceglierne uno è difficile e più di uno non lo abbiamo ancora visto giocare. Preferisco parlare di squadra e non di singoli. Se c’è una cosa che ho imparato in questi anni è che è meglio parlare del gruppo, poi è giusto che i tifosi facciano il toto-emergente, ma io vedo tanti che possono dare grosse soddisfazioni e faccio un in bocca al lupo a tutti. Abbiamo undici calciatori con un grande potenziale e magari anche altri che possono rivelarsi meglio di quanto non ci aspettiamo oggi. Ricordo che l’anno scorso Immobile non segnava e tutti si chiedevano se fosse stato una buona scelta e ha fatto la stagione che sappiamo. Ricordate che si diceva che la stagione prima non aveva fatto così bene e che l’ultimo gol che aveva segnato risaliva a gennaio e non segnava in serie A da nove mesi, si diceva che in B aveva fatto molto bene, però c’erano dubbi e poi Immobile ha fatto quello che doveva fare, anche meglio di quello che ci aspettavamo da lui. Chissà che qualcuno che oggi non è nei radar e non è negli undici potenziali emergenti non ottenga risultati particolarmente positivi. Quello che conta oggi è la squadra che sta nascendo e la compattezza che ha. Ho visto un Inter che ha giocatori come Icardi, Osvaldo e Kovacic, giocatori importanti, e domenica non ho contato tanti tiri nella nostra porta, non ho visto fare a Padelli parate sensazionali. La nostra è una squadra compatta che non ha fatto giocare l’Inter, che alla fine avrebbe anche potuto perdere qui e ai punti l’avremmo vinta noi”.
I soldi avanzati potrebbero essere utilizzati, magari per la costruzione del nuovo Filadelfia?
“Il Torino dopo vent’anni è tornato in Europa, l’anno scorso la Berretti ha vinto il suo campionato, la Primavera è arrivata in finale, abbiamo undici giocatori in giro per l’Italia a farsi le ossa e si spera che diventino giocatori adatti al Toro, tre giocatori sono stati convocati in Nazionale, la squadra è di grande prospettiva, reinvestiamo tutto quello che incassiamo. Il tutto cercando di tenere i bilanci in ordine e non vuol dire che io sul Toro ci guadagno perché purtroppo fino ad oggi ho soltanto immesso risorse, ma non ho mai preso neanche un centesimo, non ho neppure un emolumento di un euro, tanto per intenderci per il lavoro che faccio in quanto vi dedico il mio tempo per passione. Fino ad oggi di tasca mia nel Torino ho inserito 60 milioni e non ho preso neanche una lira.
Il Filadelfia è un altro tema importante e siamo lì non dico a tagliare il nastro, ma siamo vicinissimi al momento in cui si potrà partire. Abbiamo regalato un progetto di fattibilità per evitare di perdere sei mesi in bandi e altre cose. La situazione sta marciando in avanti velocemente e credo che i tempi che sappiamno sono che in due anni il Filadelfia dovrebbe rinascere. E anche questo credo che sia un fatto per noi e per i tifosi del Toro molto importante”.
Con il tesoretto avanzato se la squadra arrivasse ai sedicesimi d’Europa League a gennaio prendereste altri giocatori?
“Noi non aspettiamo il mercato di gennaio e, come ho detto prima, da domani abbiamo i nostri osservatori in Europa e in Sud America che si muovono per vedere giocatori. E’ un’attività continua, ma questo non con la finalità per gennaio bensì per cercare giocatori interessanti per noi, anche da mettere come terza-quarta possibilità e che vengono inseriti e dopo aver lavorato, tre, quattro, sei mesi ed essere cresciuti possono giocare e magari anche diventare titolari. Il nostro discorso oggi è continuare a scandagliare i mercati dove ci sono delle opportunità”
E’ vero che ieri voi, la Lazio e il Monaco avete provato a prendere Giovinco?
“Non confermo nulla, nel senso che non parlo di giocatori che non sono del Toro”.