Brighi: "Ho voglia di mettermi in gioco"
Dopo un mese di “prova” per stabilire se il problema al polpaccio, che lo aveva tenuto lontano per parecchio tempo dal campo nella scorsa stagione, era risolto Brighi è diventato un giocatore del Torino. Il centrocampista si è messo completamente a disposizione di Ventura, della squadra e della società e vuole contribuire a far restare il Torino in serie A dando tutto se stesso sia in fase difensiva sia in quella offensiva.
Buongiorno Brighi, dopo un mese di ritiro è diventato a tutti gli effetti un giocatore del Torino, come ha vissuto questo periodo?
“Tranquillamente convinto che sarebbe finito come, in effetti, è accaduto. Io un mese fa avevo dato la mia disponibilità al mister e alla società e tutti aspettavamo solo la data del 9 agosto per confermare quello che da parte mia speravo fin dall’inizio: l’ufficializzazione, che per me era solo una formalità”.
Fisicamente come sta? Il polpaccio è completamente guarito?
“Sto bene, il polpaccio è a posto”.
L’essere arrivato fin dal primo giorno del raduno, anche se all’inizio ha svolto un programma di allenamento personalizzato, quanto l’ha aiutata a entrare in sintonia con il gruppo e nell’ottica di quello che Ventura chiede alla squadra?
“Il programma personalizzato è servito per un inserimento graduale, infatti, già nel ritiro di Omegna ho iniziato ad allenarmi con i compagni, questo, penso, sia stato importante per me che sono nuovo per entrare negli schemi che si adottano in campo, ma anche nella vita fuori e nello spogliatoio. Il ritiro serve anche a questo, sono capitato in un ottimo gruppo e non ho fatto fatica a integrarmi”.
Lei ha molta esperienza della serie A e tutti si aspettano che contribuisca a far sì che il Torino rimanga nella massima divisione.
“Sì lo so, sono venuto con la voglia di rimettermi in gioco e vedere quello che posso dare in campo. Non so quanto possa essere esperto, ma l’età avanza e sono uno dei più “anziani” quindi da parte mia c’è disponibilità, voglia di far bene e di mettere a disposizione nello spogliatoio quanto posso. Ripeto, il gruppo è buono, la voglia di far bene è tanta e credo che queste siano le basi da mettere sul piatto per partire per una squadra neo-promossa”.
Il suo ruolo di centrocampista è considerato cruciale nell’economia del gioco, si dice che al Torino manchi un regista che imposti in modo particolare la manovra offensiva e che metta nella migliore condizione le punte per segnare, dalla sua ottica in mezzo al campo come valuta questo?
“Ci stiamo allenando e il mister e chi di dovere sa se manca qualche cosa e quindi se e come intervenire. Io metto la mia disponibilità e la mia esperienza nella zona del campo dove gioco, poi se servirà qualcuno non sono io che posso dirlo”.
Per caratteristiche tecniche, a parte l’esperienza e quant’altro, che valore aggiunto può dare al Torino?
“Il ruolo è quello di centrocampista e stiamo lavorando come il mister ci richiede. Sto interpretando le due fasi, difensiva e offensiva. Ho giocato con moduli sia a due sia tre in mezzo al campo e anche come esterno unendo doti tecniche e agonistiche, penso di poterlo e volerlo fare anche qui nel migliore dei modi”.
In mezzo al campo ha ricoperto più ruoli, ma qual è quello che predilige?
“Sicuramente quello di centrale ed è quello che ho ricoperto anche per breve tempo l’anno scorso. Mi è capitato di giocare a tre o a due e credo che le differenze di ruolo non siano fondamentali”.