Botti di mercato a gennaio? La storia granata dice di non aspettarsi molto

28.12.2015 06:44 di  Alex Bembi   vedi letture
Botti di mercato a gennaio? La storia granata dice di non aspettarsi molto
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Cosa possono aspettarsi i tifosi dal mercato di riparazione ormai alle porte? Le ultime uscite del Toro di Ventura hanno lasciato il segno in negativo. Sono venute a galla alcune annose lacune dell’organico, mascherate a inizio stagione dalle brillanti prestazioni, ma inesorabilmente ripresentatesi. Da tempo, per una ragione o per l’altra, non si riesce a colmare queste carenze, pensando che gli acquisti e i rinnovi siano sufficienti. Basteranno un derby perso in maniera ignominiosa e una gara abbordabile, sprecata senza tirare mai in porta, a convincere la società a intervenire in sede di mercato?

Impossibile rispondere, forse nemmeno Cairo e Petrachi sanno ancora se e come verrà modificata la rosa del Torino FC da questa sessione invernale di trattative. Le variabili sono tante e le parole saranno le solite: occasioni da cogliere se si presenteranno, rose numericamente limitate, acquisti da farsi solo se preceduti da cessioni, elenco delle spese estive snocciolate come un rosario… Sono tutti cliché che tornano buoni per ogni società italiana, big comprese. Analizzando però il passato, ci si può fare un’idea di quello che potrebbe essere il mercato del Toro a gennaio e provare a trovare delle risposte.

Senza andare troppo indietro nel tempo, limitandoci agli acquisti di Cairo dalla promozione in serie A del 2011 in poi, si nota un modus operandi che si ripropone ogni stagione:

Acquisti 2011-2012

Pasquato in prestito (non riscattato a fine stagione)

Masiello a titolo definitivo

Benussi in prestito (non riscattato a fine stagione)

Meggiorini in comproprietà, poi riscattato

Acquisti 2012-2013

Menga in prestito (non riscattato a fine stagione)

Kabasele in prestito (non riscattato a fine stagione)

Barreto in comproprietà, riscattato a fine stagione

Jonathas in prestito (non riscattato a fine stagione)

Acquisti 2013-2014

Kurtic in prestito (non riscattato a fine stagione)

Tachtsidis in prestito (non riscattato a fine stagione)

Vesovic a titolo definitivo

Acquisti 2014-2015

Gonzalez in prestito (non riscattato a fine stagione)

Ichazo in prestito (non riscattato a fine stagione, acquistato in seguito a cifre minori rispetto al riscatto prestabilito)

Maxi Lopez in prestito, poi acquistato a titolo definitivo

Che cosa si evince da queste campagne di rinforzo invernali non certo mirabolanti? Negli ultimi quattro anni sono arrivati quattordici giocatori, quasi tutti a costo zero. Di questi a fine stagione ne sono stati confermati soltanto sei: gli altri otto purtroppo si sono rivelati dei famigerati “acquisti tanto per fare”, quelli che presidenti e direttori sportivi a parole rifuggono.

Tra i sei confermati, ad eccezione del caso più unico che raro di Maxi Lopez, nessuno si è rivelato determinante. Ichazo, Meggiorini, Barreto, Vesovic e Masiello: giocatori pescati gratis o giù di lì (unici esborsi economici per i due attaccanti) e utilizzati come riserve o poco più.

La storia si ripeterà? È possibile, nonostante l’estate scorsa sia stata foriera di grossi cambiamenti riguardo la politica societaria sugli acquisti. Gli otto milioni spesi tutti in una volta per un solo giocatore (Belotti), gli acquisti di prospettiva già pronti per il massimo campionato (Baselli e Zappacosta e non più, con tutto il rispetto, Menga e Kabasele) cui si aggiunge la massima ripetuta da tutti in società: “il Presidente ha imparato dai propri errori”.

Basterà per vedere finalmente un mercato di riparazione mirato, senza meteore prese quasi per caso o scommesse fallimentari da rispedire al mittente un secondo dopo la fine dell’ultima di campionato? Ogni tifoso del Toro se lo augura.