Beppe Aghemo: "Andremo in A, ma il Toro è confuso"
Abbiamo intervistato in esclusiva Beppe Aghemo, ex presidente del Torino. I granata sono superiori alle altre squadre soprattutto perché non hanno concorrenza, in quanto le altre formazioni sono più deboli. In serie A bisognerà rifare la squadra tenendo solo Ogbonna e Bianchi. Ventura come i giocatori a inizio stagione entusiasmava, poi con il passare del tempo hanno un po’ deluso. I tifosi del Toro sono encomiabili e non vanno presi in giro.
Il Torino con la Reggina aveva terminato il primo tempo in vantaggio, ma dopo il gol ha arretrato il baricentro e ha subito la pressione dei calabresi prima che la pioggia interrompesse la gara. In questo finale di stagione la squadra sembra faticare più del dovuto, i tifosi devono preoccuparsi?
“I tifosi non devono preoccuparsi, ma se vogliamo usare un aggettivo per definire questo Toro direi che è un po’ confuso. Non ho ancora capito se è forte o sono gli altri che sono talmente deboli che non c’è neanche bisogno di giocare questo campionato. Con la Reggina abbiamo fatto un gol bellissimo e il Toro meritava di vincere, poi però gli avversari potevano pure pareggiare e non solo per il palo colpito da Barillà. Io sono un tifoso e quindi di parte, ma il Toro dovrebbe sempre vincere tutte le partite, in questo campionato è più forte delle altre squadre, ma non perché è forte lui bensì perché le altre sono deboli”.
Quest’anno in serie B non c’è nessuna squadra capace di staccare tutte le altre, questo può favorire il Torino che finora ha dimostrato di fare un po’ meglio delle altre concorrenti?
“Nelle prime dieci-undici partite mi ero illuso e avevo visto un grande Torino, ma ora devo dire che sono molto molto, moltissimo deluso nel senso che questa è una squadra che non ha né testa né coda e vince perché gli altri sono proprio nessuno, questo è un campionato ridicolo, quindi per questo sicuramente andremo in A. Chi capisce un po’ di calcio non può accettare una vergogna simile, in quanto all’inizio sembrava tutta un’altra cosa e infatti dicevo che questa squadra mi entusiasmava, poi man mano che si è andati avanti sono ripiombato nella mia tristezza infinita. Con questo non dico che il Toro non andrà in A, anzi, ma solo perché le altre squadre non esistono e per me non sono squadre di calcio”.
In ottica futura su che tipo di base può contare il Torino per la prossima stagione, visto anche che molti giocatori sono in prestito o in comproprietà?
“Riallacciandomi a quanto ho appena detto in A bisognerà rifare tutta la squadra, perché con questa squadra in A non si vince una partita. Di tutti i giocatori salverei Bianchi e Ogbonna, Angelo prima di tutto, e gli altri sono tutti da cambiare. Con questa rosa non ci si può presentare in A perché si rischierebbe di fare la fine del Cesena e del Novara. Il Novara lo scorso campionato aveva dominato, anche se sul finire aveva un po’ mollato e seppur in A si sia rafforzato è sotto gli occhi di tutti che figura sta facendo. Non c’è nulla da fare il calcio ha le sue leggi: ci sono giocatori degni di giocare in serie A e altri no, e il Torino ne ha, come ho detto, due. Ventura mi ha entusiasmato, come è accaduto per tutti quanti, all’inizio poi però mi ha un po’ deluso il suo modo di concepire il calcio e il suo modo di fare le interviste e di dire le cose. Non può dire che questa è una squadra che può affrontare la serie A, uno che dice questo non capisce molto di calcio, a tutto c’è un limite e i tifosi non possono essere presi in giro. I tifosi poveretti sono quelli che vengono sempre presi di mira, il tifoso del Toro è sempre encomiabile ed è unico. Comunque ci tengo a sottolineare che in serie A ci andiamo, anche perché se non accadesse quest’anno non ci andremo mai più, sono sicuro che per la prima volta azzeccherò un pronostico perché di solito non mi capita. Ho sempre detto che questo campionato è il più scarso del mondo e che questo Toro comunque è più forte rispetto alle altre squadre e la promozione è meritata, ma sono deluso perché con questa squadra non mi sento tranquillo”.