Bene Martinez ma che non sia un alibi per risparmiare al mercato
Da gennaio il Torino non giocherà più solo su due fronti, campionato ed Europa League, ma ci sarà anche il terzo la Coppa Italia, quindi se non si è già messo in conto che si vuole puntare solo ed esclusivamente sul campionato e fare le comparse nelle altre due competizioni alla riapertura del calciomercato, il 5 gennaio, la società granata dovrà agire in modo significativo, perché i cinque gol rifilati al Copenhagen se non saranno seguiti da vittorie, quindi da altre reti segnate con continuità, finiranno per essere un exploit, non la normalità. Martinez sembra aver finito il suo apprendistato, al quale nessun nuovo giocatore del Torino può sottrarsi per riuscire ad apprendere come Ventura vuole che la squadra giochi. Infatti il venezuelano ha segnato con il Palermo e poi si è ripetuto in Danimarca andando oltre e realizzando una doppietta. Bene, benissimo. Peccato che nell’ultimo periodo Quagliarella, che aveva retto da solo il peso dell’attacco granata, si sia fermato non per nulla l’ultimo suo gol risale al 19 ottobre, vittoria contro l’Udinese ed Amauri, al momento, ha centrato il bersaglio solo in Europa League, Helsinki 23 ottobre e Copenhagen 11 dicembre. Di Barreto e Larrondo è quasi inutile parlarne, il primo è un separato in casa e di fatto è stato messo fuori rosa e lo dimostra che neppure in caso di emergenza viene convocato, il secondo è infortunato e ci vorrà un po’ di tempo prima che torni a disposizione e soprattutto che ritrovi la forma.
Poco cambia quindi se il testimone passa da Quagliarella a Martinez, perché per andare avanti servono i gol di tutti gli attaccanti. Alla società non passi quindi per la testa, e l’allenatore non si sogni di avvallare, che più di tanto non serve implementare il reparto avanzato perché si può contare sui gol di Martinez. Giusto per riportare tutti con i piedi per terra è bene ricordare che il Torino in campionato è a due soli punti dalla zona retrocessione e neppure una vittoria lunedì sera con l’Empoli cambierebbe più di tanto la situazione perché rimarrebbe comunque nella parte bassa della classifica. Giovinco è economicamente inarrivabile, Pazzini non ha le caratteristiche tecniche che servono al Torino, prendiamone atto, ma non sono gli unici due attaccanti che il campionato italiano può offrire. Posto che Cassano è un ottimo giocatore che ha numeri di gran classe, ma che ha trentadue anni e soprattutto ha un carattere particolare e quindi non sempre riesce ad integrarsi al meglio, il Torino deve trovare due nomi sui quali puntare. Due che segnino e che per età diano garanzie quindi non ragazzini, ma neppure vecchietti a fine carriera. Se per millanta motivi Cairo e Petrachi non riuscissero ad arrivare a prime scelte allora tanto varrebbe puntare su due giovani della Primavera, piuttosto che pescare altrove seconde o terze scelte e dire chiaramente che l’obiettivo stagionale è la salvezza con buona pace per le velleità europee.
Tanto per essere chiari la strada che porta a disputare tornei internazionali la prossima stagione passa da tre percorsi: 1) arrivare quinti o quarti in campionato e disputare l’Europa League oppure arrivare anche solo sesti se però la vincitrice della Coppa Italia si è già qualificata in campionato nei primi cinque posti e di conseguenza disputare i preliminari del secondo torneo europeo; 2) vincere la Coppa Italia qualificandosi così per l’Europa League; 3) vincere l’Europa League e partecipare di diritto alla Champions League. Come la mettiamo se il Torino in campionato non arriva almeno sesto, e potrebbe non bastare, e non vince la Coppa Italia e neppure l’Europa League? Il risultato sarebbe che in questa stagione è stato una meteora in Europa e si deve ricominciare tornando di fatto indietro di due anni ovvero al maggio 2013. Percorso di crescita interrotto e tutti i piani da rivedere. C’è un’unica soluzione: Cairo e Patrachi devono alla riapertura del calciomercato prendere due attaccanti validi e un centrocampista di spessore che sappia essere il regista della manovra d’attacco, per farlo servono soldi per acquistare il cartellino e dare uno stipendio in linea con i parametri che ci sono in Italia per calciatori che abbiano fra i ventitre e i ventotto anni, che non si siano infortunati nella prima parte della stagione e che caratterialmente oltre che tecnicamente siano inseribili subito da Ventura come titolari. In attesa del cinque gennaio il Torino deve vincere con l’Empoli e almeno pareggiare con il Genoa, giusto per non passare un Natale con la spada di Damocle della retrocessione ad un passo e magari ritornare a guardare avanti mettendo nel mirino chi è proiettato nella zona centrale della classifica.