Belotti e Juric vogliono da Cairo per il Toro chiarezza e garanzie su ambizioni e obiettivi

20.03.2022 08:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Juric e Belotti
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Juric e Belotti
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Prima fu mister Ivan Juric a dire a più riprese che il Torino deve attraverso il mercato compiere il salto di qualità e adesso è il capitano Andrea Belotti che per restare in granata vuole capire le ambizioni e gli obiettivi. E’ evidente che i due non si accontentino di una squadra che al massimo vivacchi nella parte centrale della classifica come sta facendo in questo campionato. Ovviamente nessuno pretende che lotti per lo scudetto, ma che almeno arrivi a disputare la Conference League e non esca quasi subito dalla Coppa Italia. Belotti è sette anni che vede come agisce il presidente Urbano Cairo e sa perfettamente che cosa ha fatto o non fatto per il Torino. Juric ha a che fare con il patron da meno di un anno, ma è evidente che ha già capito che tra le parole e i fatti c’è grande distanza.

Sul mercato estivo l’allenatore aveva detto: “Mi auguro che Cairo a gennaio mi ascolti sul mercato, a differenza di quanto avvenuto in estate quando non l’ha fatto. Vorrei che facessimo un mercato più coraggioso. Non come in estate, poco coraggioso. Se prendiamo qualche bel rinforzo come dico io, tutta la rosa potrà compiere un salto di qualità. Altrimenti ho dei dubbi: così come siamo, più di tanto non si può crescere, temo”. Il risultato è stato che sono arrivati Fares che si è subito infortunato senza neppure giocare un secondo e i giovani Pellegri, anche lui alle prese con problemi fisici, Ricci e Seck che finora sono stati pochissimo utilizzati perché evidentemente l’allenatore non  li ritiene così pronti e preferisce loro altri giocatori. E la squadra infatti è rimasta inchiodata all’undicesimo posto esattamente come a fine girone d’andata e nell’ultimo periodo ha palesato evidenti passi indietro sul piano del gioco e delle motivazioni, infatti non vince da otto giornate e, a parte le prestazioni positive con Juventus e Inter ha deluso in tutte le altre gare e ha perso con Udinese, Venezia, Cagliari e Genoa, le ultime tre in piena lotta per non retrocedere.

La rosa del Torino tra giocatori presi che avevano pregressi infortuni importanti e che ne hanno avuti altri che ne hanno condizionato l’utilizzo e il rendimento, altri calciatori che non rientrano nei piani tecnici e giovani di più o meno di belle speranze alla lunga è risultata non competitiva. Infatti oltre la parte centrale della classifica non va. Cairo ha sempre imposto un tetto salariale che non supera i due milioni di euro annui e per il futuro l’andazzo, cessioni di chi ha gli stipendi più onerosi e arrivi, soprattutto in prestito, di calciatori che ottengono uno stipendio più basso, sembra che porti a un ridimensionamento ulteriore e questo di certo non aiuterà a formare una rosa composta da giocatori di comprovato livello e integri fisicamente che permettono il salto di qualità. Tanto più che il direttore sportivo Vagnati non può fare mercato se non ha una certa disponibilità economica e il reparto scouting, alquanto scarno e senza un budget che consenta più di tanto di andare a visionare nei vari campionati in giro per il mondo potenziali nuovi veri talenti.

Belotti e Juric otterranno da Cairo chiarezza e garanzie su ambizioni e obiettivi per il Toro? Chissà. La prossima sessione di mercato non è così distante e se il capitano andrà via e i rinforzi saranno sulla falsa riga di quelli della scorsa estate o di gennaio e per giunta arriveranno a preparazione inoltrata o negli ultimi giorni di contrattazioni, come d’abitudine in casa granata, allora non ci saranno dubbi su quali ambizioni e obiettivi ha per il Toro il presidente Cairo.