Attaccare e osare: gli strappi di Lukic miglior carta da giocare contro l'Inter
Una corazzata, certo. Una corazzata fatta di palafrenieri, folletti, guerrieri dalla progressione in grado di spazzare via tanti degli accampamenti avversari. Una corazzata, sì, ma non priva di punti deboli e occasionali - talora anche nemmeno così occasionali - amnesie. Parma, Real, il derby, anche la gara vinta a San Siro contro la Fiorentina: gli esempi di una difesa neroazzurra non sempre in sinergia con la mediana e pronta di fronte alle folate offensive a cui controbattere, sia in termini di tempismo sugli interventi, sia in merito ai movimenti senza palla "preventivi", non mancano.
Raccogliere punti a Milano, contro l'Armata Conte, è impresa sulla carta proibitiva, ci mancherebbe. D'altra parte, il Toro è squadra che, anche nei suoi momenti meno brillanti, ha sempre saputo sorprendere con risultati considerati alla vigilia assolutamente fuori portata. L'esempio del 2-0 dell'Olimpico capitolino dello scorso gennaio, in piena crisi Mazzarri, con doppietta di Belotti, è il primo a venire alla memoria.
Lavorare sui (pochi, o comunque non numerosissimi) punti deboli, questa è spesso la ricetta con cui il Davide di turno può sconfiggere il Golia che si trova davanti. Nel caso dei granata, il centro-destra difensivo dei meneghini, sorvegliato da uno Skriniar chiamato, ormai da più un anno a questa parte, ad adattarsi a uno stile di gioco che, eufemisticamente parlando, non gli calza a pennello, può rappresentare la chiave. E chi meglio di Sasa Lukic, esperimento finora riuscito, pur tra le tante difficoltà generali, del tecnico Giampaolo, come co-ariete per scardinare la fortezza neroazzurra? Indimenticabile la sua capacità di affondare sul centro-sinistra, in velocità, con tempi ben studiati, che ha trovato il proprio apice contro il Sassuolo, ma che si è tutto sommato estesa lungo tutte le gare finora disputate dal Toro, anche le tante dagli esiti finali infelici. E, con Bremer chiamato a uno scontro tra titani del gioco atletico al cospetto di Romelu Lukaku, il neo-trequartista serbo, con i suoi strappi, insieme naturalmente al Gallo, e a un supporto offensivo congegnato nei minimi dettagli in particolare da parte di Vojvoda e Linetty, con Rincòn e Meité chiamati invece a un super-lavoro di raddoppio e copertura, di fronte agli osservati speciali Vidal e Barella, può davvero rappresentare la rivelazione di giornata, in grado di ribaltare un risultato sulla carta già assegnato. Sfruttando, peraltro, anche la stanchezza post-nazionali, spesso foriera di giornate no per le big.