Atalanta-Torino 2-1: l'analisi tattica

Si è sentita molto, come previsto, la mancanza di Ogbonna. Tanti i problemi sulle corsie laterali
11.10.2010 09:00 di  Claudio Colla   vedi letture
Atalanta-Torino 2-1: l'analisi tattica
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Dalla sconfitta di Bergamo emerge un dato di fatto dotato di una certa solidità: in campo si sono viste due squadre tra le quali sussiste un consistente divario dal punto di vista dei mezzi tecnici. Ergo, la risposta a chi avrebbe candidato il Toro a sicura competitrice per la vetta della classifica è, quanto meno per il momento, negativa; numerose infatti le lacune di carattere prettamente tecnico, da una difesa che, qualora priva di Ogbonna, traballa pericolosamente (e comunque anche con l'Under-21 regolarmente in campo soffre di almeno qualche defaillance a partita), a un reparto mediano molto spesso povero di contenuti in fase di proposizione di gioco.

Contro un Atalanta obiettivamente relegata in un contesto di categoria inadeguato rispetto ai propri mezzi si è sofferto inoltre moltissimo sulle corsie laterali (con D'Ambrosio e Garofalo a invertirsi i ruoli rispetto al precedente impegno, datala maggior precarietà difensiva del primo): la fase difensiva richiede inoltre ancora numerosi accorgimenti tattici, con lo stesso D'Ambrosio e il centrale Di Cesare, finora, spiace dirlo, una delle grandi delusioni durante questo primo scorcio di stagione, in enorme confusione al momento di scalare sull'uomo giusto e di distribuire le marcature appropriatamente e nel minor tempo possibile. E, al di là dell'errore decisivo del giovane Cofie, sarebbe stato comunque opportuno parlare di un Torino, per quanto volenteroso e indomito, non all'altezza dell'avversario. Inutile dunque gettare la croce addosso a un singolo o all'altro, a partire dal tecnico Franco Lerda, ancora alle prese con una rosa assemblata in buona parte nelle ultime fasi di mercato: è giusto però proseguire con la consapevolezza del fatto che, a differenza di quanto sarebbe stato asseribile un anno fa, la presenza del Toro ai primissimi posti della classifica non è da dare per assodata, né per qualcosa in mancanza della quale i valori del campionato sarebbero sovvertiti, giungendo alla conclusione che il raggiungimento dei playoff non sarebbe risultato da considerare nel modo più assoluto fallimentare.